Sos Gravina: Protocollo inapplicabile
Il presidente federale guarda già alla prossima stagione. E vede nero «Il protocollo è stato applicato nell’emergenza. Adesso basta: deve cambiare con realismo Ma siamo già in grave ritardo»
Il presidente della Figc preoccupato per l’avvio della prossima stagione «Si trovino altre soluzioni»
Gravina lancia l’allarme. Dopo aver vinto la sua battaglia per la ripresa dell’attività agonistica, il presidente federale è già proiettato verso la nuova stagione. Che comincerà a ridosso di quella attuale e per la quale ha individuato un’evidente criticità: il protocollo. Quello che sta permettendo di arrivare in fondo a questa annata, infatti, non potrà essere riproposto anche per quella che comincerà già il prossimo settembre. «Ritengo che sia inapplicabile da questo momento in avanti. Credo sia impegnativo per le società e per gli stessi atleti», ha affermato Gravina, intervenendo a “La Politica nel Pallone”, su Rai Gr Parlamento. La Federazione, peraltro, si è già mossa per ottenere una correzione di rotta. Un paio di settimane fa, c’è stata la richiesta al Comitato Tecnico Scientifico del Governo di modificare alcune delle norme contenute nel protocollo.
ADEGUARSI AL PAESE. E’ stata individuata un’esigenza principale: ridurre la frequenza dei tamponi. Ad oggi, infatti, il gruppo-squadra continua ad essere sottoposto ai test ogni 4 giorni. E, da questo punto di vista, il sistema ha dimostrato di poter reggere. Sono state registrate solo due positività, che, peraltro, nei controlli successivi si sono rivelate “false”. E’ arrivato il momento, però, di adeguarsi alla realtà del Paese, che ha preso ormai una certa direzione. «Bisogna essere realisti ha insistito Gravina -. Abbiamo applicato il protocollo in una situazione di emergenza per un brevissimo periodo di tempo, ma immaginare di continuare ad applicarlo fino alla fine della prossima stagione sportiva, con tamponi ogni 4 giorni, è impossibile. Sarebbe una violenza fisica verso i giocatori. Bisogna trovare delle altre soluzioni». Peraltro, c’è anche un discorso di costi significativi da sostenere, che solo i club di serie A e di serie B sono stati in grado di prendersene carico. E’ stato impossibile, invece, per i Dilettanti, che, infatti, non hanno potuto riprendere l’attività. Ebbene, se quel protocollo rimanesse in vigore, quel calcio, oltre a quello dei settori giovanili, non potrebbe ricominciare nemmeno nella prossima stagione. Una delle idee sarebbe quella di aumentare gli intervalli tra un esame e l’altro, ricorrendo invece ai test sierologici, arrivando ad un sistema di controllo meno impattante.
RITARDO. La risposta del Cts ancora non c’è stata. O meglio, una decina di giorni fa, il messaggio recapitato in Federazione è stato: aspettiamo la fine del campionato, perché la curva dei contagi non si sta abbassando. Il tempo stringe, però, perché se, ad esempio, il prossimo campionato di serie A comincerà il 12 settembre, i primi ritiri delle squadre scatteranno già a metà agosto. «Sono molto ma molto preoccupato. Siamo in grandissimo ritardo nella conoscenza delle nuove procedure da seguire. Non sap
«È insostenibile per tutto il sistema prevedere ancora esami ogni 4 giorni»
piamo questo stato d'emergenza per quanto tempo ancora sarà prorogato», ha ribadito Gravina. Arrivare lunghi potrebbe complicare il via del nuovo campionato per il 12 settembre, una data individuata per riuscire a completare una stagione densissima di impegni. «Così potremo avere un calendario tranquillo, che dia spazio alle attività internazionali e che permetta a Mancini la preparazione e lo svolgimento nel campionato europeo». A proposito del ct azzurro, Gravina è intervenuto anche sulla questione Lippi. «Il pranzo con lui? Capita spesso, c'è un rapporto di amicizia consolidato in tanti anni. Con Mancini non c'è nessun problema, il rapporto è molto forte e solido. Vorrà dire che la prossima volta lo inviteremo». E per concludere, i complimenti alla Juve campione d’Italia: «Il club bianconero ha dimostrato di essere avanti e di essere una realtà al passo con l'Europa».
«Aspetto risposte dal Cts per avere un calendario che sia tranquillo»