F1, Hamilton senza rivali Tracollo Ferrari: doppiate
«No, non è stata una sorpresa» Leclerc: «Macchina sbilanciata e non ne capiamo la ragione»
Disarmante la Mercedes, disarmata la Ferrari. Al punto da sperare in un ritiro pur di nascondere la sua fragilità. In Ungheria, al contrario, tutto è andato bene.
un reclamo ufficiale) e poi gli altri che si menano tra loro.
Nello specifico: ieri la Ferrari le ha prese con Vettel da Mercedes, Red Bull nonostante l’incidente con danni di Verstappen nel giro di ricognizione, e dalla Racing Point, e Leclerc mal gommato le ha buscate anche da Renault, Haas (sic) che ha azzeccato una scelta di pneumatici in extremis prima della partenza, e dalla McLaren.
Abbiamo però spezzato le reni alle Alfa che scoloriscono sempre più in Sauber, e alle Williams. Tutto molto mortificante.
Le Ferrari non finivano entrambe doppiate da dodici anni: l'ultima volta con Massa e Raikkonen. Ma quest'ultimo era il campione del mondo in carica e, al termine di quella stagione, Massa sfiorò il titolo mondiale che, per un soffio, sarebbe andato a Lewis Hamilton: il primo di una lunghissima serie per il dominatore assoluto del GP di ieri. Oggi le cose stanno in modo differente e la distanza fra la Mercedes e la Ferrari è palpabile.
«La prova di forza della Mercedes non è stata una sorpresa per me. Era già chiaro da prima della gara che ci avrebbero doppiato». Sebastian Vettel, ieri il migliore tra i due di Maranello, lascia poche incertezze sulla situazione attuale. Per lui che nell'ultimo decennio ha lottano spesso muso contro muso proprio con Hamilton, essere passato due volte dal campione britannico deve essere stata una bella botta.
NORMALITÀ. «E’ stata una giornata dove avrei potuto finire al massimo al quinto posto, non più in alto, quindi il sesto posto è assolutamente normale. No, non sono sorpreso – ha ribadito il tedesco – I valori in campo si sono ristabiliti, siamo semplicemente tornati alla normalità. La prima gara in Austria ha rappresentato una anomalia, mentre la seconda non siamo nemmeno riusciti a disputarla. Nei giri conclusivi ho faticato molto con le gomme e non ho potuto lottare con Albon come invece mi sarebbe piaciuto poter fare. Purtroppo non siamo dove vorremmo essere, ma almeno possiamo dire di aver veramente dato tutto quello che avevamo».
Charles Leclerc non è andato a punti per una serie di motivi e fra questi c'è sicuramente la scelta sbagliata degli pneumatici da parte del muretto. Ma il monegasco sa che quello è stato soltanto uno dei tanti problemi patiti all'Hungaroring: «Volevo passare sulle gomme da asciutto, ma la scelta delle soft non si è rivelata quella giusta – ha detto il prodotto della Ferrari Academy – Dobbiamo imparare da questo, ma anche con una scelta migliore di mescole, a fine gara avremmo fatto molta fatica».
Via radio, Leclerc si è più volte lamentato per i problemi di bilanciamento della sua SF1000: «E' così. Dovremo guardare i dati in questi giorni, perché proprio non capisco: vorremmo avere performance differenti ed essere più in alto, ma venerdì e nelle qualificazioni il bilanciamento c'era e in gara invece non c'era. E non capisco perché. Non abbiamo fatto tanti cambiamenti sulla macchina, per cui dobbiamo capire cosa sia successo».
CAMBIAMENTO. Per il team principal Mattia Binotto infine, alla Ferrari serve un radicale cambiamento di rotta: «E' stata una domenica davvero deludente, un risultato difficilissimo da digerire – ha detto l'ingegnere reggiano – In qualificazione eravamo riusciti a tirare fuori il meglio del potenziale attualmente a disposizione ma in gara non è stato così. Finire doppiati brucia tantissimo, a noi e a tutti i nostri tifosi. Torniamo a casa dopo una trasferta lunghissima e dobbiamo cercare di fare di tutto per migliorare in ogni modo e su tutti i fronti».
La soluzione da trovare è da cercare nel profondo dello spirito Ferrari: «Servirà un'analisi chiara da parte di ciascuno e il coraggio di cambiare rotta, se necessario: la dinamica attuale non è accettabile. Non ci sono altre ricette per rimediare a questa situazione» ha chiuso Binotto.
Binotto: «Brucia tanto, dobbiamo essere pronti anche a cambiare rotta»