Test rapidi ed ente terzo, Figc e Lega corrono ai ripari
SENZA CERTEZZA SUGLI ESAMI DA FARE IL GIORNO DELLA GARA (E DOVE FARLI) SI RISCHIA IL CAOS
C'è una fase due anche per il protocollo anticovid del calcio. Comincerà oggi quando Lega e Federcalcio, fortemente sollecitati da dirigenti e medici, dovranno trovare una soluzione ai due problemi che la vicenda del positivo del Parma ha evidenziato. Primo: identificare con chiarezza quali sono i test rapidi da eseguire (e dove) il giorno della gara (test necessari quando una squadra scopre di avere un positivo). Secondo: istituire l'ente terzo che dovrebbe accompagnare l'intera azione di vigilanza e monitoraggio per garantire i tornei dal punto di vista sanitario e custodire i dati di ogni follow up.
Ieri alle ore 15 circa, quindi quattro ore e mezzo prima della partita con il Bologna, il Parma ha dato notizia dei risultati dei nuovi test dopo che sabato la stessa società aveva segnalato la presenza di un positivo al Covid. Tutti i componenti del gruppo squadra crociato sono risultati negativi e così la gara di ieri si è potuta disputare senza assenze o contestazioni. Non solo: è risultato negativo il tesserato del Parma da cui è nata la fibrillazione di queste ore. A suo tempo era già stato contagiato dal Covid, ma gli ultimi quattordici tamponi (escluso quello di sabato) sono risultati negativi. Verrà di nuovo sottoposto a tampone nella giornata di oggi e se, oltre ad un nuovo risultato negativo (fino al raggiungimento di tre) avrà evidenziato un nuovo test sierologico senza variazioni, allora la vicenda potrà considerarsi chiusa. E così il presunto contagiato crociato potrà uscire dall'isolamento e il Parma (come accadde al Bologna prima dell'inizio degli allenamenti di gruppo) potrà evitare l'isolamento.
Ma veniamo al protocollo e alle mancanze delle procedure attuative. L'intero meccanismo è andato in affanno perché a suo tempo alle precise indicazioni normative non sono seguiti i passaggi per renderle fluide, trasparenti e di facile applicazione.
Prima questione: test rapidi. Il verbale del 12 giugno, che ha corretto in senso "tedesco" le norme sulla quarantena, sostiene che, qualora ci sia un infettato, il gruppo squadra dovrà essere sottoposto a test il giorno della gara successiva all'esame che ha dato l'esito positivo. In modo tale da ottenere «i risultati dell'ultimo tampone entro 4 ore e consentire l'accesso allo stadio e la disputa della gara solo ai soggetti risultati negativi agli esami molecolari». Il Parma, come si diceva, ha dato notizia dei risultati attorno alle 15, ma non si conosce l'orario esatto dell'inizio dei prelievi. Ma, risolta de facto la disputa sui tempi (i test non devono essere effettuati quattro ore prima della gara, ma semplicemente nella giornata della partita), c'è il grande problema degli strumenti individuati per processare i prelievi di mucosa faringeo-nasale (il test sulla saliva ancora non è stato adottato). Sul mercato sono prevalentemente tre i kit che consentono di processare i reperti nel rispetto dei tempi "rapidi": quello della Menarini, quello della Bosch e quello della Abbot, sul quale però il governo statunitense ha limitato la vendita al proprio territorio nazionale. L'indicazione data ai medici del calcio però è generica "test entro le 4 ore". Ma quale? Lega e Federcalcio dovranno dire al più presto vada fatto per evitare che ogni club si arrangi per proprio conto, come ha fatto il Parma, affidandosi all'impegno occasionale delle strutture della sanità regionale, chiedendo di fatto di processare entro le famose quattro ore i tamponi che di solito vengono analizzati con il lungo percorso tradizionale (e altri macchinari).
E sulle strutture che devono effettuare i test si innesta il secondo punto: manca l'ente terzo previsto dal protocollo. L'ente terzo deve assicurare in ogni città sede di gara un laboratorio facilmente raggiungibile dallo stadio e provvisto di macchine adatte a processare rapidamente i tamponi. Se il Parma avesse giocato in trasferta in posti in cui le strutture sanitarie non avessero consentito le facilitazione di cui ha giovato ieri? L'ente terzo deve poi accompagnare ogni passaggio, avrà la custodia responsabile di dati sensibili (tutti gli esiti dei tamponi) che saranno utilizzabili anche a scopi scientifici per mappare la popolazione e tenere le fila delle attività investigative della procura su eventuali violazioni. Sia la Lega che la Fmsi che altre istituzioni del servizio sanitario svolgono di fatto un ruolo terzo, ma non sono enti terzi i club della A nei cui archivi sono attualmente custoditi i documenti sui risultati dei test che i responsabili medici si scambiano prima della gara. Serve perciò al più presto una struttura unica nazionale a cui il calcio possa affidarsi per non vanificare gli sforzi durati mesi per predisporre norme adatte a rimettere in piedi il campionato. Oggi intanto il Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport, nel corso di una diretta Facebook fissata per parlare della riforma dello sport, potrebbe pronunciarsi sulla vicenda.