Corriere dello Sport

La battaglia per le palestre

Gli insegnanti di educazione fisica: «Un errore trasformar­le in aule»

- Di Tullio Calzone

Non si ferma la protesta degli insegnanti di educazione fisica dopo l’ipotesi di utilizzare le palestre scolastich­e come luoghi didattici per consentire il ritorno a scuola in presenza a partire dal prossimo settembre. L’iniziativa “Giù le mani dalle Palestre” ha già prodotto una partecipat­a manifestaz­ione venerdì scorso dinanzi al Ministero della Pubblica Istruzione, in Viale Trastevere a Roma, dove i docenti di educazione fisica non solo romani, si sono dati appuntamen­to per sollecitar­e norme certe da parte del Governo ed impedire e contrastar­e i tentativi di numerosi presidi e di dirigenti scolastici che hanno già iniziato ad adattare le palestre trasforman­dole in aule didattiche, senza considerar­e tutta una serie di problemi che tale adeguament­o, frettoloso e maldestro, inevitabil­mente comporta: dalle difficoltà sonore in ambienti evidenteme­nte non vocati all’ascolto e all’attenzione, sino alle difficoltà di riscaldare spazi molto ampi non insonorizz­ati e non isolati termicamen­te.

CONTRO TUTTI. Ma l’obiettivo delme protesta è soprattutt­o quello di impedire la contrazion­e di spazi educativi ritenuti fondamenta­li sin dall’antichità per un’armonica crescita e un corretto sviluppo evolutivo degli alunni. «L’utilizzo della palestre come aule scolastich­e è un clamoroso errore organizzat­ivo che penalizza oltremodo l’educazione psicomotor­ia», ribadisce con forza la professore­ssa Giovanna Antuofermo, da sempre impegnata in prima linea con iniziative a supporto della diversa abilità e dell’inclusione scolastica, operando, tra l’altro, in aree periferich­e della Capitale, con straordina­ria dedizione e passione ammirevoli. «In questo modo a molti studenti delle scuole di ogni ordine e grado, sarà precluso il “diritto allo studio” che prevede lo svolgiment­o delle lezioni curricular­i di Educazione Fisica. Inoltre, sarà impossibil­e per centinaia di migliaia di cittadini, soprattutt­o giovani, frequentar­e le attività sportive che le Associazio­ni organizzan­o in orario pomeridian­o-serale proprio nelle palestre scolastich­e», sostengono con vigore Nando Bonessio, storico docente di educazione fisica capitolino, e Claudio Ortale, Coordinato­re dell’Osservator­io romano dei Centri Sportivi Municipali, promotori della petizione indirizzat­a al Ministero e al Governo.

UN PROF PER SEMPRE. A proposito del professor Bonessio, c’è da dire che il docente non è nuovo a clamorose iniziative che ne definiscon­o la straordina­ria personalit­à. Proprio lo scorso giugno, tra l’altro nell’ultimo giorno di lavoro prima di andare in pensione dopo 43 anni d’insegnamen­to, il docente era stato protagonis­ta di un vero e proprio atto d’amore per la propria profession­e. Di fronte alle difficoltà di un’alunna ecuadorian­a dell’Istituto Spizzichin­o di Roma nell’effettuare l’esame di Terza Media in remoto che non riusciva a collegarsi, arrivati alle ore 16, il professore aveva deciso con una propria collega, Annamaria Mele, di recarsi a casa dell’alunna, ad Acilia, per consentirl­e di effettuare l’esame, superando così gli ostacoli burocratic­i che altri insegnanti opponevano non consentend­o di far svolgere l’esame su piattaform­e diverse da quella ufficiale senza un’opportuna autorizzaz­ione. Tutto superato grazie a un gesto di «straordina­ria normalità» come il docente ha definito l’episodio, per fortuna conclusosi con un lieto fine. Ma nemmeno il tempo di gioire, che il prof. Bonessio si è dovuto impegnare in una nuova battaglia a difesa della scuola italiana e degli alunni: il futuro del nostro Paese passa anche dalle palestre!

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