Corriere dello Sport

Suppo: Marquez ancora in corsa Rossi ha ragione

L’ex manager di Honda e Ducati e un campionato incertissi­mo «Valentino nell’ultimo Gp è rinato giusto chiedere aiuto alla Yamaha»

- Di Serena Zunino

così brutto che non poteva essere vero. Speriamo di aver imboccato la strada giusta. Io lo dicevo, alla Yamaha: questa moto con me non funziona, ho bisogno di cambiare l’assetto. Ma è stata dura, convincerl­i: ‘Quartararo e Viñales vanno fortissimo, impara da loro’, mi hanno fatto capire. La Yamaha deve aiutarmi a personaliz­zare la mia moto. Ho bisogno che credano in me: perché quest’anno e il prossimo correrò ancora per loro; abbiamo intrapreso una nuova strada, è soltanto l’inizio. E sono sicuro: torneremo a divertirci. Sono ottimista per Brno, speriamo di essere nella direzione giusta». Il classico quarantune­nne, no?

2022. In una categoria affollata da ragazzi nati a metà anni ’90, cioè quando Valentino era già “il figlio di Graziano Rossi intenziona­to a farsi largo nelle due ruote”, Rossi non molla. Manca soltanto l’accordo per il numero di persone che lo seguiranno nel Team Petronas, e magari l’annuncio arriverà fra sei settimane, nei due GP di Misano. La Yamaha non svilupperà la M1 secondo le sue direttive, perché Viñales e soprattutt­o Quartararo recitano da anti-Marquez, e rappresent­ano presente e futuro. Ma non è fuorviante pensare che certe richieste del Dottore verranno soddisfatt­e. Senza dimenticar­e che Petronas, dove sarà affiancato da Franco Morbidelli, è il più strutturat­o tra i team satellite della MotoGP.

Anche per questo, pochi giorni fa, Valentino diceva: «Correrò nel 2021, e nella pausa estiva decideremo con il team e con la Yamaha se correre anche nel 2022. Sì, perché mi sembrava brutto andare da Petronas sapendo in partenza che sarebbe stato il mio ultimo anno». Il tassametro continua a correre... «Inizio la settimana con nuova energia, ma prima voglio condivider­e con voi alcuni scatti». Così Marc Marquez ha commentato su Instagram le radiografi­e dell’omero destro prima e dopo l’intervento. Operato martedì 21, ha provato sabato a scendere in pista a Jerez, ma in Q1 ha gettato la spugna per il dolore e per la mancanza di sensibilit­à.

Dal dominio Yamaha, che a Jerez ha monopolizz­ato il podio con Quartararo, Viñales e Rossi, al tentativo di Marquez di gareggiare appena quattro giorni dopo l’operazione all’omero. L’ex manager di Honda e Ducati, Livio Suppo, dice la sua.

Il fine settimana è iniziato con il colpo di scena di Marquez. Pensa che abbia fatto bene a provarci?

«Dal suo punto di vista sì, se non l’avesse fatto non sarebbe stato a posto con la coscienza. Fossi stato ancora in Honda avrei provato a convincerl­o a non farlo: il rischio che peggiorass­e la situazione rispetto a prendere dei punti importanti era troppo elevato. Ma conosco Marc, se si era messo in testa di provarci a tutti i costi avrebbe voluto farlo. Speriamo che, per la spettacola­rità del campionato, possa recuperare velocement­e».

Come vede ora la lotta al titolo? «Se si presenta a Brno quasi al top della forma, ci sono ancora tanti punti a disposizio­ne. Il problema è capire quanto impiegherà a tornare al 100%. Se Marc dovesse essere ancora malandato per tre o quattro gare, a quel punto sarebbe impossibil­e la rimonta. Però bisogna anche considerar­e il problema che Yamaha ha con i motori. Se iniziano a fare degli zero per l’inaffidabi­lità della moto, allora il campionato può riaprirsi».

Dopo i primi due GP, che lettura dà al campionato?

«Yamaha è molto in forma e, anche se si è visto solo nella prima gara, Marquez continua a essere una spanna sopra gli altri. La rimonta che ha fatto è stata imbarazzan­te. Mi ha ricordato molto quella che fece Valentino nel 2003 a Barcellona, quando era in battaglia con Loris Capirossi e superò i vari Baggi e Gibernau come birilli. Con un campionato così non sarà facile per Marc, ma sarà interessan­te capire se riuscirà a recuperare quei punti persi. Immagino che si vedranno delle belle battaglie tra lui, Quartararo e Viñales».

La Ducati invece come la giudica?

«È difficile da interpreta­re. Domenica Bagnaia stava andando fortissimo, e di questo ne sono molto felice, poi è stato molto sfortunato. Le prestazion­i di Dovizioso e Petrucci sono più difficili da spiegare. Per come andava Bagnaia ci si aspettava anche un Dovizioso così forte. Penso che su piste a lui più favorevoli, Dovizioso tornerà a fare quello che ha fatto negli ultimi anni».

Consideran­do che il mercato Ducati è ancora aperto, potrebbero pensare a portare Bagnaia nel team ufficiale? «Intanto non capisco perché, in rari casi, come per esempio Quartararo, c’è questa fretta di ingaggiare i piloti per l’anno successivo. Quando ho iniziato io le trattative partivano ad agosto. Comunque, fossi in Ducati aspetterei qualche gara».

Come vede ora la Honda senza Marquez?

«Quando una casa è così concentrat­a su un unico top rider, come la Honda lo è su Marquez, è condiziona­ta da quel pilota. Un po’ come quando Ducati aveva Stoner. Nakagami ha ottenuto un buon quarto posto, è stato bravo, ma se si fosse svegliato prima avrebbe potuto lottare con Rossi per il podio».

E Valentino? Che ha chiesto chiarament­e aiuti tecnici alla Yamaha?

«Premesso che non conosco i dettagli, Yamaha arriva da qualche anno in cui ha fatto fatica e nel 2019 è arrivato magicament­e Quartararo che nessuno si aspettava così forte. La M1 è così tornata a essere una moto in grado di andare molto forte. Capisco che gli ingegneri, davanti a quei risultati, dicano che la moto è competitiv­a. Però Valentino è stato un altro pilota tra il primo e il secondo GP, quindi dal suo punto di vista ha ragione anche lui».

In arrivo l’annuncio dell’accordo con Petronas per il 2021 Da valutare il 2022

«Se Marc a Brno dovesse tornare al 100%, potrà recuperare»

«Bravo Bagnaia ma fossi in Ducati aspetterei prima di... promuoverl­o»

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GETTY Il manager torinese Livio Suppo, 55 anni, ex Ducati e Suzuki

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