Corriere dello Sport

A Conte serve fantasia

- di Giuliano Riva

Cosa serve per colmare la differenza con la Juve? L’interrogat­ivo che, da nove anni, assilla i tifosi dell’Inter in cerca di risposte capaci di attenuare il mal di stomaco procurato dai trionfi bianconeri, da ieri ha ripreso a circolare con puntualità e a infiammare il dibattito sportivo. Il dolore, d’altra parte, è molto acuto: nemmeno i medici Marotta e Conte, chiamati a trasferire alla Pinetina le conoscenze acquisite all’università torinese, sono riusciti a trovare il rimedio adatto.

Il malessere è profondo, anche se non si può negare che le cose siano migliorate. Rispetto ai due campionati precedenti, l’Inter ha ridotto in modo consistent­e la forbice rispetto alla Juventus. A due giornate dal termine, la Beneamata accusa, oltre ai tanti rimpianti per le occasioni buttate, un distacco di sette punti: erano ventidue nel 2018 e ventitré nel 2019. Il passo avanti è stato evidente, favorito anche dal calo di rendimento registrato con l’arrivo di Sarri che, in termini di efficacia, ha accusato un gap significat­ivo rispetto a Allegri, almeno in campionato.

Ma proprio qui sta il punto: anche la Juve più battibile degli ultimi 9 anni, non è stata battuta. Ed è improbabil­e che nell’immediato futuro, a fronte di un mercato modellato su criteri tesi a esaltare le caratteris­tiche di Sarri, il calo si accentui ulteriorme­nte.

Ecco, dunque che, per evitare di conquistar­e solo lo scudetto del mercato che l’Inter si mette in tasca con regolarità nel periodo in cui si infiammano le trattative, è ormai evidente quanto sia necessario un cambio di passo ulteriore. Anche a livello di gestione tecnica.

Conte è un uomo che ha vinto molto, ma per vincere sulla panchina dell’Inter, come su tutte le altre, non basta solo l’applicazio­ne rigida e ossessiva di schemi che trasforman­o la squadra in un bisonte lanciato a schiantare le difese avversarie: servono anche qualità e fantasia. Doti che quest’anno non sono riusciti a dare Sensi, piegato dai malanni che lo hanno tenuto lontano dal campo per molto tempo e, soprattutt­o, Eriksen acquistato a metà stagione e costretto a inserirsi in un meccanismo che fatica ad accettare corpi non organici a modalità di azione prive di eccezioni.

E così, anche la splendida eccezione arrivata dal Tottenham è stata sacrificat­a sull’altare dell’ortodossia “contiana”, impossibil­itata a liberare il suo talento in modo compiuto. Ora, sono annunciati gli arrivi di Hakimi e forse Tonali. Basteranno a far passare il mal di stomaco?

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