PAPU, MAGIE COSÌ LE FA SOLO MESSI
L’Atalanta mantiene viva la corsa al secondo posto e avvisa l’Inter Lo show di Kulusevski (palo e gol) non basta Malinovskyi e Gomez alla fine battono il Parma
Sembrava inceppato, il motore dell'Atalanta. Poche idee, meccanismi da rivedere, una difesa traballante e pure il ko di Palomino. Un tempo e mezzo in apnea sotto le micidiali ripartenze di un Parma sontuoso fino a venti minuti dalla fine. Ma è in quei 20' che la macchina è ripartita e forse è proprio questa la forza della squadra di Gasperini, capace di produrre gioco e gol (ora sono 98) in qualsiasi momento, di avere sempre delle risorse per fare male anche ad un avversario quasi perfetto come gli emiliani ieri sera. Ma allo stesso tempo il 2 a 1 in rimonta del Tardini, che tiene vivo l'obiettivo secondo posto, dice pure che ci sono tanti aspetti da migliorare in vista della campagna europea. I passaggi a vuoto in difesa, per esempio, errori in disimpegno che possono costare caro in Champions. Oppure la scarsa verve di Pasalic, uno Zapata quasi annullato da un marcatore, Bruno Alves, della sua stessa stazza fisica e un primo tempo passato ad inseguire l'estro dell'ex Kulusevski, venduto a suon di milioni ma velato rammarico del patron Percassi.
DIFFICOLTÀ. Anche perché, riavvolgendo il nastro del match, a sorpresa è stato il Parma a fare la partita. Non succede spesso contro l'Atalanta, pur in campo con un moderato turnover (dentro Sutalo e Castagne, fuori Malinovskyi e Hateboer). La Dea è apparsa subito in difficoltà per la velocità di Kulusevski e Gervinho, pronti ad approfittare di ogni contropiede. Stessa situazione nell'altra metà campo, ma sempre a favore degli emiliani: Alves è un'ombra su Zapata, Pasalic è poco incisivo da trequartista. Nel primo tempo il Parma ha addirittura un paio di occasioni per passare prima della rete di Kulusevski: all'8' Gagliolo viene murato da Gollini, al 14' lo stesso svedese centra il palo più lontano col suo classico sinistro a giro.
SCINTILLA DECISIVA. Se la creatura di Gasperini è sembrata perdere per metà gara la sua iper-produttività, il Parma ha messo in campo una delle migliori prestazioni post-lockdown. I crociati hanno confermato di essersi scrollati di dosso paure, timori e una certa dose di presunzione per aver già raggiunto la salvezza e molto del merito va a Roberto D'Aversa, che avrebbe voluto regalarsi una vittoria di prestigio alla 150ª panchina gialloblu. Al Tardini si è però vista una squadra solida, con sbavature ridotte all'osso e un gioco a tratti persino spettacolare al netto delle numerose assenze, a partire dai centravanti Cornelius e Inglese. Alla Dea è così bastata una scintilla per rimettere in funzione il cannone: potente punizione di Malinovskyi, barriera che si apre e gara di nuovo in piedi. Da lì sono state decisive proprio le panchine: D'Aversa si chiude ma la carta Karamoh non fa la differenza, Gasperini pesca il solito Muriel (subito uno spunto pericoloso al 18') e chiude con un solo difensore più De Roon e Gosens. Il Parma ha una chance col tiro strozzato di Gagliolo prima dell'emozionante finale.
DUE STELLE. Un finale con due stelle, così diverse, così simili. Kulusevski e Gomez, sono loro i grandi protagonisti al Tardini. È il Papu, fin lì spento, a decidere il match con una spettacolare percussione centrale dalla trequarti: un’accelerazione violenta, un tunnel di esterno su Kurtic e un preciso sinistro dalla distanza che si è infilato vicino al palo: un gol alla Messi, insomma. Ma per tutto il match il mattatore è stato l'astro nascente svedese, cantera orobica. Una partita deliziosa per qualità e quantità, con la decima rete stagionale (e nove assist) alla Pippo Inzaghi e un'inesauribile spinta da tuttocampista. È proprio il numero 44 a creare l'incredibile palla gol per Dermaku in pieno recupero: l'esterno salta l'uomo e penetra in area, da un metro il difensore spara contro Hateboer. Kulusevski si è messo in vetrina contro la sua ex squadra (non ha esultato) come uno dei migliori giovani d'Europa. E se l'Atalanta conta da tempo le entrate, il Parma punta a ripetere l'operazione con altri due giovani nerazzurri, Colley e Amad Traore.