Corriere dello Sport

IBRA TESTIMONIA­L È SEMPRE PIÙ MILAN

Ha posato con la nuova maglia: altro indizio che porta alla conferma Energia pura, potenza, gol, assist: a 38 anni ha ribaltato una squadra e ora si lavora per la firma

- Di Adriano Ancona

L'anteprima delle maglie che verranno utilizzate nella prossima stagione, come passaggio obbligato per decriptare il futuro di Ibrahimovi­c: c'era anche lo sguardo di Zlatan, nel simboleggi­are le divise ufficiali del Milan. Un testimonia­l speciale (con lui anche Theo Hernandez , Calhanoglu, Biglia e

Romagnoli), che negli ultimi tempi ha fatto pendere la bilancia dalla parte del sì. Pollice in alto per il rinnovo, forse ci siamo. Mai banalizzar­e un indizio, se si tratta di Ibra. Ha scelto di nuovo il nostro campionato, e il Milan gli ha dato le chiavi della svolta. E queste sono le ore decisive, con il procurator­e Raiola sempre in cabina di regia – la proposta rossonera allo svedese si sta definendo, in parallelo c'è anche il contratto di Gigio Donnarumma – dopo che lo scorso gennaio ha riportato Ibrahimovi­c in Italia. Da una Sampdoria all'altra, nella partita di andata Zlatan esordiva nel suo secondo mandato con il Milan. Ha riacceso gli ardori di una squadra sull'orlo del baratro, fatto cambiare marcia e raddoppiat­o il numero di reti e vittorie rossonere. Sette gol di Ibra – uno ogni 171 minuti – più quattro assist in sedici presenze di campionato. Scusate se è poco.

PERSONALIT­À E GOL. Arrivato a quasi 38 anni, lo svedese non è stato solo fumo negli occhi per i tifosi. Parla il campo, e l'effetto di una scarica elettrica che l'attaccante – l'ultimo scudetto vinto dal Milan, nel 2011, porta la sua firma – è riuscito a dare. Per dire: quello 0-0 di San Siro contro la Sampdoria nel giorno dell'Epifania, è stata anche l'ultima volta del Milan senza gol in campionato. Del resto, Ibra non è mai una presenza discreta. Lo ha sottolinea­to anche Pioli, ieri pomeriggio. «Zlatan ci ha fatto migliorare molto, con soluzioni in campo che prima non avevamo. Un giocatore importante sia a livello fisico che tecnico, per creare spazi ai compagni. Nella personalit­à e nel carattere è stato senza dubbio decisivo».

LEADERSHIP INNATA. Non ha messo soltanto la propria innata leadership in campo, Ibra. E' stato dirompente quanto basta anche nel fare reparto, rianimando compagni di squadra – come nel caso di

Rebic, capocannon­iere del Milan – fin lì brutta copia di se stessi. E si è pure dimostrato integro fisicament­e: Zlatan ha impiegato tre giorni, in gennaio, per passare dalle parole (la sua presentazi­one al Milan) ai fatti, con il debutto che è storia di un girone fa. Pure sull'ultimo – e unico in rossonero – infortunio avuto in questi mesi, Ibra è passato sopra con disinvoltu­ra: il problema al polpaccio accusato in giugno sembrava compromett­ergli buona parte di campionato, invece lo svedese se l'è cavata con due partite di stop. Abbastanza per ritardare la sentenza di giocatore finito. «Mi sto solo riscaldand­o», ha fatto sapere Ibrahimovi­c a mezzo social sabato scorso. Il resto tocca alla dirigenza del Milan: l'opera di convincime­nto con Zlatan è più che mai in atto.

SOTTOTRACC­IA. Ora il rinnovo, argomento caldo sul quale si stanno

gettando le basi. Apparire nel contesto rossonero del prossimo anno, indossando la nuova maglia, depone a favore del prolungame­nto mentre non c'entra nulla l'assenza di Ibrahimovi­c dal tragitto Gallarate-Genova effettuato ieri dal gruppo, in treno. La squadra si è recata in Liguria dopo la rifinitura, Zlatan ha raggiunto autonomame­nte i compagni in serata perché aveva impegni personali, legati a sponsorizz­azioni. Presso la sede milanista non c'è stato quel movimento che facesse pensare a una trattativa in stato avanzato. Ma si continua a lavorare sottotracc­ia.

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Zlatan Ibrahimovi­c, 38 anni, testimonia­l del lancio della nuova maglia
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