La fuga di Andersen sorprende tutti anche i nostri, ancora senza vittorie
Trentin: «Avevamo pianificato tutti ma lui è stato furbo, avrei preferito arrivare decimo in volata...»
Alla fine la spunta lui, ancora lui. Soren Kragh Andersen aveva già vinto a Lione, si è ripetuto ieri con un’imbucata simile a Champagnole, uno degli ultimi lampi di un Tour arrivato a soli due capitoli dalla fine. Ha vinto ancora il ventiseienne danese, astuto e reattivo, così tanto da lasciare a bocca asciutta i compagni di fuga più titolati, da Sagan a Sam Bennett, da Van Avermaet a un arrabbiato Trentin. C’era un parterre de roi a smaniare per l’ultima fuga della Grande Boucle, ma a 15 km dall’arrivo il corridore della Sunweb ha salutato la compagnia in discesa, cogliendo tutti di sorpresa: «Dopo l’attacco di Trentin ho visto Sagan andare a chiudere subito ha raccontato all’arrivo - Così ne ho approfittato e sono partito a tutta. Al traguardo non volevo crederci, già a Lione mi era sembrato tutto così incredibile».
Amareggiato lo stesso Trentin (decimo all’arrivo), che puntava a salvare il disastroso bilancio italiano, eccezion fatta per le performance di Damiano Caruso: «Il piano era quello di staccare Bennett, il più forte in una volata ristretta. Ho parlato con Sagan, dalla nostra avevamo anche il mio compagno di squadra, Van Avermaet, per provare a fare la differenza e a giocarcela all’ultimo chilometro. Purtroppo c’erano dei corridori in fuga che non volevano vincere, ma puntavano solo a far perdere gli altri. Non è stato piacevole, avrei preferito essere battuto allo sprint anziché arrivare decimo in questo modo. Non c’è stato accordo e Kragh Andersen è stato furbo, ne ha approfittato».
Brutta avventura per l’austriaco Postlberger, colto da shock anafilattico dopo la puntura di un’ape vicino alla bocca, che ha richiesto il ricovero in ospedale. Per i big di classifica giornata senza patemi, tutto invariato in attesa della cronometro odierna a La Planche des Belles Filles, che definirà le posizioni finali prima della passerella domenicale a Parigi. Nella prova odierna contro il tempo, i 36,5 km complessivi sono piuttosto pianeggianti nella prima parte, ma gli ultimi sei in salita faranno la differenza con una pendenza
Oggi la cronoscalata (con cambio bici) prima dell’arrivo nella Parigi blindata