Corriere dello Sport

WILLIS, L’ORGOGLIO DI ESSERE UN ARAPAHO

È un nativo americano cresciuto in una riserva con la madre

- Di Andrea Barocci

Il corpo di Derek Willis assomiglia ad un santuario: racconta chi erano i suoi nonni, i bisnonni, la sua discendenz­a, soprattutt­o chi sente di essere. I tatuaggi parlano: il disegno di copricapo di un capo pellerossa sulla spalla sinistra, quello di un lupo su quella sinistra. E poi c’è quello a cui tiene di più: un Acchiappas­ogni, un oggetto che, secondo la leggenda, è in grado di allontanar­e gli incubi e di favorire un sonno sereno, creato per proteggere gli agitati sogni di una bambina e favorirne la crescita spirituale. Una leggenda dei primi nativi americani. Perché in Willis, la nuova ala forte di Brindisi, scorre il sangue di tre tribù

MADRE. La mamma, la signora Trudy, alta 1,85, discende infatti dagli Southern Arapaho, dai Pawnee, e dagli Muscogee. Cresciuto nella riserva di Wind River, nel Wyoming, la settima più grande degli Stati Uniti, Derek a soli 5 anni andò a vivere con il padre Del (2 metri) a Mt. Washington, nel Kentucky,vicino Louisville. Senza però mai dimenticar­e le sue origini.

Cresceva (oggi è alto 2,05), si faceva strada nel mondo del basket giocando nella famosa Kentucky University, sotto la guida del coach-guru John Calipari, e contempora­neamente aumentava in lui l’orgoglio delle proprie origini. Essere uno dei pochi nativi americani della Division I della NCAA per Willis era un onore e allo stesso tempo una responsabi­lità; a tal punto da essere sostenuto anche in trasferta dagli appassiona­ti di basket di varie zone del Paese. «Probabilme­nte la gente pensa che io sia caucasico - raccontava duranti i suoi anni del college -. Ma sono nativo americano, è mio padre ad essere bianco. Ecco perché studio tutto ciò che riguarda la nostra cultura. Per questo credo che sia bello giocare per qualcosa di molto importante come le proprie origini».

Derek studiava, si allenava, viaggiava, e eppure trovava il tempo per parlare di sé e della sua storia ai giovani nativi americani, spronandol­i a «superare le avversità e ad andare avanti nonostante gli ostacoli. Bisogna sempre rimanere positivi: se lo fai, qualcosa di buono di certo accadrà».

PROPOSTA - Per lui il giorno più bello è arrivato durante la sua ultima stagione alla Kuntucky: di fronte a 24.036 persone che assiepavan­o la Rupp Arena di Lexington, Derek si è inginocchi­ato davanti alla sua fidanzata e le ha chiesto di sposarlo prima della sfida con Vanderbilt.

ARRESTO. Con lei, Keely Potts, discendent­e della tribù dei Piedi Neri, aveva condiviso l’episodio peggiore della sua vita nel 2016, quando entrambi erano stati trovati in evidente stato di alterazion­e alcolica in un luogo pubblico. Lui, che da piccolo sognava di diventare un poliziotto, venne arrestato e subito rilasciato dopo il pagamento di 50 dollari di cauzione. Da allora, senza mai nascondere quello che era accaduto, ma anzi parlandone addirittur­a in TV, è stato un giocatore, un uomo e un marito esemplare, a tal punto di essere convocato con la rappresent­ativa statuniten­se per le qualificaz­ioni ai Mondiali del 2019.

Alto, con un ottimo tiro da fuori, non venne inserito nelle scelte NBA del 2017. Firmò per Detroit in estate, vendendo però subito spedito nella G League, con i Grand Rapids Drive. Due anni fa lo sbarco in Germania: una stagione al Gottinga (12 punti e 5 rimbalzi di media) e quella successiva con l’Ulm (7,9 p. e 4,8 r.), fino alla chiamata di poche settimane fa del Brindisi. La sua unica superstizi­one è quella di essere sicuro di poter ascoltare musica prima di un incontro. Il suo nuovo coach, Frank Vitucci, di superstizi­oni non ne ha. Piuttosto coltiva una speranza, quella di vederlo a breve in Italia. Perché tra visti che sembrano diventati irragiungi­bili come il Santo Gral e quarantene da rispettare allo sbarco nel nostro Paese per via del Covid-19, la ripresa del basket per tutte le squadre italiane sembra sia diventata una sorta di “Giochi senza frontiere” moderna: una serie di percorsi ad ostacoli e nessuna certezza.

Ha i tatuaggi di un “Acchiappas­ogni” e di un copricapo pellerossa

Era stato arrestato con la fidanzata, poi sposata, in stato di ubriachezz­a

 ?? CIAMILLO ?? Derek Willis, 25 anni, con Ulm contro la Virtus
CIAMILLO Derek Willis, 25 anni, con Ulm contro la Virtus

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