L’Emilia riapre gli stadi
Spadafora concede la riapertura a mille spettatori, ma poi si chiarisce: non vale per gli stadi. Strappo di Bonaccini, la Lega di A (oggi si riunisce): «Caos sovrano»
Parma-Napoli e Sassuolo-Cagliari con mille spettatori Anche al Foro Italico semifinali e finali con il pubblico
Decreti, incontri, audizioni, telefonate e scontri politici. Da una parte il governo, dall'altra le regioni. Con lo sport - il calcio in particolare - messo in mezzo come il toro in una corrida. La riapertura degli stadi resta una chimera, almeno finché non scadrà l'attuale dpcm in vigore fino al 7 ottobre. Eppure, ieri mattina, il ministro Vincenzo Spadafora aveva annunciato la fine del lockdown delle passioni: «Finalmente, già a partire dalle semifinali e dalle finali degli Internazionali di Tennis, potranno assistere mille spettatori a tutte le competizioni sportive che si terranno all’aperto e che rispetteranno scrupolosamente le regole previste in merito a distanziamento, mascherine, prenotazione dei posti a sedere». I dirigenti del calcio, soffermandosi in particolare sulla frase «tutte le competizioni», sono sobbalzati. Sembrava «un primo passo verso la normalità per eliminare le differenze tra eventi sportivi ed eventi culturali (che si svolgono "in presenza" già da metà giugno ndr)» come aveva precisato lo stesso Spadafora. E invece...
RETROSCENA. Poche ore dopo il Comitato tecnico scientifico ha fatto sapere che la “concessione” si riferiva solamente agli Internazionali e non al campionato. Giusto o meno, era stato concordato nella riunione di martedì a cui ha partecipato anche il capo dipartimento Pierro. Dunque, perché generare confusione e alimentare speranze a 24 ore dal calcio d'inizio della Serie A? Secondo alcuni, il ministro avrebbe tentato di forzare la mano sfruttando il "via libera" per gli Internazionali ma gli scienziati si sarebbero opposti. Lo scenario resta quindi immutato: per i fan sugli spalti bisognerà aspettare il 17 ottobre con il derby Inter-Milan a fare da apripista. La speranza della Figc, altra pedina fondamentale in questo complesso scacchiere, è riempire curve e tribune almeno al 30% della capienza.
LA SCELTA DI BONACCINI. A compiere l'ennesimo smacco all'Esecutivo, che pensava di aver controllato la fuga di notizie mattutina, ci ha pensato la regione Emilia Romagna nel tardo pomeriggio: coerentemente con la decisione di concedere gli allenamenti di gruppo (lo scorso 1 maggio) quando ancora i dpcm del governo non lo permettevano, il presidente Bonaccini ha firmato un'ordinanza che permette a 1000 tifosi di assistere domenica a Parma-Napoli e Sassuolo-Cagliari. Il decreto ha mandato su tutte le furie Conte e Spadafora, che da uomini del M5S considerano la presa di posizione emiliana come l’ennesimo attacco di un’amministrazione governata dal centrosinistra. Ma anche questa fuga in avanti rischia di trasformarsi praticamente in un nulla di fatto, dato che Parma e Sassuolo (attese stamattina in prefettura) non intendono mettere in vendita i 1000 tagliandi a causa delle tempistiche ridotte.
LA LEGA CHIEDE RISPETTO. La Lega Serie A non capisce perché il tennis, il basket e altri eventi, inclusi i ritiri e le amichevoli pre-stagionali di calcio, possano disputarsi davanti ai tifosi mentre il campionato ancora no. «La situazione che stiamo vivendo è surreale - ha detto l'amministratore delegato, Luigi De Siervo - Abbiamo presentato a luglio un protocollo dettagliato di oltre 300 pagine per la riapertura parziale in massima sicurezza degli stadi, descrivendo per ciascun impianto le modalità attuative di ingresso, permanenza e deflusso dei tifosi. Al netto delle sacrosante deroghe concesse dalla Regione Emilia Romagna, alla ripartenza del campionato il caos regna ancora sovrano. La Lega Serie A chiede, per il rispetto che merita la nostra industria e i nostri tifosi, che al più presto si faccia chiarezza sulla riapertura dei nostri stadi, seppur parziale e condizionata al rispetto delle condizioni di sicurezza per il pubblico». Oggi alle 15 riunione in call conference dei 20 club di A per individuare una linea comune: ci sono malumori per possibili disparità di trattamento tra le varie squadre. Giovanni Malagò, presidente del Coni: «Il mondo dello sport si augura che ci siano il prima possibile dei segnali positivi e chiari».
Per ora sono solamente negativi e confusi.