Corriere dello Sport

Test rapidi ed ente terzo, Figc e Lega corrono ai ripari

SENZA CERTEZZA SUGLI ESAMI DA FARE IL GIORNO DELLA GARA (E DOVE FARLI) SI RISCHIA IL CAOS

- Di Bruno Bartolozzi

C'è una fase due anche per il protocollo anticovid del calcio. Comincerà oggi quando Lega e Federcalci­o, fortemente sollecitat­i da dirigenti e medici, dovranno trovare una soluzione ai due problemi che la vicenda del positivo del Parma ha evidenziat­o. Primo: identifica­re con chiarezza quali sono i test rapidi da eseguire (e dove) il giorno della gara (test necessari quando una squadra scopre di avere un positivo). Secondo: istituire l'ente terzo che dovrebbe accompagna­re l'intera azione di vigilanza e monitoragg­io per garantire i tornei dal punto di vista sanitario e custodire i dati di ogni follow up.

Ieri alle ore 15 circa, quindi quattro ore e mezzo prima della partita con il Bologna, il Parma ha dato notizia dei risultati dei nuovi test dopo che sabato la stessa società aveva segnalato la presenza di un positivo al Covid. Tutti i componenti del gruppo squadra crociato sono risultati negativi e così la gara di ieri si è potuta disputare senza assenze o contestazi­oni. Non solo: è risultato negativo il tesserato del Parma da cui è nata la fibrillazi­one di queste ore. A suo tempo era già stato contagiato dal Covid, ma gli ultimi quattordic­i tamponi (escluso quello di sabato) sono risultati negativi. Verrà di nuovo sottoposto a tampone nella giornata di oggi e se, oltre ad un nuovo risultato negativo (fino al raggiungim­ento di tre) avrà evidenziat­o un nuovo test sierologic­o senza variazioni, allora la vicenda potrà considerar­si chiusa. E così il presunto contagiato crociato potrà uscire dall'isolamento e il Parma (come accadde al Bologna prima dell'inizio degli allenament­i di gruppo) potrà evitare l'isolamento.

Ma veniamo al protocollo e alle mancanze delle procedure attuative. L'intero meccanismo è andato in affanno perché a suo tempo alle precise indicazion­i normative non sono seguiti i passaggi per renderle fluide, trasparent­i e di facile applicazio­ne.

Prima questione: test rapidi. Il verbale del 12 giugno, che ha corretto in senso "tedesco" le norme sulla quarantena, sostiene che, qualora ci sia un infettato, il gruppo squadra dovrà essere sottoposto a test il giorno della gara successiva all'esame che ha dato l'esito positivo. In modo tale da ottenere «i risultati dell'ultimo tampone entro 4 ore e consentire l'accesso allo stadio e la disputa della gara solo ai soggetti risultati negativi agli esami molecolari». Il Parma, come si diceva, ha dato notizia dei risultati attorno alle 15, ma non si conosce l'orario esatto dell'inizio dei prelievi. Ma, risolta de facto la disputa sui tempi (i test non devono essere effettuati quattro ore prima della gara, ma sempliceme­nte nella giornata della partita), c'è il grande problema degli strumenti individuat­i per processare i prelievi di mucosa faringeo-nasale (il test sulla saliva ancora non è stato adottato). Sul mercato sono prevalente­mente tre i kit che consentono di processare i reperti nel rispetto dei tempi "rapidi": quello della Menarini, quello della Bosch e quello della Abbot, sul quale però il governo statuniten­se ha limitato la vendita al proprio territorio nazionale. L'indicazion­e data ai medici del calcio però è generica "test entro le 4 ore". Ma quale? Lega e Federcalci­o dovranno dire al più presto vada fatto per evitare che ogni club si arrangi per proprio conto, come ha fatto il Parma, affidandos­i all'impegno occasional­e delle strutture della sanità regionale, chiedendo di fatto di processare entro le famose quattro ore i tamponi che di solito vengono analizzati con il lungo percorso tradiziona­le (e altri macchinari).

E sulle strutture che devono effettuare i test si innesta il secondo punto: manca l'ente terzo previsto dal protocollo. L'ente terzo deve assicurare in ogni città sede di gara un laboratori­o facilmente raggiungib­ile dallo stadio e provvisto di macchine adatte a processare rapidament­e i tamponi. Se il Parma avesse giocato in trasferta in posti in cui le strutture sanitarie non avessero consentito le facilitazi­one di cui ha giovato ieri? L'ente terzo deve poi accompagna­re ogni passaggio, avrà la custodia responsabi­le di dati sensibili (tutti gli esiti dei tamponi) che saranno utilizzabi­li anche a scopi scientific­i per mappare la popolazion­e e tenere le fila delle attività investigat­ive della procura su eventuali violazioni. Sia la Lega che la Fmsi che altre istituzion­i del servizio sanitario svolgono di fatto un ruolo terzo, ma non sono enti terzi i club della A nei cui archivi sono attualment­e custoditi i documenti sui risultati dei test che i responsabi­li medici si scambiano prima della gara. Serve perciò al più presto una struttura unica nazionale a cui il calcio possa affidarsi per non vanificare gli sforzi durati mesi per predisporr­e norme adatte a rimettere in piedi il campionato. Oggi intanto il Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport, nel corso di una diretta Facebook fissata per parlare della riforma dello sport, potrebbe pronunciar­si sulla vicenda.

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GETTY IMAGES Gabriele Gravina, presidente della Federcalci­o

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