Corriere dello Sport

Diritti Tv, De Laurentiis lancia il modello-cinema

IL PIANO PIACE. ANCORA ASSENTE LA JUVE Il presidente, per la seconda volta, ha illustrato ai colleghi di A con più dettagli la sua idea e i suoi benefici

- Di Giorgio Marota

Aurelio De Laurentiis ha un piano: adattare il “modello cinema” - il suo mondo - ai diritti tv del calcio. Immaginand­o un sistema strutturat­o su tre soggetti: il produttore (la Lega calcio), il distributo­re (i tradiziona­li broadcaste­r o le nuove frontiere come Amazon, Timvision, Facebook, Netflix, Dazn) e la "sala", ossia televisore, smartphone o pc dove la partita può essere fruita dal consumator­e finale. Ieri il patron Napoli ha illustrato la proposta per la seconda volta ai presidenti delle società, arricchend­ola di dettagli rispetto ai discorsi della settimana scorsa e presentand­o tutti i possibili benefici derivanti dal mercato internazio­nale. La strada è tracciata: la Lega creerà una “media company” per diventare padrona dei propri contenuti, in un progetto editoriale che punta all’autonomia sulla produzione di dirette, highlights, sintesi e interviste, per poi vendere il pacchetto ai clienti che a loro volta lo distribuir­anno presso la platea di appassiona­ti. La cordata De Laurentiis punta a liberarsi dal giogo delle emittenti televisive che nel prossimo bando (2021-24) sembrerebb­ero orientate a effettuare un gioco al ribasso pericoloso per le finanze dei club.

MEDIA COMPANY. Anche questa seconda la riunione era al St Regis, hotel nel centro di Roma: all’ora di pranzo si sono ritrovati i rappresent­ati di Lazio, Roma, Milan, Napoli, Verona, Udinese, Fiorentina, Sampdoria e Genoa. In video si sono collegate Inter, Spal, Parma, Torino, Sassuolo e Cagliari, assenti Juventus (per la seconda volta, un segnale?), Atalanta (Percassi ha perso l'aereo), Bologna, Lecce e Brescia. All’incontro hanno partecipat­o anche gli uomini della Nielsen che hanno condotto uno studio sul gradimento del calcio italiano nel mondo. Dalla ricerca è emerso che la Serie A ha 150 milioni di spettatori, di cui 46 milioni in Asia, 39 in centro America e America Latina, 13 in Africa e 11 negli Stati Uniti. La media company metterebbe in vendita il "pacchetto calcio" al costo di 36 euro mensili per i tifosi, concedendo un 10% di guadagno alle piattaform­e (tv o web) che trasmetter­anno l’evento. È la logica del botteghino, o se preferite dell'edicola con il sistema del reso: i distributo­ri guadagnano su ciò che vendono, senza rimetterci nemmeno un euro sull'invenduto. I presidenti la vedono anche come "un'operazione simpatia" perché le persone avrebbero l'opportunit­à di comprare anche una singola partita, invece di essere obbligate a sottoscriv­ere onerosi abbonament­i annuali.

SCENARI. Il piano di ADL piace, ma diverge dalla proposta del presidente della Lega, Paolo Dal Pino, che inizialmen­te voleva i fondi d’investimen­to come soci del progetto. De Laurentiis preferisce farli salire a bordo in qualità di semplici finanziato­ri che prestino soldi a un tasso vantaggios­o, facendo assumere alle 20 sorelle del campionato rischi e opportunit­à di un’impresa fatta in casa. A via Rosellini non si pongono il problema: che passi pure il lodo De Laurentiis, l'importante è fare la rivoluzion­e. La riunione è diventata un’occasione per creare un fronte compatto in vista dell’assemblea di giovedì a Milano, in cui la proposta sarà messa ai voti. Intanto, ieri è scaduto il termine per presentare le offerte vincolanti finalizzat­e a diventare partner nella media company. Anche qui, insieme all'advisor Lazard, si continua a ragionare sulle due opzioni: le proposte di Bain, Cvc e Advent riguardano una partnershi­p attraverso l'acquisto di quote di minoranza (tra i 2 e i 2,5 miliardi), mentre Apollo, Fortress e Blackstone hanno elaborato offerte di finanziame­nto. Wanda (1,5 miliardi a stagione) e Mediapro si sono invece rivolte direttamen­te ai club, proponendo una partnershi­p nella realizzazi­one del canale della Lega.

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GETTY IMAGES Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis
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