Corriere dello Sport

Tremila gare in A è l’Inter dei record

È l’unica società ad aver giocato tutti gli 89 campionati, anche quello a due gironi per via della guerra Il primo tecnico fu Weisz e in campo c’era il giovanissi­mo Meazza La storia inizia il 6 ottobre 1929 a Livorno Alla guida della società c’era Simonot

- Di Massimo Perrone

Tremila partite in serie A, spareggi esclusi: oggi l’Inter sarà la prima ad arrivarci. Perché è l’unica ad aver disputato tutti gli 89 campionati dal 1929 a oggi, compreso quello del 1945/46 diviso in due gironi per colpa della guerra: Juventus e Roma sono state un anno in serie B, il Milan due. Una storia cominciata il 6 ottobre 1929 a Livorno, vicino al mare, il campo era quella di Villa Chayes sferzato dalla pioggia e dal vento in una giornata di maltempo in tutta Italia. L’anno prima, dopo la fusione con l’US Milanese sollecitat­a dal regime fascista, l’Internazio­nale (nome comunista!) era diventata Ambrosiana. Alla guida della società c’era Oreste Simonotti, che aveva già vinto un campionato col Casale (1914) e al termine di quella stagione diventò il primo - e tuttora unico - presidente capace di imporsi con due squadre diverse. L’allenatore era il 33enne Arpad Weisz, ebreo ungherese che dopo quello scudetto ne vinse altri 2 col Bologna prima di morire ad Auschwitz nel 1944. In campo c’era il 19enne Meazza, che aveva già segnato 45 gol nelle due stagioni in Divisione Nazionale prima di debuttare nel girone unico vincendo la classifica cannonieri a quota 31: la sua prima rete arrivò dopo appena 6 minuti, con un tiro da lontano che sorprese il portiere livornese Lami. Quello dell’Inter giocò 5 partite in quel campionato, venendo presto sostituito da Degani: si chiamava Smerzi, di nome faceva Bonifacio, suo figlio Silvio Smersy (il cognome era cambiato così) venne prestato dall’Inter a varie squadre negli anni 50, giocò anche nel Padova di Rocco che gli proibì di accettare una parte nel film “I sogni nel cassetto” con Lea Massari, diventò poi un apprezzato pittore.

L’Ambrosiana vinse 2-1 quel giorno a Livorno, la prima delle 22 vittorie con cui conquistò nel 1930 il suo terzo scudetto, sempre a fine decennio perché i primi due erano arrivati nel 1910 e nel ‘20. Quanto agli incontri in A, invece, le prime cifre tonde non portarono fortuna. Il 100° finì 2-2 nel 1932 (doppietta di Meazza, poi espulso) perché la Lazio pareggiò al 90’, il 200° andò anche peggio: sullo stesso campo romano l’Ambrosiana-Inter, nuova denominazi­one, perse 4-2 all’ultima giornata, travolta da una tripletta di Piola, e venne staccata dalla Juventus che conquistò il quinto scudetto consecutiv­o. L’incontro ebbe una movimentat­a appendice alla Stazione Termini. Due laziali che fino all’anno prima avevano giocato in nerazzurro, Viani e Levratto, andarono a salutare i vecchi compagni che partivano per Milano: l’uruguayano Faccio non la prese bene e con un pugno fratturò la mascella di Levratto.

Altri due ko arrivarono nel 300° incontro (1-0 a Napoli) e nel 400° (0-1 in casa con la Lazio) prima di riuscire finalmente a festeggiar­e una cifra tonda, col 4-0 alla Fiorentina nel 1947 all’Arena nella partita numero 500. C’era Meazza, tornato a 36 anni dopo il doppio tradimento (aveva giocato con Milan e Juve) per disputare il suo ultimo campionato, e diventato da un mese dopo l’addio di Carcano - anche allenatore, con Nutrizio direttore tecnico; e c’era soprattutt­o Zapirain, l’uruguayano arrivato dal Sud America con un carico di “bidoni”, così erano stati soprannomi­nati i 5 nuovi acquisti. Lui era l’unico decente, in due campionati segnò 18 gol, fra cui una tripletta ai viola in quel grigio giorno di febbraio con la neve ai bordi del campo. Poi tornarono le delusioni dagli incontri “tondi”: un ko per 4-2 a Trieste aperto da un gol del nonno di Petagna (600°, nel 1949), un derby perso 2-1 (700°, nel ‘52) e ancora una sconfitta, 3-1, sul campo della Lazio (900°, nel ‘58). Il bilancio complessiv­o, nei giorni teoricamen­te da festeggiar­e, è deludente: 9 ko, 11 pari e solo 9 vittorie, l’ultima nel 2004 (partita n. 2.400), un 3-1 all’Udinese firmato da una doppietta di Adriano e dal sigillo di Vieri. Successiva­mente, 4 pareggi e l’1-3 con la Roma del 2012.

Il bilancio dell’Inter nei 2.999 incontri giocati in serie A è di 1.488 vittorie (49,6%), 834 pareggi (27,8%) e 677 sconfitte (22,6%), con 5.038 gol segnati e 3.102 subiti. Il successo numero 1.000, curiosamen­te, è coinciso con la prima partita da patron di Massimo Moratti, scortato allo stadio da Pellegrini che gli aveva appena venduto l’Inter: era il 19 febbraio 1995, col Brescia finì 1-0, tap-in di Berti dopo una parata di Ballotta sul sinistro di Delvecchio. Salvatasi l’anno prima per un punto, era una squadra che arrancava al 10° posto a -18 dalla Juve: a San Siro c’erano solo 6.972 paganti (oltre ai 25.740 abbonati, non tutti presenti). L’allenatore era Ottavio Bianchi, uno dei 66 nella lista che comincia (1929) da Weisz per arrivare a Conte. I presidenti, in questi 91 anni, sono stati solo 10. Tutti i primi 8 (Simonotti, Pozzani, Masseroni, Angelo Moratti, Fraizzoli, Pellegrini, Massimo Moratti, Facchetti) hanno vinto almeno uno scudetto. Non ci è riuscito Thohir, spera di farcela Zhang. Ma non quest’anno, ormai. Resterà comunque il presidente della partita numero 3.000 dell’Inter in serie A: curiosamen­te contro lo stesso avversario, il Genoa, schiantato 4-0 (era il 1993) per festeggiar­e il 2.000° incontro.

Internazio­nale era troppo comunista il fascismo la cambiò in Ambrosiana

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 ??  ?? Giuseppe Meazza ha segnato 286 gol con l’Inter
Giuseppe Meazza ha segnato 286 gol con l’Inter
 ??  ?? Il presidente Pellegrini in mezzo ai tifosi
Il presidente Pellegrini in mezzo ai tifosi
 ??  ?? Angelo Moratti in trionfo con la Coppa dei Campioni
Angelo Moratti in trionfo con la Coppa dei Campioni
 ??  ?? Massimo Moratti con Mourinho tecnico del triplete
Massimo Moratti con Mourinho tecnico del triplete
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