COSÌ BARROW HA FOLGORATO IL BOLOGNA
La storia ed i retroscena dell’arrivo del gambiano Sabatini e Bigon lo volevano già la scorsa estate. Miha preferiva uno come Inglese, ma a dicembre...
Pensate che l’idea Musa Barrow albergava nella testa sia di Walter Sabatini che di Riccardo Bigon addirittura dal mese di giugno. Bigon chiese un parere a Sabatini sul conto del ragazzo dell’Atalanta e tutti e due concordarono sulle sue grandi potenzialità, ma poi decisero di non parlarne con Sinisa Mihajlovic. Che una prima punta la voleva, ma avrebbe voluto Roberto Inglese o quanto meno uno che gli assomigliasse, e non un attaccante con le caratteristiche di Christian Kouame, allora del Genoa e oggi della Fiorentina, propostogli dai responsabili dell’area tecnica rossoblù.
Sì, Kouame è accostabile proprio a Barrow per come lavora, corre e si muove dentro al campo. Come dire: se due più due fa quattro, molto probabilmente in quei giorni Sinisa avrebbe voltato le spalle anche al ragazzo del Gambia, nel caso in cui Sabatini e Bigon gli avessero fatto il suo nome. Ritenendo che il Bologna avesse bisogno di un attaccante che sapesse vivere in area di rigore, avesse una decina di gol addosso e al tempo stesso giocasse anche con la squadra e per la squadra. Morale: non potendo arrivare a Inglese, alla fine Mihajlovic scelse di responsabilizzare Mattia Destro dopo una chiacchierata tra i due in Sardegna.
UN COLPO DI FULMINE. Arriviamo al 15 dicembre, che è il giorno del colpo di fulmine di Sinisa nei confronti di Barrow. Che in quel Bologna-Atalanta finita 2-1 per i rossoblù entra in campo al minuto 9 del secondo tempo al posto di Freuler. Il ragazzo gambiano corre, rincorre, salta l’uomo creando la superiorità numerica, regala a Pasalic l’assist dell’1-2: è vero che sbaglia un gol che sembra fatto ma è altrettanto vero che di colpo con lui in campo la difesa del Bologna comincia a vivere di grandi affanni. E poi guardandolo bene mentre passa davanti alla sua panchina, a Sinisa sembra anche più strutturato rispetto all’idea che si era fatto seguendolo in televisione. Volete sapere cosa accade a partita finita? Miha rientra negli spogliatoi e la prima cosa che dice a Sabatini e a Bigon è che Barrow sarebbe l’attaccante ideale per le necessità del Bologna. Che rispetto all'estate sono cambiate, perché Palacio come prima punta è estremamente costruttivo per la squadra e di conseguenza Sinisa è deciso ad andare avanti con lui.
Per quale motivo Barrow sarebbe il rinforzo ideale? Primo punto: può essere impiegato sia da esterno che da prima punta.
Secondo punto: essendo giovane e abituato com’è all’Atalanta ad attraversare le partite in panchina alla luce dei fenomeni sui quali può contare Gian Piero Gasperini non altererebbe alcun equilibrio nello spogliatoio. «Dai, fate il possibile per prenderlo», la nuova raccomandazione di Mihajlovic ai responsabili dell’area tecnica del Bologna.
LA GIOIA DI SABATINI E BIGON. Se da una parte Sabatini e Bigon gonfiarono il petto per quella richiesta di Sinisa, da un’altra temerono di non farcela ad accontentarlo, sapendo bene come quella dell’Atalanta sia una bottega molto cara. Tra l’altro, in tempi non sospetti, avevano già domandato a Luca Percassi quale fosse la valutazione di Barrow e la risposta dell’amministratore delegato della Dea fu «per Musa vogliamo 20 milioni». Ma con un’unità di intenti così forte Sabatini e Bigon dovevano per forza tornare all’assalto, soprattutto dopo che Luca Percassi aveva aperto alla possibilità di un’operazione con la formula del prestito con obbligo di riscatto e l’inserimento di alcuni bonus.
A questo punto i due dirigenti rossoblù chiamarono anche Luigi Sorrentino, agente di Barrow, per rendersi conto della volontà del ragazzo gambiano, che evidenziò da subito la gioia di arrivare al Bologna. Mettendolo davanti al Torino, perché Barrow si era già convinto che Sinisa sarebbe stato l’allenatore giusto per la sua crescita e per niente al mondo avrebbe cambiato la sua idea. Costo dell’affare: 13 milioni di euro più 6 di bonus. Ora che Musa ha conquistato tutti e non solo per i suoi nove gol segnati, si può dire che quel 15 dicembre è stato davvero un giorno benedetto sia per il Bologna che per il ragazzo del Gambia.
In queste settimane di felicità che il campo gli regala Barrow deve convivere anche con una grande amarezza: a fine campionato non potrà raggiungere la mamma e gli altri suoi familiari in Gambia per evitare di essere sottoposto alla quarantena.
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