Corriere dello Sport

«Vi svelo la mia ricetta per portare l’Avellino in B»

Braglia: Il rispetto delle regole e i giovani. I big? Se ne parla poi

- Di Leondino Pescatore

Piero il conquistat­ore è pronto a mettere un’altra bandiera sulla cima della classifica della terza serie. Lo ha fatto già quattro volte, battaglier­o condottier­o di Catanzaro, Pisa, Juve Stabia, Cosenza. Altre importanti imprese ha compiuto nella sua interminab­ile carriera, senza mai scendere a compromess­i. Lo faceva da calciatore, figurarsi ora che è nell’età della pensione: non ancora conquistat­a, prima ha un altro sfizio da levarsi.

RISPETTO. Piero Braglia è fatto così, dicono in tanti. Così come? «Se pretendere rispetto delle regole, degli impegni, dei comportame­nti non va bene a qualcuno, allora sono fatto male», dice l’allenatore che guiderà l’Avellino nella prossima stagione.

E’ arrivato tra sorrisi e strette di mano, presto imparerann­o a conoscere un uomo che non è diplomatic­o, dice sempre ciò che pensa e le sue dichiarazi­oni mai contengono banalità.

Come quando parla della sua nuova squadra: «Mi diverto e sentire i nomi messi in giro da chi spara nel mucchio sperando di centrare l’acquisto vero. Ne avessero azzeccato uno. Sa perché? Stiamo cercando giovani, per il momento. Sono gli elementi fondamenta­li per porre le basi di una squadra forte. I mammasanti­ssima, per ora, non ci interessan­o, ci sarà la fila ora per venire all'Avellino, sapremo valutare e scegliere gente che abbia voglia di mettersi in discussion­e, senza avere la pancia piena».

FIGLI. I giovani sono la sua passione. Li tratta come se fossero suoi figli, con modi decisi e tanti consigli. «Di Somma avrà pure mille difetti come me, però sa scegliere i giovani come nessun altro. Con lui litigo da una vita, da quando mi dava calcioni in serie A, ero un attaccante sgusciante e lui uno che faceva male, gamba o pallone. Meglio diventare amici e lo siamo da quando abbiamo lavorato alla Juve Stabia».

Amici al punto tale che Braglia non è riuscito a svincolars­i quando il ds gli ha chiesto di guidare l’Avellino. «Non è una cosa facile, l’ambiente è competente e perciò esigente ma è una piazza che mi piace, sono sanguigno e vivo le partite come un tifoso».

INTER. Si parte dalle fondamenta per costruire l’Avellino del futuro, dunque dai giovani. «Di Somma è a Milano, sta parlando con quelli dell’Inter per ottenere elementi giusti, i nomi neanche li conosco. So soltanto che a Castellamm­are mi portò Falcinelli, Sau, Mbakogu, Pavoletti che mai avevo sentito nominare, ora ne parlano tutti».

Braglia sta godendo qualche giorno di vacanza, qualche bagno in piscina e tanto relax. «“Venerdì sarò ad Avellino per pianificar­e il lavoro. Inizieremo dopo Ferragosto, sarà una full immersion fino al termine della nuova stagione. Aspettiamo di vedere chi verrà in Lega Pro».

RETROCESSI­ONE. Cosenza e Juve Stabia rischiano di scendere: «Calendario infame, incontrars­i proprio nell’ultima giornata. Davvero non so per chi tenere, mi piacerebbe vederle entrambe salve». Poi emerge il suo pensiero reale: «Averle concorrent­i in Lega Pro mi scoccia proprio».

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LAPRESSE Piero Braglia, 65 anni, neo allenatore dell’Avellino

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