Corriere dello Sport

Fuoco e fiamme, squadra a testa bassa

IN CAMPO MIHAJLOVIC NON HA FIATATO, MA NEGLI SPOGLIATOI...

- Di Dario Cervellati

Sul campo Sinisa Mihajlovic non ha fiatato. O quasi. Quello che doveva dire lo aveva già detto alla squadra prima di iniziare la seduta di allenament­o di ieri pomeriggio. Negli spogliatoi di Casteldebo­le il tecnico rossoblú ha ribadito che non vuole più vivere giornate come quella di San Siro contro il Milan. Umiliazion­i del genere non le vuole più provare nell’ultimissim­o scorcio di campionato. Ad ascoltarlo c’erano tutti i suoi ragazzi. Testa bassa. Non è volata una mosca. Poi la squadra dopo il discorso si é divisa in due. Da una parte i titolari del sabato sera che hanno lavorato in palestra scaricando l’acido lattico. Dall’altra il gruppetto delle riserve contro il Milan. Palacio, Medel, Barrow e via via tutti gli altri si sono messi in cerchio intorno al loro mister. Braccia conserte per Mihajlovic che li ha guardati uscire dagli spogliatoi e ad uno ad uno lì ha fissati negli occhi. Poi con una sola parola ha dato il via al loro allenament­o. Lavoro atletico e partitella a buona intensità a campo ridotto. Mihajlovic ha fatto sentire la presenza senza più parlare. Il lavoro, sotto lo sguardo anche di Sabatini, Bigon

e Di Vaio, lo hanno portato avanti gli uomini del suo staff. Lui però come sempre non si è perso un momento. Un silenzio che valeva più di mille parole. Contro l’Atalanta dovrebbero rivedersi da titolari Barrow e Palacio e probabilme­nte anche Medel. La rifinitura di oggi sarà decisiva per compiere le scelte sull’undici titolari. Ma sicurament­e non sarà a disposizio­ne Dijks. Il terzino olandese é stato squalifica­to dal giudice sportivo per un turno. E sarà costretto a saltare la gara di domani sera. Al suo posto uno tra Krejcí e Denswil. Jerdy Schouten invece ha lavorato a parte. Il centrocamp­ista centrale ha rivisto il pallone. Ha iniziato a calciare proseguend­o così il lavoro di recupero dall’infortunio.

È stato chiarissim­o: umiliazion­i come quelle di San Siro sono inammissib­ili

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