JUVE IL MALE OSCURO
Nonostante i rinforzi Sarri non ha mai sentito sua la squadra Troppi gol subiti anche per la cattiva condizione fisica
Una squadra che sta per vincere lo scudetto non può essere una squadra in crisi. Ragioniamo da sempre così, almeno in Italia. Ma se uno non sa che la Juve ha sei punti di vantaggio e la guarda giocare contro l’Udinese, o contro il Milan, o contro il Sassuolo si convince che ha davvero dei problemi grossi.
Se non si stesse avvicinando il nono scudetto consecutivo saremmo davanti a una crisi conclamata coperta solo dagli incredibili numeri offerti dalla coppia formata da Ronaldo e Dybala
Una squadra che sta per vincere lo scudetto non può essere una squadra in crisi. Ragioniamo da sempre così, almeno in Italia. Ma se uno non sa che la Juventus ha sei punti di vantaggio sulla seconda e la guarda giocare contro l’Udinese, o contro il Milan, o contro il Sassuolo, o contro l’Atalanta, si convince che quella squadra ha davvero dei problemi grossi, per certi versi incomprensibili, per altri inaccettabili, per altri ancora spiegabili. Cominciamo da questi ultimi.
I RINFORZI. Basandosi sui risultati, sugli otto scudetti di fila e il nono che sta per arrivare, si deduce che la Juve sia stata rinforzata ogni anno. Alla vigilia di questo campionato aveva infatti un organico decisamente superiore (e più completo) di Inter, Napoli, Roma, Milan, per non parlare della Lazio. Aveva Douglas Costa, Ronaldo, Dybala, Mandzukic e Higuain in attacco (nessun’altra squadra sfiorava quei livelli), aveva Khedira, Rabiot, Ramsey, Pjanic, Bentancur, Emre Can, Bernardeschi e Matuidi a centrocampo (solo il trio titolare della Lazio, Luis Alberto-Leiva-Milinkovic era preferibile, ma alle spalle dei tre c’era il vuoto), aveva Chiellini, il Cuadrado trasformato, Bonucci, De Ligt, Danilo, Alex Sandro, De Sciglio,
Demiral e Rugani in difesa. Aveva infine, come portiere di riserva, Gigi Buffon. Strada facendo è successo quanto segue: Mandzukic ed Emre Can sono stati ceduti (errore), Douglas Costa e De Sciglio hanno avuto diversi acciacchi, Khedira, Chiellini e Demiral si sono proprio rotti, i nuovi Rabiot e soprattutto Ramsey non hanno reso quanto ci si aspettava. Prendiamone due soli di questo gruppo, Chiellini e Khedira: se Sarri li avesse avuti a disposizione, probabilmente la Juve non avrebbe subìto tutti quei gol e tutte queste critiche.
LA TESTA. Fin qui, analizzando dati oggettivi, siamo nel campo della logica. Ma da ora in poi tutto si complica. In un campionato bianconero da nove anni, un campionato in cui le altre concorrenti giocano da sempre ad autoeliminarsi, pur con assenze così pesanti la Juve avrebbe dovuto mostrare la sua solita faccia feroce. D’accordo, non è una squadra per Sarri, o meglio, per il Sarri conosciuto, apprezzato e ammirato a Empoli e Napoli, ma la sostanza dei suoi campioni l’avrebbe dovuta sottrarre alle figuracce di questo finale. E’ un periodo di dissolvenza tecnica e tattica. Come può la Juve prendere un gol in contropiede come quello di Fofana, in tre (Bentancur, che si è proprio fermato, Alex Sandro e De Ligt) contro uno? Come può subire quella montagna di reti? Se ci facciamo caso sono gol tutti diversi uno dall’altro, questo vuol dire che alla fine è la testa a tradire.
IL CORPO. Ma c’è anche un altro aspetto su cui è giusto soffermarsi. Fisicamente e atleticamente la Juve non sta bene. Ha perso brillantezza, ma anche resistenza. Può succedere una volta di farsi rimontare, ma i crolli più recenti sono avvenuti tutti nel secondo tempo. Contro il Milan dopo un’ora stava vincendo 2-0, contro il Sassuolo aveva chiuso i primi 45' sul 2-1, contro la Lazio sul 2-0 ha visto le streghe (costringendo Sarri a tradire la sua fede calcistica con la difesa a 5 nel finale), contro l’Udinese dopo 50' stava vincendo 1-0. Nelle ultime cinque partite solo con l’Atalanta è andata in modo diverso, però quella sera sono arrivati in soccorso due cal
ci di rigore. Può essere un caso, ma ci vuole un bello sforzo per dimostrarlo. La realtà è che se le avversarie alzano il ritmo, se sono aggressive, la Juve subisce.
IL RESTO. Qualcuno sostiene che i 100 giorni di interruzione abbiano nuociuto alla Juventus che nella classifica provvisoria post-virus è solo al quarto posto. In realtà, il lungo stop ha aiutato la Juve a togliersi dai piedi la squadra più temuta e più vicina, la Lazio. La pausa non è stata un danno, al contrario, è stata un vantaggio. Il danno lo hanno procurato giocatori che in questa parte di stagione (ma anche prima) non hanno inciso per niente. Molti vedono in Rabiot un’ascesa prepotente. Mah. Se si fa eccezione per il fantastico quanto inutile gol contro il Milan non troviamo tracce di grandezza nel campionato del francese. Ma peggio, molto peggio, hanno fatto Ramsey e Bernardeschi, giocatori che restano sempre ai margini. E’ difficile capire perché Sarri abbia deciso di puntare così a lungo sull’inconsistente ex viola, escludendo alternative come quella di Cuadrado (con Danilo terzino) o di Rabiot esterno (con Matuidi in mezzo). Quanto alle partite del gallese sono incomprensibili, va dalla parte opposta della Juve, è come se non avesse capito non solo le indicazioni di Sarri ma nemmeno le esigenze della squadra.
Così la Juve si è aggrappata non alla squadra, non alla forza della sua storia e della sua natura, ma ai suoi unici individualisti, Dybala e Ronaldo, autentici fenomeni privi di qualsiasi concetto di collettivo. In due hanno segnato 41 gol su un totale di 73. Se si pensa che Dybala stava per essere ceduto, non c’è da stare allegri.
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