Marquez tra dolori, flessioni, rischi e paura
OGGI IN PISTA QUATTRO GIORNI DOPO L’INTERVENTO
È tutto un equilibrio sopra la follia. L’ispirato verso di Vasco Rossi calza a pennello al Marc Marquez di queste ore, che gironzola concentrato tra la Clinica Mobile e il box, riassemblato in fretta e furia per preparare la grande impresa. L’ossessione è riuscire a essere il più avanti possibile nella griglia di partenza di domani. Il terrore è quello di una nuova caduta. E l’otto volte campione del mondo è ben conscio che acrobazie come quella che, solo lo scorso weekend, gli aveva consentito di scamparla da uno scivolone inevitabile ai comuni mortali, sono inimmaginabili con un omero ricomposto solo martedì scorso con placca di alluminio e viti.
Dolore e senso del limite da bilanciare alla perfezione, perché una nuova caduta - glielo stanno ripetendo tutti, dal dottor Xavier Mir, che l’ha rimesso in sesto, al team manager Alberto Puig De la Rosa - potrebbero davvero mettere la parola fine alla sua stagione.
PENSO POSITIVO. Prima di coricarsi avvertiva dolori al braccio. Colpa di quella dannata serie di flessioni a cui l’hanno obbligato i medici prima di concedere il loro benestare. Una vera tortura, neanche l’Inquisizione e Torquemada... Ma la notte, tutto sommato, è trascorsa serenamente, come confermato dal diretto interessato, che dopo qualche ora di comprensibile silenzio, ha concesso un paio di battute per spiegare i suoi programmi.
«Sono arrivato sul circuito dopo l’operazione, a Barcellona, e ho superato i test medici – la premessa – Sono in grado di guidare e dopo aver parlato con il team abbiamo deciso di iniziare direttamente domani (oggi, ndr). Ho dormito abbastanza bene. Un po’ di dolore è ancora presente, ma le sessioni di fisioterapia sono andate piuttosto bene».
Linfodrenaggio e terapia antinfiammatoria meccanica, in particolare, i trattamenti a cui è stato sottoposto il ventisettenne di Cervera, che si è presentato, dopo colazione, all’ingresso della Clinica Mobile alla guida del suo scooter. Una buona oretta in compagnia del dottor Zasa, poi la nuova apparizione sulla soglia. Movimenti piuttosto sciolti. Unico promemoria del recente intervento, il tutore elastico di compressione scuro che ricopriva il braccio destro.
IN TERRA OSTILE. Il pomeriggio, invece, Marc l’ha trascorso all’interno dei box, a seguire con lo sguardo i colleghi che sfrecciavano uno dietro l’altro e a ragionare sulle insidie del tracciato. Il rettilineo è uno dei più corti del Circus, ci sarà poco tempo per rifiatare. Ci sono, poi, ben otto curve a destra, contro le sei a sinistra, e almeno due punti che costringono ad altrettante brusche frenate. L’arto ricomposto sarà piuttosto sollecitato.
«Con la squadra ci siamo posti il solo obiettivo di vedere le sensazioni per accedere alla Q2. Una volta che capiremo come sta davvero il braccio, ci porremo l’obiettivo successivo». Il sito ufficiale di Marquez, nel frattempo, scandisce inesorabile il conto alla rovescia per la partenza. L’ossessione è essere lì, per stupire ancora.
«Procederò passo dopo passo: l’obiettivo per ora è passare alla Q1»