Pau Lopez è rimasto solo a Trigoria vogliono Sirigu
IL CLUB GIALLOROSSO HA BISOGNO DI UN PORTIERE Lo scambio di prestiti ipotesi che non piace al Torino E a bilancio pesano i 22 milioni dello spagnolo...
De Sanctis
84 presenze (2013-1016)
Szczesny
81 presenze (2015-2017)
Alisson
64 presenze (2016-2018)
Stekelenburg
55 presenze (2011-2013)
Goicoechea
16 presenze (2012-2013)
Olsen
35 presenze (2018-2019)
Problema numero uno. O meglio numero 13, quello che figura sulla schiena di Pau Lopez, il portiere più pagato della storia della Roma che si è smarrito in un finale di stagione da brividi. Il numero 13 negli Stati Uniti porta sfortuna, viene rimosso sia dagli ascensori dei palazzi che sulle file degli aerei, ed evidentemente non ha aiutato neanche lui a guadagnarsi una traiettoria serena a Trigoria.
PROGETTO. L’aria che tira e che lo stesso ragazzone spagnolo, peraltro persona piacevolissima e professionista impeccabile, è abbastanza viziata: la Roma, se può, lo vende dopo solo una stagione. Lui come Robin Olsen, fresco di ritorno dal prestito poco felice al Cagliari. Il vantaggio: Pau Lopez ha uno stipendio non eccessivo, 1,6 milioni netti, quindi può interessare anche a club di medio livello in Europa. Lo svantaggio: ammortamenti inclusi è a bilancio per 22 milioni, quindi può essere poco conveniente cederlo subito a titolo definitivo. La scorsa settimana Fienga ha incontrato il procuratore che gli ha manifestato l’interessamento di due squadre tedesche in cerca del portiere: Bayer Leverkusen e Hertha Berlino. Ma nessuna ha presentato una proposta economica alla Roma. Olsen invece è stato cercato dal Celtic, che lo voleva in prestito gratuito. La risposta è stata secca: no.
SCENARIO. E allora? Esiste la possibilità che la Roma riparta da Pau Lopez, facendo partire uno tra Olsen e Mirante. Ma la speranza non tanto segreta della dirigenza è liberare lo spogliatoio da guanti in eccesso per consegnare a Fonseca un portiere più affidabile. Non che Pau, sempre difeso pubblicamente dall’allenatore, sia considerato scarso dalla società. Anzi, ciò che si era visto nei primi mesi della stagione lasciava intendere che l’acquisto di Petrachi fosse stato azzeccato. Ma dopo l’errore nel derby di ritorno, costato il gol di Acerbi, Pau Lopez si è avviluppato nel turbine del dubbio. L’infortunio che gli è capitato subito dopo il lockdown lo ha penalizzato ulteriormente, togliendogli sicurezza anche nella specialità più visibile: il gioco con i piedi.
TRATTATIVE. Per questo Fienga si è mosso, destreggiandosi tra intermediari, per una soluzione che potesse avvantaggiare la Roma anche in prospettiva: lo scambio di prestiti con il Torino, e Salvatore Sirigu dirottato a Trigoria, è stato pensato e valutato ma poi è stato ritenuto non idoneo da Cairo, che infatti lo ha smentito pubblicamente. Sirigu comunque interessa alla Roma, per esperienza e continuità di rendimento. Su di lui c’è anche il Cagliari. Dopo l’infortunio di Gollini, che starà fuori per qualche mese, è Sirigu l’obiettivo numero uno per il ruolo qualora Pau Lopez andasse via. Piace anche Cragno, che è appunto in uscita dal Cagliari, ma i costi dell’operazione sono troppo alti.
CI RISIAMO. Di sicuro, da quando esiste la Roma americana, i portieri hanno vissuto spesso fasi tribolate: a parte De Sanctis, Szczesny e Alisson, i migliori del gruppo, in tanti hanno provato a gestire il peso del ruolo senza grande successo. Dal primo, Stekelenburg, all’ultimo, Pau Lopez, passando per Goicoechea e Olsen, è stato difficile per tutti meritare approvazione nel lungo periodo.
Anche Olsen ormai è di troppo: il Celtic lo vuole in prestito ma la Roma dice no