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Quarto tempo all time: «Non me l’aspettavo avevo solo tanta voglia di gareggiare»
Podi internazionali
Classe 2005, Benedetta Pilato ha già vinto tre medaglie internazionali a livello assoluto: nei 50 rana l’argento mondiale a Gwangju 2019 e l’oro europeo in vasca corta l’inverno scorso a Glasgow. Sempre a Glasgow l’argento con la 4x50 mista
Ha sorpreso tutti, anche se stessa, Benedetta Pilato con l’1’07”06 che la proietta nel gotha dei 100 rana, proprio nel giorno in cui si sarebbero dovute svolgere a Tokyo le prime finali del programma olimpico. Non era nei piani l’Olimpiade di Tokyo per la vice campionessa mondiale dei 50 rana che, come è noto, non fanno parte del programma a Cinque Cerchi. Non lo poteva essere perché fino a domenica c’erano due specialiste, Martina Carraro e Arianna Castiglioni, nettamente più forti di lei.
NUOVO CORSO. Appunto, fino a domenica perché con quel crono Benedetta Pilato è salita al quarto posto all time in Italia o addirittura al terzo se si escludono le prestazioni con il costumone e si è spinta fino a sette decimi dal record italiano che valse un anno fa esatto il bronzo iridato a Martina Carraro: «Non era in programma, non ce lo aspettavamo - ammette, candidamente, la nuotatrice tarantina – certo, la voglia di gareggiare era tanta ma, con tutto il rispetto per i campionati regionali e per le mie avversarie, la gara importante è fra due settimane a Roma e mi aspettavo forse lì di fare l’exploit, anche se domenica mi sentivo molto bene ed ero convinta di potermi migliorare. Ma non di oltre un secondo con un tempo così buono».
SALTO IN AVANTI. Benedetta Pilato prova a spiegarsi un passo avanti così imponente in un percorso di crescita che sembrava bloccato sulla distanza dei 100 rana, la prima “disponibile” a livello olimpico ma la quindicenne pugliese non trova una vera motivazione: «Abbiamo sicuramente svolto un buon lavoro durante lo stop - prosegue - avevo nuotato due volte i 100 rana prima del lockdown, in contesti non certo di primo piano e i riscontri non erano troppo positivi. In questi cinque mesi sono cresciuta anche fisicamente e tecnicamente sono riuscita ad allenarmi bene visto che sono rimasta fuori dall’acqua praticamente per il solo mese di aprile. Non abbiamo fatto nulla di particolarmente diverso, qualcosa in più a livello di resistenza ma niente che non avevamo già fatto ad esempio lo scorso anno».
SCELTA. Una cosa è certa: nessuno più le chiederà se si accontenterà di andare forte sui 50 o punterà anche ai 100: «Questo, in effetti, può essere un vantaggio perché questa era la domanda classica che mi facevano un po’ tutti e mi ero stancata di sentirmela porre - conclude Benedetta Pilato - ora l’Olimpiade diventa un obiettivo quantomeno possibile ma continuo a lavorare sapendo che sarebbe una vera impresa riuscire a qualificarmi e che, se non arrivasse la carta per Tokyo, ci saranno tante altre gare importanti da qui a Parigi. A Roma tra due settimane non mi concentrerò solo sui 100 perché la mia gara preferita sono i 50 e domenica non è che mi siano venuti benissimo. Certo sarà una bella sfida con Arianna e Martina e finalmente, grazie al mio tempo, riuscirò ad avere una corsia centrale sui 100, visto che finora, quando sono riuscita a centrare le finali, ero sempre relegata nelle corsie laterali e non potevo avere troppi riferimenti. Sarà bello sfidarle e magari ci sarà anche lo stimolo giusto per migliorare ulteriormente il personale».
PROSPETTIVE. Ora tutto cambia. E’ vero che il suo livello tecnico dei 50 è ancora nettamente superiore ma un progresso del genere nella distanza più lunga subito dopo il lockdown è un bel segnale. E un altro segnale potrebbe arrivare dal programma olimpico, non a Tokyo ma magari a partire da Parigi 2024: la Fina, la federazione internazionale di nuoto, sta spingendo per far inserire le prove da 50 a farfalla, dorso e rana anche nelle rassegne a cinque cerchi (al momento la gara più breve è prevista soltanto per lo stile libero). Andasse in porto questo percorso, per Benedetta sarebbe davvero il massimo: nei 50 rana è già straordinaria, nei 100 “rischia” di diventarlo. Le prospettive potrebbero diventare ancora più rosee.
«Ora l’Olimpiade è un obiettivo e se non sarà Tokyo punto su Parigi»