Corriere dello Sport

«In B? Ci salirà Vivarini Palermo? Affare per due»

IL SUO FUTURO, LA FINALE PLAYOFF E IL ROSA Auteri: Bari costruito per vincere Mirri in Sicilia ha creato un club importante, di quelli che prediligo

- Di Salvatore Geraci

Non è mai stato un sognatore. Per Gaetano Auteri, la vita sta nel confronto a viso aperto e senza filtri. Con una grande dignità di base. Così, a quasi 59 anni, quando legge che il Palermo avrebbe pensato anche a lui come ipotesi per la prossima stagione, con sincerità e senza farsi illusioni, tira fuori la sua filosofia: «Chi ama qualcosa, non deve spiegarla, ma viverla», insieme ad una profonda emozione: «Sarebbe un onore, però non ho sentito nessuno. Dovessero scegliere Auteri, le dico con un pizzico di presunzion­e a cui non sono abituato che sarebbe una fortuna e un’occasione per entrambi».

ELIMINAZIO­NE. La formula del dopo Covid è stata fatale al Catanzaro. Imbattuto ma fuori al secondo turno. «Troppi vantaggi alle meglio qualificat­e, condizioni capestro che non ci favorivano». Rimpianti? «Il nostro è stato un percorso frastaglia­to. Esonerato e richiamato, in quei tre mesi la squadra è precipitat­a. A Potenza, avremmo meritato, il pareggio però non è bastato».

Ma ormai questa è acqua passata. Staccato il cordone ombelicale con il Catanzaro, Auteri si è concesso un periodo di riflession­e. A fine mese tirerà le somme. «Voglio vagliare con attenzione alcune richieste, cerco una società che con chiarezza mi parli di programmi e di risultati da ottenere. A volte, ti promettono una cosa e ne fanno un’altra. Mi è successo di recente e non ha senso diventare il garante di situazioni a perdere. In 25 anni di carriera sono stato esonerato e richiamato quattro volte, un record; ho frequentat­o e vinto in tutte le categorie, mi manca solo un traguardo: dalla B alla A. Che non è un sogno, ma il prossimo obiettivo, la mia ambizione profession­ale».

PROMOZIONE ANNUNCIATA. Intanto, segue con attenzione le fasi finali dei playoff che, per lui, hanno un solo nome: Bari. «Perché ha sostanza, individual­ità di valore ed è solido. Anche se ha segnato all'ultimo minuto è il più forte, il grande favorito e non da oggi. Non ho mai dubitato. La Reggiana è stata costruita per stare con le migliori, poi è andata oltre in virtù dell'organizzaz­ione di gioco. Alvini ha fatto bene, ora deve confermars­i, ma il Bari non si lascerà scappare l’occasione. Con Vivarini, ha cambiato in meglio. Parliamo di un allenatore completo, in continua evoluzione e in grado di costruire una base di gioco moderna, in una piazza da serie A».

GRANDI NOMI. Il Catanzaro con Perinetti e Zeman? «Chiacchier­e se ne sentono tante in estate... Per trasformar­e in realtà certe intenzioni ce ne vuole». Esiste in C una formula vincente? «No, però puoi metterti sulla buona strada con una società solida, una guida tecnica sicura e tanti quattrini. Altrimenti sei destinato a fallire. Ecco perché il Bari non è una sorpresa ma la conferma di avere operato nel migliore dei modi. Puoi prendere Sarri, se poi non arrivano i giocatori e non hai struttura, come fai a crescere?».

PALERMO COME BARI. Più difficile dalla Serie C alla B o dalla B alla Serie A? «La storia recente, con Lecce e Benevento, dice che andare in A è quasi naturale se il progetto nasce nel migliore dei modi. Il Palermo può farcela; ha costruito la stagione con elementi di categoria superiore che ora si ritrova. Un esempio di programmaz­ione completa».

L’identikit dell’allenatore vincente? «Quello che valorizza il gruppo, che ha un modo di intendere il calcio né teorico né frutto di fantasia. A Palermo, come a Bari, bisogna soltanato vincere. E bene».

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Gaetano Auteri, 58 anni
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