Corriere dello Sport

LUKAKU A FORZA 9 INTER, VIA COL VENTO

Nerazzurri mai così avanti in Europa dai tempi del Triplete Nove partite di fila a segno: è il primo a riuscirci nel torneo Barella sblocca, Havertz accorcia ma Conte vola in semifinale

- di Andrea Ramazzotti

L'Inter di Europa è volata League in semifinale battendo il Bayer Leverkusen e stasera dal match tra il Basilea e lo Shakhtar conoscerà il nome dell'avversario di lunedì. Trascinati dal trentunesi­mo gol di Romelu Lukaku, i nerazzurri hanno meritato il passaggio del turno e, anche se hanno dovuto soffrire fino alla fine perché si sono visti negare dal Var due rigori, hanno dimostrato di essere in grande forma. Un messaggio importante quello di Conte, che, dopo il secondo posto in campionato, è ancora in corsa per chiudere la sua prima stagione alla Pinetina con un trofeo: gli mancano due successi e la sua formazione dà la sensazione di potercela fare. Avrà una settimana per preparare la semifinale che affronterà da favorita e, grazie a un Lukaku super, a segno per la nona gara consecutiv­a di Europa League (record assoluto per la manifestaz­ione), può davvero sognare. Non è casuale che l'Inter sia tornata in semifinale a 10 anni di distanza dall'ultima volta: rispetto alla squadra del triplete ha meno qualità, ma ha un grande cuore, un Eriksen divino da subentrato e idee tattiche scolpite nella pietra grazie al ritorno al 3-5-2. Se nelle ultime due sfide sarà più cattiva sottoporta potrà festeggiar­e: nella notte di gloria contro i tedeschi l'unico neo sono i “soli” 2 gol spremuti dalle 7 conclusion­i nello specchio. Su questo può migliorare.

CHE UNO-DUE. Il primo tempo di Handanovic e compagni è stato notevole e averlo chiuso in vantaggio solo per 2-1 li ha costretti a soffrire fino alla fine. L’approccio è stato quello giusto e i nerazzurri hanno dominato quanto a occasioni create e interpreta­zione tattica del match. Il Bayer, nonostante l'assenza dello squalifica­to Aranguiz e l'infortunio nel riscaldame­nto di Sven Bender, ha tenuto di più il pallone (67% al 45'), ma lo ha fatto circolare in maniera non pericolosa perché gli uomini di Conte hanno avanzato il baricentro per andare a pressare gli avversari addirittur­a sulla loro trequarti. Rispetto al solito il palleggio dei tedeschi ha perso incisività e con questa se n'è andata anche la sicurezza, spazzata ulteriorme­nte via dal terribile uno-due di Barella e Lukaku, che avevano già segnato a Hradecky con le rispettive Nazionali e che nell'arco di 6' hanno fissato il punteggio sul 2-0. L'Inter era saldamente al comando: ha giocato un bel calcio e ha addirittur­a fallito il 3-0 con il belga. Sarebbe stato il colpo del ko. Così, quando Havertz ha accorciato le distanze con il primo tiro nello specchio dei tedeschi, per Conte è stata una vera e propria doccia gelata. Colpa di qualche spazio di troppo lasciato dalla parte di Diaby, ma soprattutt­o del talento del numero 29 nel mirino del Chelsea: Havertz era bravo ad accentrars­i e a svariare per mettere in difficoltà i contiani, che a tratti hanno sbandato, ma hanno comunque tenuto alta la pressione e si sono visti pure “revocare” dal Var un rigore.

SOFFERENZA FINALE. L'Inter è rientrata nella ripresa con lo stesso approccio avuto nel primo tempo ovvero con la voglia di far male agli avversari, ma rispetto ai 45' iniziali è mancata la precisione nell'ultimo passaggio o nella conclusion­e e così un paio di occasioni pericolose non sono state sfruttate da Gagliardin­i e Lukaku. Conte dopo un'ora si è giocato la qualità di Eriksen e la corsa di Moses, ma anche Bosz ha aumentato la pericolosi­tà mettendo la freccia Bailey a sinistra, spostando Havertz dietro Volland e Diaby a destra con Demirbay tra i due mediani: 4-2-3-1 iperoffens­ivo per cercare il pari. Handanovic ha alzato una botta di Demirbay, ma l'occasione migliore l'ha sbagliata Sanchez, che, servito da una magia di Eriksen, ha esaltato Hradecky. Bosz ha buttato nella mischia altra spinta con Wendell e Amiri tentando il tutto per tutto. L'Inter però non si è scomposta e ha sfiorato il 3-1 con Moses, ancora servito da Eriksen, e con Lukaku. Ha chiuso in affanno perché i tedeschi erano tutti in attacco e perché è rimasta di fatto in dieci per l'infortunio alla coscia destra di Sanchez, ma ha meritato ilpassaggi­o del turno. La finale del 21 a Colonia è a un passo.

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GETTY IMAGES Romelu Lukaku (a terra), 27 anni, raddoppia per l’Inter
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