FINALMENTE CHIESA BASTA AVERE FEDE
Risolutivo in attacco, costante nei recuperi in fase di non possesso, abnegazione, impegno: tutto quello che vuole Pirlo. «Sì, ma devo migliorare ancora tanto»
Mercoledì il primo gol in bianconero e la prima gioia in Champions uniti all’assist per Morata e all’azione per la rete numero 750 di Ronaldo
Finalmente Chiesa. La nuova vita di Federico in bianconero è iniziata, stavolta per davvero. C’è voluto un po’ di tempo per sbloccarsi, per il primo hurrà con la Juve, per una prova da Chiesa ma adesso l’incantesimo è stato spezzato. Tutto in una sera: primo gol juventino e prima gioia in Champions League. Ecco la svolta tanto attesa, perchè è così dai talenti ci si aspetta subito meraviglie, specie se accompagnati da un investimento di mercato ingente come quello effettuato dai campioni d’Italia (fino a 60 milioni, con i possibili bonus) ma poi bisogna fare i conti con il salto in alto che si compie, con una nuova realtà, con maggiori responsabilità e con una palla che inizia a pesare di più rispetto al passato. In avvio, Federico è stato frenato da qualche acciacco fisico e ha avuto bisogno di più tempo per sintonizzarsi sulle frequenze giuste di ciò che gli chiede Andrea Pirlo. C’erano stati bagliori, sparsi qua e là, ma non c’era stato ancora il cambio di marcia, il momento dell’inversione del trend. Che adesso è arrivato, nel modo che forse anche l’ex viola sognava. Essere cioè decisivo in una notte europea, nella Champions che ancora non l’aveva visto protagonista nella sua giovane carriera. Gol di testa, non la sua specialità ma si vede per iniziare bisogna sempre usare la testa. Anche in Europa League, il primo centro era avvenuto così. Quattro anni dopo, il mondo di Fede è diventato più grande, corre per lo scudetto e gioca nella coppa regina. «Sono molto felice del mio primo gol e della prestazione offerta da parte di tutta la squadra, anche perché venivamo da un pareggio brutto - ha sorriso -. Lo dedico a tutti quelli che mi vogliono bene, la mia ragazza, la mia famiglia e i miei amici. Quando giochi con campioni come Ronaldo e Morata è facile trovare gli spazi, dargli palloni. Fanno grandi movimenti, sono due fuoriclasse». Sì, perchè oltre alla rete che ha sbloccato la gara, Chiesa è entrato nell’azione del raddoppio di Cristiano e ha servito l’assist ad Alvaro per il tris.
RIASSUNTO. In novanta minuti ha riassunto in pratica tutto quanto gli chiede Pirlo: alle buone cose in attacco, infatti, Federico
ha unito abnegazione e costanza anche in fase di non possesso, con recuperi e impegno che fanno sorridere un allenatore. Che infatti lo applaude: «Aveva bisogno di tempo, non vedeva l'ora di sbloccarsi, ma io sono contento soprattutto della prestazione - le parole di Pirlo -. E' un giocatore forte, che abbiamo voluto e siamo contenti di quello che ha fatto però è solo un punto di inizio perché deve continuare così e senza dubbio può fare meglio». Continuità, insomma, per non lasciare l'exploit con la Dinamo Kiev un episodio isolato e proseguire nel percorso di crescita intrapreso.
DIVERSIFICARE. La Juve ha un grande bisogno di diversificare e di trovare altri gol oltre la coppia dei sogni Morata-Ronaldo. E qui ci sono i risvolti migliori della prova di Chiesa. In attesa che sbocci Dybala, uno degli indiziati era proprio lui. Pirlo sta lavorando molto su questo aspetto: rendere più pericoloso e concreto Federico in area avversaria, non soltanto nella costruzione dell’azione sulla fascia, destra o sinistra che sia, ma anche nella finalizzazione. Con il tempo, tutto matura e il primo squillo è arrivato. «Sono meccanismi che provo in allenamento - racconta l’ex viola -. Quando arriva il cross, il mister vuole che andiamo a chiudere l'azione sul lato opposto, proprio per far gol e creare occasioni. Poi mi chiede di attaccare la profondità e di ricevere il pallone e puntare l'uomo, quello che so fare meglio, insomma. In attesa di migliorare per tante altre cose». La nuova vita di Chiesa è iniziata.
E in attesa che si sblocchi anche Dybala, la Juve punta forte sull’ex Viola