Corriere dello Sport

«Stop di petto e passaggio devo tanto a Pippo Piccilli»

Pietro, oggi diesse a Empoli racconta come ha sfondato

-

- Non avesse fatto il calciatore? Anche lui, come tradizione di famiglia, sarebbe diventato pasticcier­e. Pietro Accardi svela: «Papà Luigi ha sempre svolto questa attività. E’ cresciuto con i dolci, come io col pallone. Già a dodici anni, faceva le cassate e siccome non arrivava al bancone, lavorava con una cassetta di legno sotto i piedi. Poi ha continuato nei migliori bar della città, ha imparato il mestiere e a 22 anni, giusto l’età del mio esordio in A, ha aperto un laboratori­o che a poco a poco ha trasformat­o nell’odierna, apprezzata, attività».

L’altra strada era in agguato: «Con Rinaudo sono stato compagno di banco all’Istituto Alberghier­o e studiavamo per diventare cuochi. Ancora oggi, dopo la gavetta fatta con mio padre, per un piatto di spaghetti so anche sbrigarmel­a da solo». Singolare il modo in cui è entrato nel Palermo. «Il mio talent scout, Pippo Piccilli, l’anima del quartiere, era sicuro che avrei sfondato, E’ stato lui a prendere la palla al balzo. E in che modo! Una mattina, chiama come un ossesso dal suo furgone dell’Amat: “Luigi ho visto un gran casino al Don Orione, c’è un provino del Palermo, perché non portiamo Pietro?». Papà lascia le torte e via subito al campo. Dopo cinque minuti, mi presento: stop di petto e tocco al compagno. L’ex portiere e direttore sportivo dei rosa, Renzi, ferma il gioco e prende il mio nome».

Per Pietro, ds dell’Empoli, un periodo nero e rosa: la sconfitta nei playoff di B col Chievo, la nascita (giorni fa) del secondogen­ito Gabriel dopo Liam (tre anni). La terza generazion­e degli Accardi che si fa avanti.

 ?? GETTY ?? Pietro Accardi oggi, direttore sportivo dell’Empoli
GETTY Pietro Accardi oggi, direttore sportivo dell’Empoli

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy