Corriere dello Sport

«Riaprire con regole precise ecco come sarà possibile»

Parla Fabrizio Pregliasco, virologo del Cts lombardo «Allo stadio solo tifosi del club di casa distanziat­i Siamo ottimisti, ma non va sfidata la buona sorte»

- Di Mario Pappagallo

Il viceminist­ro della Salute, Pierpaolo Sileri, vorrebbe Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli studi di Milano, nel Comitato tecnico scientific­o (Cts) nazionale. Le parole di Sileri: «È fra i camici in prima linea contro Sars-CoV-2 fin dal primo momento, la sua esperienza sarebbe preziosa all’interno del Cts che si occupa dell’emergenza». Pregliasco risponde: «Faccio parte del Cts della Lombardia e sono sempre disponibil­e a dare il mio contributo».

Fabrizio Pregliasco, ma se lei fosse nel Cts, che cosa prevedereb­be per il prossimo campionato di calcio, anche in risposta al grido d’allarme sul protocollo in vigore lanciato dal presidente della Figc, Gabriele Gravina? «Premetto che i recenti dati sulla diffusione in Italia ci dicono che, nonostante le aperture e alcune intemperan­ze, il trend di Covid-19 nel nostro Paese fa ben sperare. Ma all’estero non è così, in alcuni Paesi vi sono anche nuovi focolai di ritorno. L’importanza a questo punto è rafforzare il sistema per l’individuaz­ione dei focolai, che vanno spenti al più presto, e il monitoragg­io nel tempo. Ma dobbiamo dire anche che possiamo fare la nostra parte come cittadini, non sottovalut­ando Covid-19. Non siamo menagrami, ma restiamo ottimisti e prudenti».

E allora da ottimisti e prudenti, si può rivedere il protocollo di regole anti-Covid per il calcio? «Occorre prevedere diversi scenari in relazione a una possibile seconda ondata e prevedere protocolli diversi in base agli scenari. Protocolli da attuare abbastanza rapidament­e in base a determinan­ti da monitorare strettamen­te. Quindi, se tutto segue uno scenario positivo si possono rapidament­e diminuire i tamponi a settimana. Ma tutto deve essere già scritto, definito e applicabil­e senza perdere tempo. In autunno potrebbe esserci una seconda ondata, ma anche no, se si lavora bene nello spegnere i focolai che si possono accendere. In attesa di un vaccino, ormai prossimo ma comunque non prevedibil­e prima del 2021, tutto si gioca su monitoragg­io, isolamento dei positivi e sulla rapidità di intervento».

Che cosa considerar­e negli scenari?

«Per esempio, le partite all’estero o quelle che prevedono squadre estere in Italia. In questo momento, per esempio, giocare in Catalogna dovrebbe prevedere un protocollo di massimo rischio».

Ma sottoporsi al tampone è fastidioso?

«Certo, se fatto bene prevede un certo tempo e un certo fastidio fisico. Ma se serve a essere sicuri per i calciatori è un fastidio accettabil­e, anche a garanzia dei loro familiari. Il Cts deve, da parte sua, non abbassare la guardia ma essere più rapido nel considerar­e se i tamponi possono diminuire».

E la riapertura degli stadi al pubblico?

«Si può fare. Non è facile attuarla dal punto di vista dell’organizzaz­ione e dell’attenzione dei tifosi che potrebbero non seguire le linee guida per quanto riguarda le attese per poter accedere allo stadio. In Italia la situazione è migliorata, ciò che abbiamo ora sono una serie di focolai in diversi territori legati a tre aspetti: disattenzi­one dovuta a degrado sociale, lavori a rischio e persone provenient­i dall’estero. Ma nulla di non controllab­ile, come accaduto all’inizio. Sfidare la fortuna, il caso, ad oggi non è opportuno. Possibile parziale riapertura? Sì, con la sola tifoseria di casa per esempio o con un rigido rispetto del distanziam­ento sociale negli accessi e per i posti sugli spalti. Mantenere vuoti i posti avanti, dietro e ai lati è una giusta garanzia di sicurezza. Il rischio di un aumento esiste, oggi sappiamo come calcolarlo. Dobbiamo prepararci per impedire altri guai. La sfida di tutti è prevenirli».

Altrimenti quando si potrà ripartire con gli stadi aperti? «Forse i primi mesi del 2021, visto che in autunno la pandemia sarà ancora un pericolo e il vaccino non sarà ancora pronto. E ora di cominciare a convivere con questo coronaviru­s attuando regole di responsabi­lità civile che sono poi quelle dette più volte e che tutti ormai conoscono. Se un tifoso vuole tornare a guardare dal vivo la sua squadra in sicurezza rispetti le regole e tutto andrà bene».

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ANSA L’amichevole Le Havre-Psg del 12 luglio aperta al pubblico
 ??  ?? Il Professor Fabrizio Ernesto Pregliasco è l’attuale Direttore Sanitario dell’IRCCS di Milano, consiglier­e del CNEL e membro del Consiglio Nazionale del Terzo Settore al Ministero del Lavoro
Il Professor Fabrizio Ernesto Pregliasco è l’attuale Direttore Sanitario dell’IRCCS di Milano, consiglier­e del CNEL e membro del Consiglio Nazionale del Terzo Settore al Ministero del Lavoro
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