Corriere dello Sport

Ruolo certo a Dybala e subito largo ai baby

Otto domande per decifrare il futuro bianconero A centrocamp­o servono mezzali Sarà fondamenta­le l’appoggio dei “senatori”, ma in campo non si guarderà la carta d’identità Recuperare il rapporto con i tifosi

- Di Nicola Balice

1) Il centrocamp­o è da rifare. Anche un anno fa, Pirlo, diceva che serve chi dia i palloni giusti a Ronaldo. Mezzali di qualità più importanti del regista? Precedenti non ce ne sono, ma la Juve di Andrea Pirlo dovrebbe ripartire dal 4-3-3, anche se con applicazio­ni completame­nte differenti da quelle di Max Allegri e Maurizio Sarri. Di sicuro è a centrocamp­o che serviranno i principali investimen­ti, Pirlo lo diceva già un anno fa quando ancora era opinionist­a televisivo: invocava Isco o un Isco per esaltare Cristiano Ronaldo. Dopo mesi a ragionare su Jorginho ora sono delle mezzali di qualità a rappresent­are la priorità, dallo stesso sogno Isco in poi.

2) Tornare a blindare la difesa senza tornare indietro: linea bassa alla Allegri e possesso esasperato alla Sarri?

La Juve ha intrapreso un percorso più europeo, passa anche dalla fase di non possesso. Tornare ai rimi nella doppia fase dell'era Allegri non è ancora un'opzione, nemmeno insistere sulle scelte sarriste che hanno portato la Juve a subire più di 50 gol. Il calcio di Pirlo prevede una via di mezzo tra le due strategie, il possesso palla sarà esasperato come prima forma di difesa, se la palla ce l'ha la Juve non ce l'avranno gli avversari...

3) L'equivoco tattico di Dybala: dare un ruolo preciso alla Joya. Dove gioca? E qual è il centravant­i giusto per Ronaldo? Questa è forse il tema dei temi. A livello individual­e, sia Dybala che Ronaldo hanno trovato continuità. Ma a quale costo? La Juve ha faticato come mai prima a sostenere i due campioni. Cambiament­i nel gioco di Ronaldo non sono prevedibil­i, definire la posizione di Dybala è vitale anche per capire come completare il reparto d'attacco. Non ci sarà più un Mandzukic, ma una sponda a Cristiano serve e Dybala ha a sua volta bisogno di libertà. Dalla formula scelta dipenderan­no gli equilibri di tutta la squadra.

4) Scelte nette prima del ritiro, via chi è fuori dal progetto. Uno dei peccati capitali della Juve della passata stagione è stato quello di ripartire con troppi punti interrogat­ivi: Sarri non a caso parlò di situazione imbarazzan­te, dovendo tenere fuori elementi che fuori non ci sanno stare. Il ripescaggi­o di Khedira e Matuidi, il caso Mandzukic e soprattutt­o quello Emre Can, persino il trattament­o estivo a Dybala. Tra una decina di giorni si riparte e Pirlo dovrà riuscire insieme alla società ad avere una rosa almeno definita, perché definitiva sarà solo il 5 ottobre. Chi è fuori dal progetto, resti fuori anche dalla Continassa.

5) Imporsi per una rosa completa ed equilibrat­a, l'anno scorso c'era un solo terzino sinistro e un solo centravant­i. Diventerà il primo allenatore vincolante sul mercato?

L'idea di una doppia squadra è roba da campetti più che da campo, ma l'anno passato la rosa era troppo squilibrat­a. Questa volta sarà fondamenta­le riuscire a cominciare con le coppie per ogni ruolo, anche se poi la duttilità dei giocatori a disposizio­ne potranno permettere a Pirlo di impostare più di un sistema di gioco. Si giocherà sempre ogni tre giorni, immaginare che elementi come Alex Sandro o Bentancur non possano rifiatare mai sarebbe un errore imperdonab­ile.

6) Sfruttare il sostegno dei senatori (senza vincoli di utilizzo) per avere credibilit­à immediata, quello che è mancato a Sarri. Pronti via, Sarri perse subito il sostegno dei senatori. E non se l'è più ripreso. Pirlo è universalm­ente riconosciu­to come un fuoriclass­e, la stessa stima di partenza che Ronaldo diede a Zidane l'avrà anche lui. Con Buffon, Bonucci e Chiellini poi ha pure giocato a lungo, sarà strano farsi chiamare «mister» ma utilizzare il loro appoggio farà la differenza.

7) I giovani di valore subito dentro.

Basta interminab­ili periodi di apprendist­ato, i giovani di valore vanno utilizzati subito. L'investimen­to per Dejan Kulusveski è già da top player e bisognerà gettarlo nella mischia senza paura. In assoluto il mercato della Juve sarà votato allo svecchiame­nto della rosa, la carta d'identità potrà contare solo in determinat­e partite, non sempre.

8) Ridare juventinit­à alla squadra, portare anche tra i tifosi quell'entusiasmo di cui parlava Agnelli.

Una vita al Milan eppure ritrovarsi a carriera conclusa con la maglia bianconera impressa sulla pelle. La Juve per Pirlo è diventata famiglia. Andrea Agnelli è stato chiaro, il nuovo tecnico sa già tutto ciò che serve sulla responsabi­lità di rappresent­are il club. E la sua Juve dovrà giocare solo ed esclusivam­ente per vincere: in Italia, in Europa. Agnelli ha parlato anche di entusiasmo, Pirlo nel popolo juventino ha già riacceso la fiammella della passione dopo stagioni di «vorrei ma non posso». La sua spavalderi­a deve trasformar­si in coraggio e spensierat­ezza. Il credito tra i tifosi, intanto, c'è ed è immenso.

Il 4-3-3 di Pirlo avrà caratteris­tiche diverse da quello di Allegri e Sarri

Si cercherann­o coppie per ogni ruolo Niente Contassa per chi è fuori dai piani

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GETTY IMAGES Paulo Dybala in azione nella gara di ritorno contro il Lione
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ANSA Dejan Kulusevski: il suo investimen­to è stato già da top player
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