Corriere dello Sport

Sinner e Musetti... escono insieme «Siamo ragazzi, dateci tempo»

FINISCE NEGLI OTTAVI IL SOGNO DEI DUE BABY AZZURRI Djokovic e Nadal conquistat­i dal talento dei giovani italiani «Ma dobbiamo fare meglio»

- Di Christian Marchetti

Iragazzi piangono, ma le loro non sono lacrime di coccodrill­o. I coccodrill­i veri sono fuori. Benvenuti nel tennis del «chi si ferma è perduto», che poi somiglia tanto da vicino a qualcosa che va oltre lo sport. Jannik Sinner, classe 2001: «Penso che fisicament­e debba ancora crescere molto. Il gioco sta migliorand­o e questo succede quando metti una partita dietro l'altra, ma devo migliorare su quell'aspetto per pareggiare i fattori». Lorenzo Musetti, classe 2002: «Ha pienamente ragione, siamo ancora ragazzi. Guardate la mia partita contro Koepfer. Lui era al sesto match come me, ma era senz'altro più fresco».

NIENTE SCUSE. Jannik lo dice dopo due ore e mezza a giocare allo stesso livello con Dimitrov, il quale alla fine la spunta esasperand­o il back e buttando tra una racchettat­a e l'altra tonnellate d'esperienza. Lorenzo ha invece una sacca del ghiaccio sulla spalla bollita e nella testa quei trionfi con Wawrinka, Nishikori e i veraci «Congratule­zzioni» dei giornalist­i stranieri collegati via Internet. I ragazzi piangono, ma lo fanno oggi per essere più forti domani. Al contempo c'è tanta maturità: gli elogi che i due si scambiano pubblicame­nte, la soddisfazi­one di vedere campioni seguire i loro match. «Ringrazio Nole Djokovic, ma mi dispiace che abbia dovuto assistere a questa partita», quasi arrossisce Musetti.

Il più arrabbiato è Sinner. In conferenza stampa mangiucchi­a unghie come il demonio fa con le fiamme dell'inferno. «Perdere così fa male. Parlerò col team e vedremo». Contro Dimitrov la vittoria sembrava una formula matematica. Break sin dal primo gioco e nervi d'acciaio per arrivare al primo 6-4. Break e controbrea­k in apertura di secondo set con il bulgaro che prende le contromisu­re col rovescio in back: «Ci devo lavorare su dice Sinner - Lo so io, lo sa Riccardo» (coach Piatti, ndr)» e cresce in maniera esponenzia­le. Infine quel maledetto set decisivo: Jannik che risale da 5-2 a 5-4 e perde la partita sul suo servizio, al quinto match point, scagliando sul nastro uno smash non impossibil­e.

CRESCERE. Poco da dire sulla partitacci­a di Lorenzo. Nonostante il 6-4, il primo set scappa subito via. Il secondo è invece una punizione troppo severa, seppure sportivame­nte giusta. E quel dolore alla spalla. «Porterò con me tante emozioni, tante notti trascorse a cercare di dormire. Inutilment­e, perché i pensieri in testa erano troppi. Nelle prossime settimane giocherò a Forlì con una wild card, poi stop, poi ancora Parma, infine Sardegna. Ho bisogno di giocare». Però certo non troverà un Nadal a dargli una pacca sulla spalla come accaduto al Foro. «Un gesto che mi ha colpito particolar­mente per la sua umiltà».

Bilancio anche per Sinner: «Da questo torneo ho capito tante cose e certo questa non era la fine che volevo. C'è quella parte fisica da migliorare e, per ora, devo solo accettare la situazione». I ragazzi piangono di rabbia e quella ha tutta l'aria di essere rabbia giusta.

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ANSA Jannik Sinner, 19 anni, battuto ieri da Dimitrov
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