Immobile sul trono d’Europa
Sta stracciando ogni record, salirebbe sul podio della Serie A degli ultimi Può vincere la Scarpa d’Oro tredici anni dopo Totti: nelle ultime 4 stagioni ha tenuto lo stesso ritmo di Messi, Lewandowski e CR7. E’ tra i grandi d’Italia
L’attaccante della Lazio alla conquista della Scarpa d’Oro 13 anni dopo Totti. La Premier lo corteggia, Lotito lo blinda
Basta un dato per descrivere con precisione la grandezza di Ciro Immobile. Nelle ultime quattro stagioni soltanto tre fuoriclasse, in giro per l’Europa, hanno segnato di più in campionato. Si chiamano Leo Messi (132), Robert Lewandowski (115) e Cristiano Ronaldo (103). Pensando per un attimo che la Lazio di Inzaghi, per quanto reduce da una stagione quasi da scudetto, non possa essere minimamente paragonata come livello e abbondanza di campioni al Barcellona, al Bayern Monaco, al Real Madrid e alla Juve, si comprende la portata e la dimensione raggiunta dal centravanti azzurro, a cui il ct Mancini non ha ancora disegnato la nazionale su misura per sfruttarne in pieno le capacità realizzative. Quest’anno, salvo colpi di coda di CR7 negli ultimi 180 minuti della Serie A, Immobile ha messo la freccia e ha sorpassato tutti. Può vincere la Scarpa d’Oro e può strappare a Higuain il primato assoluto nel nostro campionato (36 stabilito nel 2015/16) se riuscirà a segnare altri tre gol nelle ultime due partite con Brescia e Napoli.
SCARPA D’ORO. La tripletta realizzata al Bentegodi gli è servita per agganciare Robert Lewandowski a quota 34. Il polacco del Bayern Monaco, in caso di arrivo ex aequo, manterrebbe il primo posto per essere stato meno minuti in campo (la Bundesliga si articola su 34 giornate), ma tutta la Lazio ha promesso a Ciro il massimo sostegno per compiere l’ultimo sforzo ed entrare nella storia, sventando anche il possibile rilancio di Ronaldo, ora in ritardo di tre lunghezze. Totti nel 2007 e Toni l’anno precedente sono stati gli ultimi due italiani, campioni del mondo con il ct Lippi, a vincere la Scarpa d’Oro. Immobile è un leader e un campione di generosità, come tutti lo vedono sul campo e lo conoscono ancora meglio a Formello, dove sanno benissimo che tipo di lavoro abbia portato avanti e quale mentalità stia cercando di trasmettere all’interno dello spogliatoio. Chiusa la partita di Verona, il suo primo pensiero è stato ringraziare i compagni per l’aiuto ricevuto: senza la Lazio alle spalle, non sarebbe riuscito a segnare 123 gol in quattro anni, di cui 101 in campionato. Nella classifica all time del club biancoceleste è già salito sul podio. Dopo Bruno Giordano, fermo a quota 108 gol, ha scavalcato una leggenda come Giorgio Chinaglia (122) e ha messo Beppe Signori (127) nel mirino. Non a caso, l’ex numero 11 esploso sotto la guida di Zeman riuscì a vincere per tre volte la classifica dei marcatori della Serie A. Immobile è vicinissimo al suo terzo titolo. Si era già imposto nel 2013/14 con il Torino (22 gol) e nel 2017/18 divise il primato con Icardi dell’Inter a quota 29 in una volata Champions condizionata dal suo infortunio muscolare. Anche due anni fa era entrato in corsa per la Scarpa d’Oro.
PIOLA NEL MIRINO. Inzaghi, studiando il calcio verticale della Lazio, lo ha messo nelle condizioni migliori per sfruttare il suo talento attraverso l’attacco alla porta in profondità. Ciro ha realizzato 23 gol al suo primo campionato in biancoceleste, 29 al secondo, appena 15 al terzo e ora è già arrivato a 34. Costanza di rendimento. Continuando di questo passo, riuscirebbe già tra un anno, massimo due, a raggiungere e superare Silvio Piola, il più grande attaccante italiano di tutti i tempi, primo alla Lazio con 159 reti.
TOP TEN. Allargando l’orizzonte al calcio italiano, Immobile è già salito al trentasettesimo posto della classifica marcatori all time della Serie A con 133 gol. Aveva appena staccato nomi come Altobelli, Pascutti, Graziani, Bettega, Rivera e Ibrahimovic, ha raggiunto Pruzzo avendo giocato molto meno rispetto all’ex centravanti della Roma (331 presenze contro 223). Tra i giocatori in attività, è il secondo in Italia dietro a Quagliarella, diciassettesimo con 164 reti. Se andiamo, invece, a studiare la media, Immobile entra addirittura nella top ten di ogni tempo del nostro calcio: 0,60 gol per partita. Sarebbe ottavo in classifica dietro a Nordhal (Milan e Roma), Boffi (Milan), Nyers (Inter e Roma), Hansen (Juve e Lazio), Schiavio (Bologna), Charles (Juve e Roma) e Van Basten (Milan). Meglio di mostri sacri come Meazza (Inter, Milan, Juve) e Bastistuta (Fiorentina, Roma e Inter). Appartiene alla galleria dei grandissimi, molti si perdono nella notte dei tempi e in epoche pionieristiche del calcio. Diciamo, in estrema sintesi, che si troverebbe sul podio degli ultimi cinquant’anni con Van Basten e Batistuta, rispetto ai quali non ha avuto la possibilità di vincere uno scudetto.
EUROPEI. Da Bergamo (20 agosto 2016) a Verona (26 luglio 2020) Ciro ha realizzato 101 gol in 140 presenze di campionato con la Lazio. Solo uno dei suoi predecessori impiegò meno partite (134 partite) per sfondare il muro dei cento gol: ci riuscì Bobo Vieri con l’Inter tra il Duemila e il 2005. L’Europa si è accorta di lui, Mancini non ancora. Nell’estate 2021 gli Europei rinviati di un anno dovranno diventare il coronamento di una carriera esemplare e mai troppo celebrata.