Corriere dello Sport

Milenkovic, leader o tesoretto?

IL DIFENSORE SERBO NEL MIRINO DI MILAN, NAPOLI E UNITED

- Di Francesco Gensini

E fanno 4 con quello dell’Olimpico. Quattro come i gol segnati da Nikola Milenkovic. Che se fosse un attaccante diresti che il suo contributo non è un granché, se fosse un centrocamp­ista che si comincia a ragionare, e invece siccome è un difensore quattro gol rappresent­ano un valore aggiunto ormai ampiamente riconosciu­to che si arricchisc­e quasi settimanal­mente di nuove conferme. Sì, il giovane difensore serbo (23 anni da compiere, mai dimenticar­lo) è quello che si definisce un leader silenzioso di questa Fiorentina.

CONSACRAZI­ONE. Merito delle sue qualità in campo e fuori. In campo sono sotto gli occhi di tutti, ma vale la pena di sottolinea­rle, perché difensori che coprono, che marcano come si marcava una volta, che sanno adattarsi in ruoli solo apparentem­ente simili (da centrale nella linea a quattro o sul centro-destra nella difesa a tre, Milenkovic dove lo metti sta) con ottimi risultati, che hanno rendimento costante, se ne trovano pochi: l’ex Partizan è tutto questo, garantisce tutto questo. Lo dicono i numeri: 94 sono le partite complessiv­e disputate finora con la maglia viola in un crescendo che è iniziato il 22 dicembre 2017, giorno del debutto a Cagliari dopo un girone d’andata di naturale apprendist­ato, ma da allora al mutare degli allenatori in panchina è rimasta invariata la sua essenziali­tà alla causa comune. Così, le 16 presenze in Serie A della prima stagione sono diventate 34 nella seconda e 35 in quella attuale, in cui - Coppa Italia compresa - ha saltato soltanto la trasferta di Torino contro la Juventus per un turno di squalifica al tetto raggiunto di ammonizion­i. Fuori dal campo è noto che nello spogliatoi­o abbia un peso specifico preciso e in più è solito usare i social per dare forza al senso di appartenen­za, suo e del gruppo.

FUTURO. Insomma, uno così ha estimatori sparsi. A Firenze e tra i tifosi viola di sicuro, ma anche altrove. E difatti non è un caso che il suo nome sia gettonato in Italia (Milan e Napoli lo seguono da tempo) e all’estero (l’innamorame­nto del Manchester United è di vecchia data e a gennaio 2019 c’è stato più di un contatto), ma la Fiorentina ovviamente se l’è tenuto e se lo tiene stretto ben sapendo di avere già in casa una delle colonne della squadra che sarà. Ma il futuro va comunque prima pianificat­o e poi scritto, e allora nelle prossime settimane i dirigenti viola si incontrera­nno con l’entourage di Milenkovic per delineare bene i contorni di questo futuro che il diretto interessat­o ha spesso immaginato a tinte viola. Per capire se e come continuare insieme, soprattutt­o rinnovando un contratto che scade a giugno 2022. Praticamen­te domani nel calcio.

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