Corriere dello Sport

Roma, Pedro sa come vincere

Arriva l’ex Chelsea: in carriera ben 25 trofei Ds, spunta Ausilio

- di Stefano Chioffi

Èun altro figlio della Masia, l’università del Barcellona, dove il calcio è allegria e tiki-taka, ma anche cultura e disciplina. La Masia è un’invenzione di Cruijff sbocciata nel 1979, quando Johan giocava ancora con la maglia numero 14 e il presidente del club catalano era Nuñez: seimila metri quadrati, campi e palestre, foresteria e scuola privata, trecento giovani, il centro di formazione più copiato e invidiato sulla faccia della terra, facile da studiare e quasi impossibil­e da replicare, che dal 2011 ha trovato la sua nuova residenza a Can de Planes. Pedro è una delle infinite espression­i di un settore giovanile che ha garantito al Barcellona un fenomeno come Messi e campioni del calibro di Iniesta e Xavi, oltre a quasi 150 milioni di plusvalenz­e. Ala universale, completa, moderna, che è sempre piaciuta ai suoi allenatori per la sua regolarità e un’interpreta­zione del ruolo in grado di assumere sfumature diverse: esterno da 4-3-3 o da 4-2-3-1, tornante puro, capace di cucire attacco e centrocamp­o. Chilometri, resistenza, generosità, scatto, passaggi filtranti, tempi giusti in fase di inseriment­o, 99 gol con il Barcellona e 42 nel Chelsea. E poi pressing, un’attenzione quasi scientific­a ai compiti che gli vengono assegnati, la capacità di rinnovarsi nella centrifuga tattica di un calcio in costante evoluzione. Si è sempre guadagnato un copione centrale lavorando con tanti faraoni della panchina: da Guardiola a Luis Enrique, da Mourinho a Conte. Ha vinto il Mondiale del 2010 e l’Europeo del 2012 con la Spagna di Del Bosque. Una collezione di venticinqu­e trofei: dalle tre Champions con il Barcellona all’Europa League festeggiat­a nel 2019 con Sarri, che lo considerav­a prezioso come Callejon ai tempi della sua avventura nel Napoli.

SAN ISIDRO. Pedro è sempre stato l’uomo degli equilibri, pronto a bilanciare con la sua logica e la sua saggezza un 4-3-3 che non può vivere solo di eccessi, bellezza e anarchia. Un peso specifico che gli è stato riconosciu­to dai suoi allenatori in ogni epoca. Il Chelsea, nel 2015, ha investito trenta milioni (27 più 3 di bonus) per portarlo in Premier League dal Barcellona, che lo aveva scoperto su un campo di periferia a Tenerife, dove Pedro - da bambino - aveva cominciato a divertirsi nel Deportivo Raqui San Isidro. Fu seguito e acquistato durante il torneo di Adeje. I dirigenti del suo vecchio club ancora lo ringrazian­o, perché sul conto in banca sarebbe piovuto in seguito un premio di valorizzaz­ione di 420.000 euro, soldi da fantascien­za per una società dilettanti­stica. Pedro ha fatto la differenza con il suo gioco razionale, con la sua maturità e anche con i suoi novanta assist: 62 nel Barcellona e 28 nel Chelsea. E’ cresciuto potendo contare su riferiment­i di spessore: Messi, Xavi, Iniesta, Puyol, Piqué, Yaya Touré, Eto’o, Henry, Ibrahimovi­c, Neymar, Fabregas. In Spagna ha vinto cinque campionati. Al Chelsea ha regalato una Premier e una Coppa d’Inghilterr­a: ottimo il rapporto con Conte, positiva la convivenza nel 3-5-2. Nel 2019 ha festeggiat­o anche l’Europa League con Sarri, segnando in finale nel derby contro l’Arsenal (4-0). Pedro a destra, Giroud (o Higuain) centravant­i e Hazard a sinistra: ecco la formula di Sarri, che aveva segnalato nei mesi scorsi alla Juve la possibilit­à di prendere lo spagnolo a parametro zero, proprio come il brasiliano Willian, un altro dei fedelissim­i del tecnico cresciuto a Bagnoli e licenziato sabato all’ora di pranzo.

FAMIGLIA E RECORD. Pedro è nato a Santa Cruz di Tenerife, il 28 luglio ha compiuto 33 anni. E’ stato sposato con Carolina Marti, ora è legato a Patricia Magana. Ha tre figli: Bryan, Kyle e Marc. Ha ringraziat­o i tifosi del Chelsea con un tweet, Stamford Bridge è stata la sua casa per cinque anni. Ora ha scelto la Roma: un matrimonio battezzato sui social anche dalla

Fifa, che ha rivolto gli auguri allo spagnolo, perfetto per il 4-3-3 e il 4-2-3-1 di Fonseca. Un repertorio ricco, scandito non solo dai trofei (20 nel Barcellona, 3 nel Chelsea e 2 con la nazionale). Nove doppiette e due triplette (all’Huesca e al Getafe) in carriera. Nella sua storia europea ha segnato due gol di sinistro all’Inter (nella fase a gironi e nella semifinale della Champions 2009-10) e uno al Milan (2011). È l’unico spagnolo ad aver segnato almeno un gol nelle sei competizio­ni ufficiali durante la stessa stagione (2009): Liga, Coppa del

Re, Supercoppa, Champions, Supercoppa europea e Mondiale per club. A Barcellona lo ricordano con affetto: è uno degli otto giocatori ad aver centrato per due volte il Triplete con Xavi, Iniesta, Messi, Dani Alves, Piqué, Eto’o e Busquets. Ora è pronto ad abbracciar­e la Roma.

Cultura del lavoro e regolarità: le lezioni di Messi, Iniesta e Xavi

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 ??  ?? Pedro, 33 anni, 5 stagioni nel Chelsea: 196 presenze, 42 gol e 3 trofei conquistat­i
Pedro, 33 anni, 5 stagioni nel Chelsea: 196 presenze, 42 gol e 3 trofei conquistat­i
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