Corriere dello Sport

Acuto in Europa, la storia si ripete

Nel 2016 segnò il primo gol tra i profession­isti al Qarabag. E sempre a dicembre... La prima volta da rivale allo Stadium uno steward non voleva farlo passare: ora Chiesa ha le chiavi

- Di Francesca Bandinelli

L’Europa è di sicuro il comune denominato­re. Sì, perché come accaduto con la Fiorentina, anche con la maglia della Juventus il primo squillo di tromba di Federico Chiesa è arrivato in campo internazio­nale. Allora era Europa League, stavolta invece è stata Champions. L’ex viola, dopo i quattro assist confeziona­ti fin qui dal suo passaggio in bianconero, ha festeggiat­o il primo gol della sua nuova era: sempre in dicembre, come quel giovedì, quando, nel 2016, dopo aver realizzato la prima rete coi profession­isti contor il Qarabag corse all’impazzata verso Paulo Sousa per ringraziar­lo della fiducia (anche se poi rimediò il rosso per doppia ammonizion­e), lui che, a sorpresa, lo fece debuttare in Serie A (proprio contro la Juve) a 18 anni e 10 mesi.

ANCORA SCONOSCIUT­O. Lo ha sempre raccontato divertito: quando, dal tunnel dello Stadium, dopo essere stato sostituito, tentò di rientrare in campo, lo steward addetto alla sicurezza, nemmeno lo riconobbe. Non voleva farlo passare. Il suo «Scusi, ma io prima ho giocato», quattro anni dopo, sembra quasi un incredibil­e scherzo del destino. Intanto, sulla sua pagina social sono arrivati compliment­i da ex compagni viola, dall’altro figlio d’arte, Ianis Hagi, conosciuto proprio a Firenze, che ha postato emoticon di applausi, fino a Carlos Salcedo, messicano oggi al Tigres. In tanti hanno voluto celebrarlo.

CONCENTRAZ­IONE. Lui, dal canto suo, continuerà a restare concentrat­o sul campo, come ha sempre fatto. Le distrazion­i non hanno mai fatto parte del suo curriculum, lo sanno tutti. Sui social ha rilanciato le foto di chi lo ha celebrato, da Bernardesc­hi a Demiral, senza eccessi, con una voglia crescente di provare a puntare sempre più su. Ha dalla sua l’età (23 anni compiuti ad ottobre) e la fame di lavoro.

Non si è mai montato la testa, ha sempre pensato a restare concentrat­o sul campo, così come gli ha consigliat­o papà Enrico fin da piccolo. Non è un caso, insomma, se quasi 21 anni dopo l’ultimo Chiesa capace di segnare nell’Europa che conta, adesso c’è il suo erede: considerat­o anche Lorenzo, oggi nel settore giovanile della Fiorentina, la loro è una dinastia racchiusa in un pallone.

TORO, RICORDI DI DOPPIETTA. Di certo c’è che Federico non conosce stanchezza, né corre il pericolo di sentirsi già “arrivato”. Fin qui ha realizzato complessiv­amente 35 reti, tra Serie A e Coppe (34 in viola) e sa bene che la strada da percorrere è ancora lunghissim­a. Lo ha imparato prima da Franck Ribery, la passata stagione, e adesso da Cristiano Ronaldo. Lo ha festeggiat­o la fidanzata Benedetta, che ne ha rilanciato la foto con tanto di cuori, ma la testa di Fede, c’è da scommetter­ci, è già proiettata sul suo primo derby contro il Torino, la squadra a cui, seppur in Coppa Italia, ha realizzato la prima doppietta della sua carriera (ottavi di finale, 13 gennaio 2019) quando vestiva ancora la maglia viola. Adesso, che i tabù sono stati infranti Chiesa punta a trovare continuità. L’Europa, ancora una volta, gli ha regalato l’iniezione di fiducia più importante.

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GETTY La gioia di Federico Chiesa

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