Marcelino un’idea per la Viola
Il nodo da sciogliere rimane quello dell’allenatore Spunta lo spagnolo, ma Rocco per ora si concentra su stadio e centro sportivo
Acinque giorni dalla fine del campionato Rocco Commisso non ha ancora deciso chi sarà il futuro allenatore della Fiorentina e a Firenze qualcuno è sull’orlo di una crisi di nervi. Eusebio Di Francesco e Marco Giampaolo, nomi circolati ieri, emergono per esclusione: dopo l’uscita di Ivan Juric, lui sì vero candidato alla panchina, amici e procuratori stanno facendo girare nomi per sparigliare le carte. Giampaolo piace, ma presenta fragilità, Di Francesco è considerato moderno, ma poco empatico con i giocatori. In ogni caso, entrambi reduci da fallimenti tecnici. Il punto è che la dirigenza viola si troverebbe a lavorare da settimane su ipotesi che non hanno avuto via libera da Commisso, i cui pensieri principali sono la realizzazione del Centro sportivo, lo stadio, la battaglia in lega e sugli arbitri. In pratica, colpa anche della pandemia che ha allargato le distanze, Commisso starebbe stravolgendo parte dei suoi piani: voleva costruire una Fiorentina europea e vincere “fast fast fast”, ma alla fine rischia di riproporre il vecchio schema Cosmos. Mentre sta facendo guerra alla Mls, lo storico club, su cui ha investito qualcosa come cinquanta milioni, naviga nel mondo semiamatoriale del calcio americano. Rocco non vuole commettere errori con la Fiorentina, sa che il livello di calcio e attenzione è diverso dalla tribunetta del campo nel Bronx, ma deve fare lo sforzo di uscire da se stesso e dare una svolta.
I NOMI. Daniele Pradè e Joe Barone gli hanno proposto, in questi mesi, una serie di nomi, corredando l’elenco di dossier tecnici, prospettive, budget, obiettivi. Non c’era Daniele De Rossi, mai stata un’ipotesi, e neanche Luciano Spalletti, o Rafa Benitez, o Pochettino o Emery. C’erano, invece, Marcelo Bielsa, l’ex assistente all’Inter di Mancini, Silvinho, il tecnico del Karlsruhe, Bruno Labbadia, e la candidatura più suggestiva, quella che garantirebbe il vero salto di qualità: Marcelino Garcia Toral, 54 anni, spagnolo, ex tecnico di Valencia, Villarreal e Siviglia, uomo carismatico, promotore di un calcio totalizzante, partendo da un 4-4-2 decisamente aggressivo, belle camicie e concetti filosofici ambiziosi. Una specie di Paulo Sousa ma più concreto. Però più caro: vorrebbe un contratto da almeno tre milioni a stagione. Troppi? Per Commisso sembrerebbe di sì. Ma in un tempo in cui, a grande livello, i progetti tattici sono sullo stesso piano, la differenza la fanno le personalità dei tecnici e la cura dei dettagli. Marcelino è opzione suggestiva a Firenze, non a New York dove le decisioni verranno prese. L’ipotesi Juric è tramontata nell’indifferenza dell’italoamericano. A New York lo descrivono come febbrile, teso, non focalizzato, in perfetto stile americano, sull’aspetto tecnico.
IL BIVIO. A Commisso piace umanamente Beppe Iachini, dentro la Fiorentina hanno altri piani per il futuro: un gioco più europeo, ambizioso. I top player, ammette un vecchio amico newyorkese di Commisso, che parla a patto di non essere citato, dice che non sarebbero attratti da un progetto come quello attuale. A Firenze descrivono un Barone stremato dai troppi impegni e un Pradè seriamente preoccupato. A una nostra richiesta di commento non hanno risposto neanche ai messaggi. Questi sono i giorni in cui si capirà davvero quale sarà l’idea di Fiorentina che Commisso vuole presentare ai tifosi. Lo stadio e il Centro sportivo sono temi importanti, però involucro di qualcosa che, al momento, e con grave ritardo, sembra ancora non esistere.