Corriere dello Sport

IL SEGNO DEL TORO

L’Inter ritrova Lautaro e respinge l’assalto di Gasp

- di Roberto Perrone

Antonio Conte si è già espresso: il due, nel calcio, non è un numero primo. Però oggi sta lì. Il primo dei secondi non è un risultato accettabil­e, per l’allenatore nerazzurro, però rappresent­erebbe, se venisse confermato al momento dei titoli di coda, un netto migliorame­nto rispetto ai piazzament­i del novennio juventino. Dalla gestione Leonardo (2010-2011), oltre il quarto posto l’Inter non si è vista. In società consideran­o apprezzabi­le il passo avanti unito al risvolto economico. Il secondo posto vale una ventina di milioni. Però a Conte, a questo punto, interessa più la prestazion­e, la vittoria, la continuità. Non tollera la distrazion­e. In questa chiave può essere soddisfatt­o dalla vittoria sul Napoli di Rino Gattuso, che, prima con Sarri e poi con Ancelotti, è stato secondo per due campionati di seguito e ora è settimo.

Antonio Conte si è già espresso: il due, nel calcio, non è un numero primo. Però oggi sta lì. Il primo dei secondi non è un risultato accettabil­e, per l’allenatore nerazzurro, però rappresent­erebbe, se venisse confermato al momento dei titoli di coda, un netto migliorame­nto rispetto ai piazzament­i del novennio juventino. Dalla gestione Leonardo (20102011), oltre il quarto posto l’Inter non si è vista. In società consideran­o apprezzabi­le il passo avanti unito al risvolto economico. Il secondo posto vale una ventina di milioni. Però a Conte, a questo punto, interessa più la prestazion­e, la vittoria, la continuità. Non tollera la distrazion­e. In questa chiave può essere soddisfatt­o dalla vittoria sul Napoli di Rino Gattuso, che, prima con Sarri e poi con Ancelotti, è stato secondo per due campionati di seguito e ora è settimo. Malgrado si sia comportato molto bene nel 2020, il Napoli si avvia al peggior risultato dal 2008-2009. La stagione, però, è stata salvata dalla Coppa Italia e da un buon torneo post-Covid. Gattuso lavora per tornare ai piazzament­i che competono al Napoli, per tornare a vincere queste partite. La strada è giusta, con l’Inter non è stata una disfatta. Le basi per risalire ci sono.

Per l’Atalanta è un’altra faccenda, il secondo posto sarebbe un risultato storico, anche se, per un breve rimbalzare di pallone, sir Gasperson aveva accarezzat­o l’idea del grande salto, verso la Juventus, verso lo scudetto. L’Atalanta, ora, è una squadra matura che sa soffrire, che barcolla, ma che poi rimette l’ideologia tuttocampi­sta al centro e si riprende le partite, come a Parma.

Comunque lo si giudichi, il secondo posto offre una volatona intrigante tra le tre sfidanti sconfitte da Madama. Inter e Atalanta, che chiuderann­o con lo scontro diretto, e la Lazio - che contro il Brescia cerca l’aggancio alla Dea con Immobile sulle tracce del record di gol di Higuain - possono ancora raggiunger­lo. La volontà di imporsi è sempre positiva.

Non è secondo a nessuno, invece, Alejandro “Papu” Gomez, 14 assist e 7 gol. L’ultimo, che ha steso il Parma, è un capolavoro, sintesi di genio e volontà. Lo avesse segnato Ronaldo ce lo farebbero vedere per giorni, finirebbe negli spot, sui cartoni del latte. Invece l’ha segnato il Papu, “bergamasco di piazza Pontida” (Gasperini), dimostrand­o, oltre alla sua fenomenali­tà, che anche i fuoriclass­e possono adattarsi a giocare in gruppo.

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GETTY IMAGES Papu Gomez, 32 anni
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