NICOLA-LIVERANI SI SALVI CHI PUÒ
Lecce votato all’attacco (47 gol totali) ma con una difesa troppo debole Genoa più coperto e con il leader Pandev che ha risolto tanti problemi
Nelle ultime quattro stagioni solo una volta (stagione 201617) delle tre neopromosse due si sono salvate. Nelle altre tre occasioni, due su tre sono tornate subito in B. E’ successo nel 2015-16 con Carpi e Frosinone, nel 201718 con Verona e Benevento, nel 2018-19 con Empoli e Frosinone. Il caso a cui il Lecce deve aggrapparsi, per restare in Serie A, è quello di Cagliari e Crotone (allenato da Nicola...) che da neopromosse restarono in A nel 201617, l’unica proveniente dalla B a tornare subito giù fu il Pescara. In questo campionato il Brescia ha già fatto ritorno in B, accompagnato dalla Spal, ora tocca al Lecce o al Genoa. L’impresa per la squadra di Liverani non è facile, anche al di là di quanto indicano le statistiche. Il Genoa, in vantaggio pure negli scontri diretti, ha 4 punti in più. Per salvarsi ai salentini potrebbero non bastare due vittorie nelle ultime due partite a Udine e in casa col Parma. Al Genoa, per restare in A, basteranno invece due pareggi a Reggio Emilia contro il Sassuolo e in casa col Verona.
IL GIOCO DEL LECCE. Se andrà giù, il Lecce lo farà aderendo alla sua idea di gioco, mai tradita in questo campionato e sostenuta dalla società che non ha mai messo in discussione il lavoro di Liverani. Creare, attaccare, segnare, negli ultimi cinque campionati dopo 36 giornate soltanto l’Empoli di Aurelio Andreazzoli, con interregno di Beppe Iachini (la filosofia di Andreazzoli è simile a quella di Liverani) fra le squadre poi retrocesse si è avvicinato ai 47 gol attuali dei pugliesi, gli empolesi erano a 46. Tanto per rendere l’idea, quell’Empoli retrocesse all’ultima giornata a San Siro contro l’Inter prendendo il gol della sconfitta e della retrocessione in contropiede...: pareggiando si sarebbe salvato. Sono troppi i gol che il Lecce ha subìto, per questo adesso rischia più del Genoa. Ma chi dice che rinunciando alla sua identità, sostituendo il marchio del gioco col marchio della difesa non si troverebbe adesso in questa stessa situazione? E’ raro che una squadra finisca in B con un attaccante in doppia cifra (Mancosu 13 gol) e un altro quasi (Lapadula 9). Ha sempre giocato con personalità, con coraggio, con idee, ma rischia di non bastare. Un esempio: il primo tempo di Torino contro la Juventus. Sul piano della manovra non c’era confronto, meglio il Lecce. Se non fosse arrivata l’espulsione di Lucioni poco prima dell’intervallo, sullo 0-0, forse non sarebbe finita 4-0 per i campioni d’Italia.
LA SOSTANZA DEL GENOA. I numeri sono diversi, o meglio, è diversa la cifra delle reti subite: il Lecce ne ha prese 80, il Genoa 12 di meno e 12 gol in meno significano punti pesanti, forse decisivi. Nicola ha puntato sull’esperienza di Pandev, il giocatore che è mancato al Lecce nei momenti di necessità, lo ha saputo gestire e dal macedone ha attinto la qualità necessaria per risolvere molti problemi. Il vantaggio è che ora la salvezza dipende soprattutto dalla sua forza.