Adesso Elliott colmi quel paio di lacune
Nel giorno in cui arriva anche dal Lussemburgo la solenne conferma della titolarità di Elliott sul patrimonio azionario del Milan, è bene parlar chiaro proprio all’azionista rossonero. E raccogliere i segnali che giungono dalla qualificazione anticipata al turno successivo di Europa League per disporre in anticipo il piano del prossimo mercato di gennaio. Paolo Maldini non ha mai fatto mistero del tesoretto rimasto a disposizione dall’estate scorsa quando nessuno immaginò la scalata che potesse cominciare con il nuovo torneo e nemmeno lo sviluppo della stagione a questo punto: primo posto in classifica e promozione ai 16esimi con una settimana di anticipo così da potersi dedicare alle future impegnative sfide con Samp, Genoa e Parma. Krunic, schierato per un tempo da guardia del corpo di Kessie a centrocampo, è stato un mezzo disastro: ha provocato il primo gol del Celtic, si è rivelato inadatto al ruolo. In passato, utilizzato da trequartista o da esterno sinistro, ha offerto lo stesso discutibile rendimento. C’è bisogno di un quarto centrocampista per rendere completo l’avvicendamento nei due chiamati a costruire gioco e trincea davanti alla difesa. Stesso ragionamento per i due piloni centrali della difesa milanista. Ieri, in partenza, c’è stato di sicuro un calcolo sbagliato. Pioli ha lasciato Romagnoli in panchina e schierato per la partita numero 17 (le ha giocate tutte, compresi i preliminari di Europa league) il danese Kjaer che dopo nemmeno 10 minuti ha alzato bandiera bianca e si è ritirato negli spogliatoi per un insulto muscolare alla coscia destra. A quel punto Romagnoli, risparmiato per qualche altro acciacco, è stato chiamato agli straordinari e le sue chiusure sono state provvidenziali in più di una occasione. La morale di questa breve ricostruzione è la seguente: con Musacchio sempre ai box per l’intervento chirurgico alla caviglia e Duarte ritenuto non all’altezza del compito (10 milioni il costo), c’è bisogno di un difensore di rango da aggiungere al giovane Gabbia che sta facendo progressi prodigiosi (merito di Giampaolo che volle tenerlo all’inizio della passata stagione). Ecco allora la responsabilità di Elliott: per consentire al Milan di reggere all’usura del primato da una parte e del cammino in Europa League dall’altra, c’è bisogno di colmare un paio di lacune e di cementare la rosa con due rinforzi di qualità. È vero: non ci sarebbe la certezza di poter poi restare in vetta fino a maggio, ma vorrebbe dire creare nel lavoro di Pioli e valorizzare il patrimonio tecnico fin qui accumulato.