A Conte serve fantasia
Cosa serve per colmare la differenza con la Juve? L’interrogativo che, da nove anni, assilla i tifosi dell’Inter in cerca di risposte capaci di attenuare il mal di stomaco procurato dai trionfi bianconeri, da ieri ha ripreso a circolare con puntualità e a infiammare il dibattito sportivo. Il dolore, d’altra parte, è molto acuto: nemmeno i medici Marotta e Conte, chiamati a trasferire alla Pinetina le conoscenze acquisite all’università torinese, sono riusciti a trovare il rimedio adatto.
Il malessere è profondo, anche se non si può negare che le cose siano migliorate. Rispetto ai due campionati precedenti, l’Inter ha ridotto in modo consistente la forbice rispetto alla Juventus. A due giornate dal termine, la Beneamata accusa, oltre ai tanti rimpianti per le occasioni buttate, un distacco di sette punti: erano ventidue nel 2018 e ventitré nel 2019. Il passo avanti è stato evidente, favorito anche dal calo di rendimento registrato con l’arrivo di Sarri che, in termini di efficacia, ha accusato un gap significativo rispetto a Allegri, almeno in campionato.
Ma proprio qui sta il punto: anche la Juve più battibile degli ultimi 9 anni, non è stata battuta. Ed è improbabile che nell’immediato futuro, a fronte di un mercato modellato su criteri tesi a esaltare le caratteristiche di Sarri, il calo si accentui ulteriormente.
Ecco, dunque che, per evitare di conquistare solo lo scudetto del mercato che l’Inter si mette in tasca con regolarità nel periodo in cui si infiammano le trattative, è ormai evidente quanto sia necessario un cambio di passo ulteriore. Anche a livello di gestione tecnica.
Conte è un uomo che ha vinto molto, ma per vincere sulla panchina dell’Inter, come su tutte le altre, non basta solo l’applicazione rigida e ossessiva di schemi che trasformano la squadra in un bisonte lanciato a schiantare le difese avversarie: servono anche qualità e fantasia. Doti che quest’anno non sono riusciti a dare Sensi, piegato dai malanni che lo hanno tenuto lontano dal campo per molto tempo e, soprattutto, Eriksen acquistato a metà stagione e costretto a inserirsi in un meccanismo che fatica ad accettare corpi non organici a modalità di azione prive di eccezioni.
E così, anche la splendida eccezione arrivata dal Tottenham è stata sacrificata sull’altare dell’ortodossia “contiana”, impossibilitata a liberare il suo talento in modo compiuto. Ora, sono annunciati gli arrivi di Hakimi e forse Tonali. Basteranno a far passare il mal di stomaco?