Europa, liti e tagli “frugali” sul Recovery intesa lontana
Terzo giorno di trattative a Bruxelles, resta il nodo dei sussidi Da 500 miliardi a 350, l’Italia vuole chiudere a 400. «Se il mercato unico viene distrutto, sarai chiamato a risponderne»: Conte attacca l’olandese Rutte
Tempi supplementari? Di più. Il pensiero va calcisticamente ai rigori, ma stavolta si rischia di andare anche oltre. Salvo colpi di scena. La Cancelliera Angela Merkel ha provato a fare la voce grossa - dall’alto della sua presidenza europea - minacciando tagli ai privilegi. I Paesi “frugali” continuano a resistere, sono vere e proprie barricate quelle capeggiate dall’Olanda che stanno minando di fatto l’Unione. Il vertice dei 27 Paesi a Bruxelles al suo terzo giorno di trattative si è trasformato in un dadalo di riunioni e mini-incontri per arrivare a una soluzione. Che al momento non sembra esserci. Al di là del rischio che possa trasformarsi in un flop, il prezzo che l’Europa potrebbe pagare in termini di credibilità e unione, sarebbe enorme. Con la pandemia e una crisi pesante alle spalle e davanti chissà, comunque c’è la necessità di soccorrere e sollevare le economie provate dal virus e dai lockdown che ancora sono all’ordine del giorno. Sono volate accuse e parole dure tra i premier anche a cena e per ora non sembra esserci un terreno comune su cui trattare.
SUSSIDI E PRESTITI. Il nodo è il Recovery Fund con una dotazione che si sta riducendo di sussidi: dai 500 miliardi della proposta iniziale presentata da Charles Michel a 350, ultima offerta dei frugali o oltranzisti - Olanda, Svezia, Danimarca, Austria - a cui si è aggiunta anche la Finlandia. Una sforbiciata di 150 miliardi nonostante il pressing di Paesi importanti - Angela Merkel ed Emmanuel Macron in primis - determinati a bloccare l’asticella dei tagli a 400 miliardi. Sarebbe un risultato amaro per i Paesi mediterranei (Italia, Grecia, Spagna e Portogallo) e soprattutto per l’Italia, chiamato anche a dire sì alla possibilità di un meccanismo di controllo degli Stati sugli esborsi in base all’attuazione dei piani nazionali di riforma. E’ di fatto scontro Italia-Olanda. «Vi state illudendo che la partita non vi riguardi, ma se lasciamo che il mercato unico venga distrutto, tu forse sarai eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicamente davanti ai cittadini europei», avrebbe detto il presidente del Consiglio rivolgendosi a Rutte.
Le cifre si assottigliano e la battaglia politica sale. Oltre a Conte-Rutte,
se ne registra una Olanda-Ungheria con Viktor Orban che tira una riga e urla: «E’ lui il responsabile del caos». Tanti i tweet e i messaggi lanciati dai vari leader da Bruxelles, mentre da Roma arriva il sostegno al presidente del Consiglio. Resta critico come al solito Matteo Salvini: «Questa UE è solo una banca d’affari dove pochi ci guadagnano e molti ci rimettono, l’Italia prima di tutti. Abbiamo pagato più di 200 miliardi per avere indietro poco o niente, mentre altri corrono: la Gran Bretagna ad esempio, senza aspettare Bruxelles ha dato da 25.000 sterline a fondo perduto ad ogni negozio, impresa, ristorante e albergo». Conte twitta: «Continua il negoziato. Da una parte la stragrande maggioranza dei Paesi che difendono le istituzioni e il progetto europei e dall’altra pochi Paesi frugali». La partita non è ancora finita.