Corriere dello Sport

LUCA E VALENTINO STAFFETTA A JEREZ

Marini trionfa, Rossi si ritira: il passaggio di consegne in un abbraccio Il fratellino domina la Moto2 e spicca definitiva­mente il volo nel giorno più buio del Dottore

- Di Giorgio Burreddu

Luca ha scavalcato le transenne, l’ultimo ostacolo verso la gioia. Di là, ad aspettarlo, c’era Valentino coi suoi riccioli ancora giovani ma con gli occhi un po’ più stanchi. Un abbraccio fraterno, il loro, durato il tempo di un sussurro. Vale gli ha detto bravo, io lo sapevo, l’ho sempre saputo. Luca lo ha stretto a sé, gli ha risposto grazie. Poi i due si sono separati, ognuno per la sua strada: Luca è andato sul podio, Vale è corso a prepararsi per la disfatta.

C’è così tanta fragilità dentro a quell’abbraccio: quella di Luca Marini, bello, veloce, ancora giovanissi­mo, e l’idea che abbia ormai compiuto l’ultimo, decisivo salto verso il se stesso che sognava di essere. Mentre suo fratello Valentino Rossi pare sia ormai diventato troppo vecchio e sentimenta­le per certe cose, persino per correre in moto fino all’ultimo respiro. Doveva finire lì la giornata di Jerez, dentro a quell’abbraccio tra due generazion­i. Con il pilota del team Sky abbarbicat­o sul gradino più alto, a braccia alzate, a godersi la quarta vittoria della sua carriera, il primo posto del Mondiale in Moto2, a dedicare al mondo e «a tutti quelli che hanno sofferto durante la pandemia» il suo successo. Invece no: poche ore dopo è toccato a Valentino mollare la presa e ritirarsi.

VALE. Il Dottore parla di teoria, di gomme, le soft, le hard, riesce anche a scherzarci su, «potevo vincere» dice, ma il riassunto è soltanto uno: «Ho avuto parecchi problemi, per avere qualche chance dobbiamo lavorare con le soft. Poi si è accesa una spia». Ormai gli chiedono solo degli altri piloti, del suo amico “Morbido”, di “Pecco”, al massimo dei suoi nemici, Marquez in testa, che ieri Valentino ha dovuto lasciare passare senza nemmeno pensare alla lotta come avrebbe fatto ai bei tempi: «Io ero molto, molto lento, ero in difficoltà, avevo visto che lui arrivava forte e quindi mi ha passato facile, mi sono messo dietro, non era da mettersi in mezzo, aveva un passo superiore al mio».

C’è un ideale passaggio di consegne nella giornata del GP di Spagna. E’ esclusiva, familiare, un affare privato tra fratelli che si vogliono bene. Valentino è sì ancora lì che ride, è ancora l’idolo di tutti i ragazzi dell’Academy. Ma è anche quello che fa scivolare avanti Marquez senza fiatare, che si appoggia al muretto con le gomme infangate e valuta l’impossibil­ità. Lin Jarvis del team Yamaha continua a dire che «la moto di Valentino è competitiv­a», ma ormai è difficile trovare una verità. Verità che invece sta trovando Luca Marini, sempre più lanciato, sempre più indirizzat­o verso l’obiettivo del Mondiale.

SOGNI. Vale e Luca, facce di una giornata diversa, abbracciat­i prima, divisi poi. Dai risultati, dalle esperienze, dagli anni. Luca alza il dito al cielo, esulta. Valentino

scuote la testa, guarda per terra. Marini che diventa analitico, razionale: «Abbiamo fatto un grandissim­o lavoro fin da mercoledì. La gara però l’abbiamo vinta venerdì mattina, quando abbiamo deciso di provare la simulazion­e e testare la strategia. Il livello in Moto2 è altissimo, bisogna raccoglier­e il massimo in ogni gara».

Valentino che invece diventa solo uno dei tanti piloti dentro al circuito, normalizza­to, idealizzat­o, uno a cui chiedere di Marquez, come sta Marquez, l’hai visto Marquez che si è fatto male: «Chi ha possibilit­à di vincere? Sicurament­e Quartararo, Viñales, ma anche Dovizioso, hanno una grande occasione perché sono arrivati sul podio tutti e tre e soprattutt­o Quartararo e Viñales stanno andando molto forte e quindi se la possono giocare».

Mancherebb­e lui, Valentino Rossi, quello che ha cambiato le moto e i sogni di tanti piloti. Uno su tutti: suo fratello Luca.

Dopo il successo Luca l’ha cercato subito e Vale gli ha sussurrato: Bravo!

«Gara vinta venerdì testando la strategia Dedicata a chi ha sofferto per il virus»

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