Corriere dello Sport

«PORTATECI IN TRIBUNALE»

Il verdetto sulla Racing Point “gemella” della macchina tedesca è stato solo l’inizio Wolff: «Se qualcuno pensa che abbiamo fatto qualcosa di sbagliato lo dica. La Mercedes è tranquilla»

- Di Giorgio Burreddu

«Se qualcuno pensa che abbiamo fatto qualcosa di sbagliato, dovrebbe protestare. Siamo felici di andare in tribunale». Più che un invito, quella di Toto Wolff ha tutta l’aria di essere una provocazio­ne. Un messaggio, quello del team principal delle Mercedes, recapitato a chi le accusa di aver lasciato copiare il compagno in difficoltà, quel compagno che aveva bisogno di una mano, o meglio di un’idea, e cioè quella Racing Point beccata a clonare le prese d’aria freni dalle monoposto Mercedes 2019 e poi punita con 15 punti nel mondiale Costruttor­i e con 400mila euro di multa. Una punizione soft, secondo molti. Consideran­do che le Racing Point stanno continuand­o a godersi il galà del Circus senza cambiament­i di sorta. «Credo che la Racing Point non abbia fatto nulla di sbagliato ha detto Toto - noi non abbiamo fatto nulla di sbagliato. La nostra reputazion­e è importante ma è intatta».

RUOLI. Però ha ragione Mattia Binotto, team principal della Ferrari, quando dice che un illecito c’è stato ed è da lì che bisogna partire per fare maggiore chiarezza. «E’ un fatto»: il resto è un orizzonte di possibilit­à. «La riflession­e va spostata sulla macchina», aveva detto il boss della Rossa di Maranello prima del gran premio di Silverston­e. La Ferrari ha fatto appello, e così hanno fatto pure McLaren, Williams e Renault. Anche la Racing Point ha presentato un'intenzione contro il verdetto e adesso spera di riabilitar­si. E le Mercedes? «Se si dovesse andare alla corte d’appello internazio­nale, gli avvocati hanno la forte opinione che questo sia un caso con pilastri molto solidi e quindi è tutto a posto». A guardare Toto Wolff, che ieri ha parlato alla BBC, viene in mente davvero uno di quei ligi e impassibil­i compagni di scuola, quelli dall’aura immacolata a cui era impossibil­e scalfire la reputazion­e. Ma qualcosa non torna. I commissari hanno paragonato il processo di progettazi­one della Racing Point all’«utilizzo della carta da lucido per copiare una forma/disegno». La Mercedes che ruolo ha in tutto questo? Di sicuro non tira aria buona nei garage del Circus, soffiano raffiche elettriche tra le scuderie e quasi tutte sono contro la Mercedes. E’ la cannibaliz­zazione del mondiale, forse. O la preoccupaz­ione che il futuro non abbia abbastanza margini per altre monoposto diverse dalle Mercedes.

MONDIALE. La tensione, insomma, è altissima. D’altra parte, la gara di Silverston­e ha incrinato qualche certezza tra i componenti della scuderia tedesca: il problema con le gomme da risolvere (le alte temperatur­e creano guai, e domenica si corre a Barcellona dove farà ancora più caldo), la strategia che non è piaciuta ai piloti (sia Hamilton che Bottas). Al punto da far ammettere allo stesso Toto che «il mondiale è aperto. E devo dire che la situazione è buona, anche perché in tanti parlavano di una passeggiat­a di salute per la Mercedes verso i titoli 2020. Non era certo una passeggiat­a di salute, lo sapevamo». Ieri è venuta fuori anche la scoperta dell'ala posteriore sulle W11 che flette. La soluzione, questo è ovvio, supera tutte le verifiche tecniche della FIA che effettua delle prove di flessione statiche. Ma è un dettaglio che induce a puntare i riflettori sulla Mercedes. E anche se è poco, crea sempre un po’ di pressione.

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GETTY IMAGES Toto Wolff, 48 anni, team principal della Mercedes. Qui con Lewis Hamilton 35 anni

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