Corriere dello Sport

GARY CULT MEDEL TORNA VERO LEADER

Dal 22 giugno a oggi il cileno si è imposto come ai tempi dell’Inter per forza e carisma Sette gare da titolare nel Bologna, nessun errore in una squadra che accusa le incertezze e i cali di tensione degli altri protagonis­ti

- Di Claudio Beneforti

Aveva mille ragioni Roberto Mancini quando nel giorno dello sbarco a Casteldebo­le del suo ex calciatore all’Inter assicurò che Gary Medel per il Bologna sarebbe stato un valore aggiunto. Perché è vero che nel calcio la differenza la fanno sempre i fenomeni ma è altrettant­o vero che quando non hai chi corre e rincorre, chi sa cantare e anche portare la croce vai poco lontano, di strada ne fai poca, considerat­o che la fase di difesa conta quanto quella di attacco. Se non addirittur­a di più, almeno ad ascoltare il parere di tanti allenatori. Quanto Medel fosse importante per il Bologna era il segreto di Pulcinella, non a caso quando non c’è stato la squadra più di una volta la squadra ha avvertito la sua assenza in mezzo al campo per la quantità che sa sempre garantire, certo è che dopo il Covid e il successivo lockdown il pitbull cileno si sta dimostrand­o il rossoblù più costruttiv­o, al di là delle prestazion­i cariche di luci garantite da Musa Barrow, è evidente. E sapete ciò cosa significa? Che Medel ha affrontato questa sosta infinita da grande profession­ista sia dal punto di vista mentale che fisico, perché alla fine della fiera è sempre il campo che evidenzia come stanno veramente le cose. Intendiamo­ci, il Medel che stiamo vedendo non può e non deve essere una sorpresa, poi in fondo se per la nazionale cilena è un punto di riferiment­o da anni avendo messo insieme quasi 130 partite, un motivo c’è. Non dimentican­do anche come sia un "vincente", non fosse altro per le due Coppa America che il suo Cile ha conquistat­o nel 2015 e nel 2016, facendo infuriare l’Argentina degli assi, a cominciare da Leo Messi.

UN RAPPORTO TRA UOMINI VERI. Se vi ricordate, prima che il campionato si fermasse per il coronaviru­s alcune sue dichiarazi­oni dettate a una radio del suo Paese crearono interrogat­ivi e per cerversi anche fastidi a Casteldebo­le e dintorni. In pratica Medel sottolineò quanto fosse grande il suo amore nei confronti del Cile e che entro tempi relativame­nte brevi sarebbe tornato a giocare in quel campionato, avvertendo anche un po’ di nostalgia. Magari proprio nell’Università Catolica, la squadra dove è cresciuto e dalla quale è decollato per volare al Boca Juniors. Bene, in quei giorni c’è anche chi volle leggere in quelle frasi zuccherate del pitbull un addio al Bologna a fine annata, quando di contro era l’ultimo pensiero che albergava nella sua testa. Perché è vero che un giorno Medel tornerà nel suo Paese, ma quel giorno sembra ancora lontano, e non solo per il contratto che lo lega al Bologna ancora per due stagioni. Medel a Casteldebo­le sta bene, con Sinisa Mihajlovic poi ha un rapporto di grande chiarezza e trasparenz­a, al di là di quella rissa che i due confeziona­rono alla fine del primo tempo nella partita di andata proprio contro il Lecce, risolta poi da uomini veri nel corso dell’intervallo negli spogliatoi, quando molti ritenevano che a quel punto il tecnico serbo lo avrebbe punito non facendolo rientrare in campo nel secondo tempo.

PRONTO A GIOCARSI IL POSTO. Caso mai va fatta un'annotaziod­erà ne importante: a lockdown terminato Sinisa ha voluto pensare all’oggi ma anche al domani, «patti chiari e amicizia lunga», da subito. Nel senso che è stato fermo con tutti i suoi calciatori, soprattutt­o con quelli più esperti. Ai quali ha fatto sapere di essere felice per la loro eventuale permanenza a Casteldebo­le, ma al tempo stesso che nessuno avrebbe dovuto sentirsi sicuro del posto solo per il nome che porta e per le medaglie che ha addosso. Come dire: chi vorrà vestire la maglia rossoblù in campionato dovrà conquistar­sela con il lavoro nel corso della settimana e se alla fine un giovane se la meriterà più di un senatore, succeti che in campo andrà il giovane e che il senatore guarderà la partita dalla panchina. Domanda: poteva spaventars­i di fronte a questa realtà Medel con tutte le battaglie che nel suo percorso da calciatore ha dovuto affrontare? No, figuratevi, di conseguenz­a il pitbull ha informato Sinisa che poteva contare di nuovo su di lui. Ed è quello che Miha sperava, sapendo bene che nel calcio la differenza la fanno sempre i fenomeni ma che per vincere le partite ci vogliono anche quelli come Medel, che azzannano tutti quelli che transitano nelle loro vicinanze e non mollano mai.

Era stato Mancini a rassicurar­e Sinisa: «Con il sudamerica­no avrete il trascinato­re»

 ??  ?? Gary Medel, 33 anni il prossimo 3 agosto, in un duello molto fisico con Roberto Inglese, 28 anni, attaccante del Parma
Gary Medel, 33 anni il prossimo 3 agosto, in un duello molto fisico con Roberto Inglese, 28 anni, attaccante del Parma
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