Corriere dello Sport

«Lode a te Ciro sei già leggenda»

Bruno Giordano, 108 gol con la Lazio, lo incorona «E’ un campione, si parlerà delle sue imprese anche tra 30 anni Sorprende correndo in diagonale»

- di Fabrizio Patania

Bruno Giordano cosa pensa dei record di Immobile? «Che dobbiamo aggiornarl­i di volta in volta. Quando Ciro si scatena, la Lazio diventa difficile da battere. Bisogna fargli i compliment­i, lo diciamo da quattro o cinque anni. E’ merito suo e la squadra lo aiuta, quando si mette la maglia si trasforma, lo vedi libero di testa nel giocare. Gli riesce tutto, anche il gol su pallonetto a Verona. E poi è un grandissim­o rigorista, quasi infallibil­e dagli undici metri».

Si può dire che abbia segnato un gol alla Giordano?

«Ce ne sono già stati altri di spettacola­ri, a volte diventa una logica o un tiro quasi scontato, perché se tiri forte o se la stoppi e la porti avanti magari non segni. E’ sintomo che stai mentalment­e bene, altrimenti non ci provi. Rientra nel discorso di avere la testa libera».

Il paragone con Giordano, per certi gol di classe, può reggere? «Paragoni è inutile farli, Ciro è un grande campione di questa epoca, ma il calcio è cambiato come regole e modo di giocare. Ai miei tempi, se ci penso, non c’era un secondo di recupero, ora ci sono anche 10-12 minuti di recupero, il Var è diventato fondamenta­le. E’ un altro modo di concepire il calcio, vale per tutti, non solo per Immobile. Oggi faccio fatica a vedere entrate toste e dure sugli attaccanti, erano all’ordine del giorno. Ciro è un grande campione, lo sarebbe stato anche se avesse giocato venti o trent’anni fa, magari segnando qualche gol in meno, perché si sarebbe trovato davanti gente come Vierchowod, Gentile o Bruscolott­i».

Si aspettava un rendimento così elevato?

«No, anche se l’ho difeso quando è arrivato. Ciro è un giocatore importante, è andato oltre, neanche lui se lo aspettava, ci ha sorpreso, veniva da due stagioni così e così. Si è rivelato una macchina da gol. Si è saputo reinventar­e e si è creato una carriera. Dei gol di Immobile parleranno anche tra trent’anni».

E’ entrato nella storia della Lazio. «Ha anche la possibilit­à, continuand­o così, di raggiunger­e Piola. Credo che Signori sia vicino. Appartiene alla storia di una società gloriosa, quando sei tra i primi quattro o cinque significa che hai fatto grandi cose. Ha già lasciato un segno. I tifosi cantavano “lode a te Bruno Giordano”. Ecco ora possiamo dire “lode a te, Ciro Immobile”. Solo questo si può dire».

Quali sono le doti principali di Ciro? «Sa dettare il passaggio. Dietro ha un centrocamp­ista straordina­rio come Luis Alberto, che sa come mettergli il pallone appena si muove. Ciro sa aprirsi e puntare la porta in diagonale, così crea maggior disturbo ai difensori, non sanno più se affrontarl­o o andare sul giocatore che porta palla. Ricordate il suo movimento per il gol segnato al Cagliari. E poi mi piace la freddezza, sbaglia poco. Se gli capitano cinque occasioni, fa due o tre gol».

Come si diventa spietati dal dischetto?

«Ciro va molto deciso su un angolo, cambia difficilme­nte, è bravo. I portieri, attraverso i video, oggi possono studiare meglio. E’ un altro suo merito, non è facile, segna anche rigori pesantissi­mi».

Perché con l’Italia non ha ancora pienamente sfondato? «Dipende dal modo di giocare, in nazionale hanno più palleggio, ci sono meno possibilit­à di giocare sulla profondità e Immobile può pagare. La Lazio sviluppa le sue azioni a grande velocità e in verticale. Poi incide il livello dei difensori, più alto in campo internazio­nale».

Vincerà la Scarpa d’Oro?

«Ci sta, a Verona ha preso un grande slancio e ora c’è il Brescia. Se è quello visto nell’ultima partita, può battere tutti i record, diventare una leggenda e tra trent’anni lo racconterà».

Lo scudetto è un rimpianto?

«Il rimpianto è che si sia fermato il campionato, come rosa la Juve si fa preferire, lo sapevamo, con tre partite a settimanma avrebbe avuto più possibilit­à. La Lazio aveva rinunciato all’Europa, lo stop ci ha danneggiat­o tanto, ma l’obiettivo Champions è stato raggiunto. Ora servirà un mercato intelligen­te, come la società ha dimostrato di saper fare, sapendo che bisogna spendere di più perché i grandi giocatori costano di più».

«Detta il passaggio e sbaglia molto poco Sa segnare anche dei gol spettacola­ri»

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Bruno Giordano, bandiera della Lazio, compirà 64 anni il 13 agosto

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