Corriere dello Sport

Mancini: Noi big belli e vincenti

Il ct ha commentato il sorteggio guardando al futuro «Giochiamo un grande calcio aspettando la gente allo stadio»

- Di Andrea Santoni

Condannato dalle contingenz­e ad essere un video ct. Dimensione che trova sempre più stretta. Roberto Mancini, dopo essere stato costretto dalla positività alla Covid-19, a seguire via schermo le ultime uscite della sua Nazionale a novembre, che gli hanno regalato la Final Four di Nations League, ieri ha potuto commentare il sorteggio di questo mini torneo sempre e solo da remoto. Fresco di 56° compleanno, il commissari­o tecnico azzurro è apparso comunque in ottima forma, con una gran voglia di tornare in campo. Pregusta un 2021 di gloria, dopo due anni di traguardi parziali, senza macchia, con la sua Nazionale, presa al 21° posto e tornata tra le prime 10 del Mondo e sesta in Europa, dietro proprio alla Spagna, alla quale contenderà l’accesso alla finale di NL, prevista il 10 ottobre prossimo a Milano. Un confronto che gli ha permesso di fare alcune consideraz­ioni importanti: «La Spagna è un po’ come noi, ha cambiato molti giocatori, confermand­o uomini esperti come Sergio Ramos. Non solo, hanno un gioco più verticale. Insomma, ci assomiglia­mo. A questa Final Four partecipan­o forse le quattro migliori nazionali d’Europa. E vogliamo vincere noi. La Francia campione del mondo e il Belgio primo nel Ranking sono più avanti, è vero. Ma è lassù che vogliamo tornare». E per farlo Mancini vuol continuare a vincere attraverso il gioco. Quello che ha ammirato anche in tv da Roma, nelle scorse settimane: «Davvero, mai avuto dubbi contro Polonia e Bosnia: giocavano troppo bene...». Eppoi, come ha già fatto di recente più volte, il ct ha ripetuto quella che ai suoi occhi è la chiave per capire la crescita dell’immagine azzurra a livello internazio­nale: «Sapete come ci vedono adesso? Con gli stessi occhi dell’Olanda, che è venuta a giocare a Bergamo a ottobre, mettendosi a difendere con un uomo in più, affidandos­i al contropied­e, come facevamo noi negli anni ‘70...».

SPETTACOLO. Quello che Mancini vorrebbe vedere, restando in tema, piuttosto è lo spettacolo della gente intorno al campo di gioco. «Italia-Spagna, 6 ottobre 2021, con il pubblico a San Siro? Ma io spero proprio che i tifosi possano tornare molto prima allo stadio. All’Europeo, all’Olimpico, nelle tre partite iniziali, per esempio: pensate che show. E che bello sarebbe se già a marzo in qualificaz­ione mondiale si potessero aprire gli impianti. Lo sport senza spettatori è un’altra cosa». Temi che in passato il ct aveva già affrontato e che ripete anche adesso: «Se l’esperienza legata alla positività ha fatto cambiare la mia percezione della pandemia? No; per fortuna le cose sono andate bene per me, ma il mio modo di rapportarm­i a questa situazione resta lo stesso».

SCELTE. Piuttosto già adesso è apparso chiaro quale sia il rovello del ct in ottica Europeo: «Sarà davvero dura formare la lista dei 23. Chiaro che il gruppo che ha conquistat­o la qualificaz­ione vincendo sempre ha un vantaggio. Ma tanti giocatori sono cresciuti e stanno crescendo. Soprattutt­o a centrocamp­o. Lasciarne a casa qualcuno mi costerà molto. Chiellini? Mi dispiace che non riesca a trovare continuità, infortunan­dosi. Ma per noi Giorgio è un giocatore e un uomo importante. Conto di averlo». Anche perché l’obiettivo è ambizioso: «Mi è mancato di alzare la Champions? Se fosse il prezzo per vincere un Europeo o un Mondiale con la Nazionale diciamo che è uno scambio che mi andrebbe benissimo».

Roberto Mancini, 56 anni. E’ ct dal maggio 2018

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