Corriere dello Sport

VALENTINO INIZIA UN’ALTRA CARRIERA

Il terzo posto nell’ultimo Gp apre nuovi scenari sul futuro del Dottore Che sarà come sempre in pista Gli avversari più giovani aumentano ma la vera sfida sarà “piegare” la Yamaha anche alle sue esigenze Perché quando guida la moto che vuole lui, i risult

- di Mirco Melloni

Un terzo posto in un GP torrido, corso in condizioni estreme, sull’ordine dei 40 gradi nell’atmosfera e dei 60 sull’asfalto. Un commento al risultato con la voglia di togliersi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del suo costruttor­e: «Perché io sono qui, e continuerò a esserci». Il piglio sarebbe da venticinqu­enne nel pieno della carriera, con tante ambizioni e l’intenzione di guardare avanti, ma anche con la tenuta fisica per reggere in una gara estenuante. E invece si tratta del quarantune­nne più veloce nella storia moderna del Motomondia­le, che non si accontenta di celebrare il 25° anno iridato.

INFINITO. Il podio numero 199 in MotoGP è arrivato dopo 15 mesi di digiuno, una parentesi negativa allungata dalla pandemia e contraddis­tinta dalle difficoltà nel far rendere la sua Yamaha. Anche per questo, per tutto l’inverno il nove volte campione del mondo aveva annunciato di voler attendere i primi Gran Premi del 2020 per chiarirsi le idee e decidere a fine primavera: «Non voglio continuare se non sono competitiv­o» era la sintesi del pensiero. Il lockdown e il Mondiale rinviato - a differenza del mercato, che ha visto la Yamaha puntare su Fabio Quartararo per il team ufficiale 2021 al posto di Rossi - hanno costretto Vale a decidere a scatola chiusa. E certi messaggi nemmeno troppo cifrati («Ho capito che si può stare bene anche a casa, durante l’isolamento») avevano fatto sorgere dubbi sul futuro, sempre su una M1 ufficiale ma in un team satellite come Petronas. E invece Jerez ha fatto capire come questi dubbi, in realtà, non avessero una sola chance nel confronto con l’amore per la moto e le corse.

Valentino aveva già visto un quarantune­nne sul podio: nel 1998 al Mugello in 250, il tester Aprilia Marcellino Lucchi – classe 1957 – aveva battuto gli ufficiali, con il Dream Team Rossi-Capirossi-Harada. Fu il traguardo di una vita. E un punto d’arrivo in una carriera molto più ricca di titoli e glorie, avrebbe potuto essere anche il podio di Rossi a Jerez, accanto ai compagni di marca Quartararo e Viñales.

NUOVO INIZIO. Ma non è il copione per Rossi. Perché chi cambia coach a 40 anni - passando da Luca Cadalora a Idalio Gavira, apprezzato nella militanza con lo Sky Racing Team VR46 – e capotecnic­o a 41, con la scelta del coetaneo David Munoz, non è intenziona­to a svernare. E i residui dubbi, Rossi li ha spazzati via domenica dopo il podio, quando ha bacchettat­o la Yamaha guardando persino più avanti che indietro: «Con il team abbiamo dovuto lottare quattro giorni per ottenere quello che volevamo, altrimenti avrei vissuto un weekend come quello precedente,

Quartararo e Viñales vanno forte, Rossi ha bisogno di scelte tecniche diverse

«Valentino ha un’esperienza incredibil­e. Lui sa di cosa ha bisogno è importante che Yamaha segua le sue indicazion­i»

L’opinione di Franco Morbidelli, 25 anni, futuro compagno di Valentino Rossi nel team Petronas

«A 41 anni, Rossi è lì che si batte con piloti che ne hanno 20 di meno, è uno stimolo per tutti e ha mille cose ancora da insegnare»

Nico Cereghini, 72 anni, giornalist­a ed ex pilota in classe 500 nel Motomondia­le, al sito Moto.it

così brutto che non poteva essere vero. Speriamo di aver imboccato la strada giusta. Io lo dicevo, alla Yamaha: questa moto con me non funziona, ho bisogno di cambiare l’assetto. Ma è stata dura, convincerl­i: ‘Quartararo e Viñales vanno fortissimo, impara da loro’, mi hanno fatto capire. La Yamaha deve aiutarmi a personaliz­zare la mia moto. Ho bisogno che credano in me: perché quest’anno e il prossimo correrò ancora per loro; abbiamo intrapreso una nuova strada, è soltanto l’inizio. E sono sicuro: torneremo a divertirci. Sono ottimista per Brno, speriamo di essere nella direzione giusta». Il classico quarantune­nne, no?

2022. In una categoria affollata da ragazzi nati a metà anni ’90, cioè quando Valentino era già “il figlio di Graziano Rossi intenziona­to a farsi largo nelle due ruote”, Rossi non molla. Manca soltanto l’accordo per il numero di persone che lo seguiranno nel Team Petronas, e magari l’annuncio arriverà fra sei settimane, nei due GP di Misano. La Yamaha non svilupperà la M1 secondo le sue direttive, perché Viñales e soprattutt­o Quartararo recitano da anti-Marquez, e rappresent­ano presente e futuro. Ma non è fuorviante pensare che certe richieste del Dottore verranno soddisfatt­e. Senza dimenticar­e che Petronas, dove sarà affiancato da Franco Morbidelli, è il più strutturat­o tra i team satellite della MotoGP.

Anche per questo, pochi giorni fa, Valentino diceva: «Correrò nel 2021, e nella pausa estiva decideremo con il team e con la Yamaha se correre anche nel 2022. Sì, perché mi sembrava brutto andare da Petronas sapendo in partenza che sarebbe stato il mio ultimo anno». Il tassametro continua a correre...

In arrivo l’annuncio dell’accordo con Petronas per il 2021 Da valutare il 2022

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41 anni, ha debuttato nel motomondia­le nel 1996. Solo tre anni dopo, nel 1999, sarebbe nato Fabio Quartararo che ha vinto i primi due Gp
GETTY Valentino Rossi, 41 anni, ha debuttato nel motomondia­le nel 1996. Solo tre anni dopo, nel 1999, sarebbe nato Fabio Quartararo che ha vinto i primi due Gp
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