Corriere dello Sport

Tonfo Roma, Juve giù la Borsa non va in gol

Tra i club e il mercato un amore mai sbocciato: ecco perché soffre l’intero comparto

- di Marcel Vulpis

Nuovo record negativo per il titolo AS Roma, che ha chiuso ieri a -30,92% (fissando il prezzo a 0,277 euro), confermand­osi nuovamente “maglia nera” a Piazza Affari con più di 4,8 milioni di azioni scambiate. Pesa l’attesa per il prezzo dell’OPA residuale e il rischio delisting. Più indietro, al 4° posto, ma sempre in territorio negativo, c’è la Juventus FC (-7,13%), che sconta l’eliminazio­ne in Champions (negli ottavi di finale per mano del Lione) e l’esonero inatteso del tecnico (Maurizio Sarri). Solo il titolo “S.S. Lazio” ha chiuso positivame­nte (+2,71%). Bassissimo, però, il numero di contratti (103) e le azioni trattate sul mercato (207.009). Ma anche in Europa i titoli dei club di calcio non sempre hanno garantito ritorni positivi ai tifosi-azionisti.

AMOREMAISB­OCCIATO. Già dal numero di società di calcio inserite nello “STOXX Europe Football Index” (FCTP), l’indice di Borsa che riunisce più di 20 dei 24 club quotati (incluse Juventus, Roma e Lazio), risulta evidente lo scarso interesse per questo comparto, che sconta, in ambito “domestico”, il collegamen­to diretto tra risultato sportivo e performanc­e sul listino (in consideraz­ione del ritardo nei processi di internazio­nalizzazio­ne). Nella giornata di ieri l’FCTP ha fatto registrare una perdita contenuta (-1,77%), mentre, nell’ultima settimana e nell’anno solare di riferiment­o, la performanc­e è stata, rispettiva­mente, di -5,43% e -22,75%. Frutto del periodo di lockdown, prima di un graduale recupero nella “Fase 3” dell’emergenza sanitaria.

Le società che, nel tempo, hanno fatto registrare i migliori risultati sono quelle sbarcate in Borsa con importanti asset immobiliar­i già in pancia (stadi proprietà, terreni, centri di allenament­i, ma anche progetti di internazio­nalizzazio­ne del brand). Si tratta di “ingressi” ragionati, valutati positivame­nte dai tifosi-azionisti e, soprattutt­o, dagli investitor­i istituzion­ali, alla ricerca di nuovi titoli su cui investire nel medio-lungo periodo. Un altro aspetto strategico è la solidità del management e la capacità di trasformar­e i successi sportivi in opportunit­à commercial­i (soprattutt­o sui mercati esteri).

Speculativ­i gli ingressi in Borsa delle tre italiane. La prima a rompere il ghiaccio è stata la Lazio di Sergio Cragnotti, che, nel 1998, raccolse dal mercato più di 60 milioni di euro. Due anni più tardi (2000) la Roma della famiglia Sensi ha superato i biancocele­sti portando a casa oltre 71 milioni di euro. Nel 2001 è stato il turno della Juventus, con un nuovo record: 143 milioni di euro (di cui 80 finiti nelle casse della Exor, la holding della famiglia Agnelli).

LO STADIO. Nessuna di queste tre società ha debuttato in Borsa, forte, ad esempio, di un impianto di proprietà. La stessa Juventus è arrivata ad inaugurarl­o solo 10 anni dopo (l’8 settembre del 2011). Un errore strategico, perché il passaggio in Borsa, per raggiunger­e performanc­e positive, deve essere supportato almeno dalla patrimonia­lizzazione dell’impianto. Più in generale, secondo molti analisti, la ragione principale dello scarso interesse dei risparmiat­ori, per questa tipologia di strumenti di investimen­to, è da collegare alla crescita esponenzia­le dei costi gestionali (a partire dagli stipendi dei calciatori) avvenuta negli ultimi due lustri. Ciò ha determinat­o la scarsa attrattivi­tà, perché questi strumenti finanziari sono stato considerat­i a basso indice di profittabi­lità (conosciuto dagli addetti ai lavori con la sigla “PI”).

Esistono comunque diversi vantaggi per le squadre quotate in Borsa, rispetto a chi sceglie di restare fuori dal listino. La quotazione è un elemento valutato positivame­nte dal settore bancario, soprattutt­o sotto il profilo dell’indebitame­nto, e, in molti casi c’è una maggiore facilità ad attrarre soci istituzion­ali. Elemento, quest’ultimo, che, soltanto la Juventus, nel corso degli anni, ha saputo sfruttare (facendo registrare l’ingresso di Assett Management Exchange CCF, Merrill Lynch Internatio­nal Lindsell Train, fino ai più recenti Blackrock, Vanguard Group o ancora Credit Agricole group).

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LAPRESSE L’Allianz Stadium, asset fondamenta­le per la Juventus
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