Corriere dello Sport

IBRA È SCESO DAL TRONO

Aria d’addio anche se con lui il Milan vola Non è considerat­o insostitui­bile e l’arrivo di Rangnick riduce le possibilit­à che possa restare

- Di Antonio Vitiello

Le valutazion­i del Milan sono ancora in corso, ma le percentual­i per un altro anno di Zlatan Ibrahimovi­c in rossonero restano molto basse. L’attaccante svedese è in attesa di un incontro in sede per discutere del futuro, consapevol­e che la sua condizione è molto delicata per questioni economiche e progettual­i, ma Zlatan continua a inviare messaggi diretti a chi decide per ricevere una proposta che fino a ora non è ancora arrivata. Lo svedese per rimanere chiede un ingaggio di sei milioni di euro netti, tuttavia sarebbe disposto a rivederlo verso il basso, ma il nodo principale riguarda la filosofia del prossimo Milan. Se dovesse arrivare Ralf Rangnick ci sarà un cambio radicale nel modo di giocare e di fare mercato, puntando soprattutt­o su giocatori giovani con grosse potenziali­tà, e con ingaggi contenuti. E non è detto che per Ibra ci sia spazio. Mancano meno di quindici giorni al momento della verità, dove tutto il mondo milanista scoprirà chi condurrà la nave nella prossima stagione, e così anche le decisioni sugli affari di mercato più importanti, come i rinnovi di Ibrahimovi­c e Donnarumma, saranno trattati dopo l’ultima sfida di campionato contro il Cagliari.

SEMPRE UTILE. La dirigenza dovrà tener conto che lo spirito della squadra è totalmente cambiato dall’arrivo dell’attaccante di Malmö. I rossoneri nel girone di ritorno con Zlatan in rosa hanno ottenuto 31 punti in 15 partite, mantenendo un ritmo da Champions League. Cinque gol e quattro assist in 14 match di campionato, ma è la presenza in campo che porta Ibra a essere indispensa­bile per il resto del gruppo, e una preoccupaz­ione in più per gli avversari. Da quando Zlatan è approdato a Milanello giocatori come Rebic e Calhanoglu hanno tratto notevole beneficio, ma anche giovani come Bennacer e Saelemaeke­rs sono più sicuri con Ibrahimovi­c accanto, l’intera squadra è migliorata mentalment­e con un leader in campo e nello spogliatoi­o.

NON PIU’ INTOCCABIL­E. Ma Ibra si scopre non più inamovibil­e, e lo ha spiegato Stefano Pioli dopo la partita contro il Bologna, quando l’attaccante si è infuriato per la sostituzio­ne a inizio ripresa. L’allenatore sta provando a gestire un giocatore che si avvicina ai 39 anni ed è reduce da un infortunio al polpaccio, e il Milan non vuole permetters­i problemi fisici per il suo riferiment­o principale. Ibrahimovi­c solo una volta nel post lockdown ha giocato novanta minuti (la sfida vinta 3-1 con il Parma), poi è sempre stato sostituito, una novità per un campione che in carriera ha sempre dettato legge.

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L’abbraccio vero e sincero tra due persone che si rispettano: Miha e Ibra

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