Stadi aperti a settembre, emergenza fino a ottobre
Il premier Conte chiede al Parlamento la proroga dei poteri speciali: «La pandemia non è finita»
Stato di emergenza prorogato fino al 15 ottobre. Due settimane in meno di quanto inizialmente chiesto dal governo. Un compromesso tra il 21 settembre, secondo e ultimo giorno delle elezioni regionali e del voto sul referendum sul quale fino a qualche ora fa si erano impuntati il Partito democratico e Italia viva, e il 31 ottobre, data proposta da Giuseppe Conte e dal governo.
Il presidente del Consiglio è arrivato in aula al Senato alle 16.30. Un passaggio parlamentare, con tanto di voto, voluto proprio da Conte per mettersi al riparo dalle critiche di muoversi come uomo solo al comando. Perché per la proroga sarebbe bastata una delibera del Consiglio dei ministri, in quanto tale non sottoposta a un vaglio parlamentare. La strada scelta dal capo del Governo è stata prudenzialmente quella di evitare ulteriori tensioni in una maggioranza molto in bilico.
LE PAROLE DI CONTE. «Il virus circola ancora - ha spiegato il premier Conte - lo stato di emergenza è necessario per affrontare con efficacia la situazione emergenziale. Ci consente di attuare una serie di misure operative e funzionali che ci permettono di garantire piena assistenza e protezione a tante persone colpite, in particolare tra queste misure ci sono interventi che riguardano il capo della protezione e il commissario straordinario e di completare il potenziamento delle strutture ospedaliere: lasciare a metà quest’opera sarebbe sconveniente e controindicato. Ci consente di perseguire il piano di sicurezza delle scuole e finanche - ed è cronaca di queste ore su cui anche le forze di opposizione sono sensibili - di perseguire con efficacia un piano di sorveglianza sanitaria dei migranti. Ci consente il ripristino pieno delle attività di amministrazione della giustizia, che abbiamo dovuto sospendere per le ovvie ragioni».
La proroga dà la possibilità al governo di continuare a «emanare norme in deroga a disposizione vigente», e garantisce la continuità operativa. Senza «cesserebbe la funzione di coordinamento della Protezione civile e i poteri speciali dei soggetti attuatori», oltre a decretare la fine del Comitato tecnico-scientifico (Cts)».
A proposito di Cts, probabilmente vedrà l’aggiunta di nuovi specialisti. L’intenzione del viceministro alla Salute Sileri è coinvolgere altri medici e scienziati tra quelli che hanno vissuto in prima linea la pandemia.
LA PROROGA IN PRATICA. Qualche esempio di che cosa significhi in pratica la proroga per governo e cittadini: istituire, in caso di gravi focolai, nuove “zone rosse”, ovvero totalmente confinate e chiuse agli scambi con l’esterno; acquistare tutto il materiale necessario a far ripartire in sicurezza la scuola (mascherine, gel, banchi, distanziatori di plexiglas), saltando alcuni passaggi per l’affidamento degli appalti; nel caso di seconda ondata di Covid-19 la proroga permette di reperire posti letto in strutture diverse dagli ospedali, per esempio caserme o alberghi; bloccare i voli da e per gli Stati che vengono ritenuti a rischio, oppure di individuare nazionalità che non sono ammesse in Italia; per la durata dello stato di emergenza i dipendenti pubblici e quelli privati possono rimanere in smart working secondo le modalità che vengono concordate con l’azienda. Nella pubblica amministrazione, per una norma contenuta nel decreto Rilancio, i dipendenti rimarranno in smart working fino al 31 dicembre.
STADI APERTI? CI PENSA ZAMPA. E per lo sport, il calcio in particolare, si intravvede la possibilità di alleggerimenti dei protocolli, pur garantendo la massima sicurezza. La sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa è possibilista riguardo alla riapertura al pubblico degli stadi in Serie A per settembre: «Dobbiamo guardare giorno per giorno cosa succede. Se i dati restano come sono, tutto è possibile. E a quel punto, la decisione di Spadafora di riaprire gli stadi a settembre, potremmo anche condividerla. Ovviamente nel rispetto rigoroso delle regole in vigore, cioè massima igiene, distanza e mascherina». E i quattro tamponi a settimana per i calciatori? Il governo attende una proposta dalla Federazione su un tampone a settimana. «La Figc formuli questa proposta, siamo pronti a discuterne».