Corriere dello Sport

BENEDETTA PILATO «VOGLIO VINCERE E UN GIORNO AIUTERÒ GLI ALTRI»

Ranista, pugliese, terza liceo in dad, una valigia di sogni e di idee chiare: lei rappresent­a presente e futuro «Io e Federica? Due persone diverse, per età e percorsi Greta? Bello vedere quando riesci a coinvolger­e tanta gente verso un unico obiettivo To

- Di Francesca Fanelli

Da Budapest è tornata con tre record italiani di fila e la sensazione di poter arrivare dove vuole. Benedetta Pilato ha l’avvenire dalla sua, l’età e le qualità tecniche anche. A 15 anni puoi conquistar­e il mondo marciando per l’ambiente, nuotando ore e ore sognando l’Olimpiade e magari una medaglia, ma decidere di farlo volendo restare Benedetta. A 15 anni puoi. Ranista, pugliese di Taranto, una famiglia normale, terza liceo con grandi aspirazion­i e un talento incredibil­e quando aggredisce l’acqua.

Quaranta giorni di bolla tra allenament­i, gare e didattica a distanza sono stati duri?

«Direi normali. Quando avevo le gare, al mattino riuscivo a seguire le lezioni, la didattica a distanza da questo punto di vista mi ha aiutata a non perdere nulla».

Ha una materia preferita? «Biologia, Scienze».

E le altre?

«A scuola vado bene, studio tutto. Mi sono iscritta al Liceo “Maria Pia”, a Scienze Applicate perché volevo approfondi­re quelle materie».

Lei e Federica Pellegrini, due cose diverse?

«Assolutame­nte diverse. Abbiamo età differenti e facciamo cose differenti. In realtà è un paragone che non ci sta. Lei è la Pellegrini e io Benedetta Pilato».

Avere a che fare con una quindicenn­e non deve essere facile: che coach serve? «No, no, non è così. Lui (Vito D’Onghia, ndr) è bravo con me, è dolce, poi se c’è da essere cattivi per far capire un concetto lo fa. Ci conosciamo da sempre, siamo più amici, che allenatore e allieva. Ma io sono una seria e lui lo sa».

Se lei fosse l’allenatore di Benedetta cosa le direbbe? «Sapevamo già prima di Budapest di dover lavorare su alcune cose più tecniche e al ritorno abbiamo cominciato a farlo. Magari non per i prossimi Assoluti, ma più avanti sì».

C’è una cosa che odia Benedetta? «... Asciugarmi i capelli. Quando sono fuori non lo faccio mai infatti, ma a casa mamma mi costringe. Fosse per me li terrei bagnati».

Ama però le unghie laccate... «Prima le mangiavo, poi mi sono stancata di vedere le mani così brutte e ho iniziato a curarle. Mi piacciono colorate. Non me le faccio io. A Budapest le avevo semplici, ora le ho viola. Non c’è un messaggio, non c’è un motivo. Ma mi piacciono molto, ora ho le mani belle».

Che cosa pensa di Greta Thunberg?

«Brava, è stata brava a fare tutto quello che ha fatto finora. Abbiamo praticamen­te la stessa età, due ragazze. E’ bello vedere quando riesci con le tue idee a coinvolger­e tanta gente verso un unico obiettivo. Al primo anno di liceo, anche noi a scuola abbiamo partecipat­o a un Friday for Future. L’ambiente è importante e fare qualcosa per salvaguard­arlo ancora di più».

Viene in mente la sua Taranto? «Assolutame­nte. Una città bellissima, ma se ne parla solo per le cose negative, peccato. Certo i problemi esistono e non solo da noi, e non vanno nascosti, ma andrebbero risolti. Invece le cose non cambiano. E Taranto ne viene sempre fuori male».

Lei vive in piscina, che rapporto ha con il mare?

«Lo amo, vivo al mare. Il mare tutta la vita».

Come immagina Tokyo?

«Non la immagino, in effetti. L’anno scorso è stato pesante, i giornalist­i pressanti, c’era tanta attesa, poi c’è stato il rinvio. Oggi non so. Se non parteciper­ò questa volta, ce ne saranno altre di occasioni. Non voglio avere pressioni, sto facendo il mio percorso. Si vedrà».

Lo sport cos’è stato e cos’è per lei?

«Non ricordo altro, ma ho sempre nuotato. Ho sempre fatto le gare da quando ero piccola piccola. All’inizio i miei non volevano, poi Vito li ha convinti. E poi è diventato normale. Da una a due, da due a tre e non ho più smesso».

Avere 15 anni oggi e fare una vita diversa dai coetanei le pesa? La fa sentire diversa? «Assolutame­nte no. Sono molto normale. Faccio quello che posso fare. Rispetto gli impegni. Almeno io esco, posso uscire per andare ad allenarmi. L’adrenalina del nuoto, della competizio­ne e della vittoria non hanno confronti».

Siimmagina­lontanadal­laPuglia? «A volte sì. Non rimarrò qui. Ora sono piccola. Non nuoterò per sempre».

Mamma e papà cosa le dicono? «Solite frasi pesanti a questa età...».

Tra vent’anni Benedetta dove sarà?

«Chissà, non riesco a pensarci. Studierò, andrò all’Università, sicuro. Faccio Scienze applicate perché mi piacerebbe fare un Test per entrare a Medicina, oggi mi sembra impossibil­e per la preparazio­ne che faccio per il nuoto, ma chissà...».

Bello pensare di poter aiutare gli altri: tanti ragazzi si sono iscritti a Medicina dopo aver vissuto i mesi duri della pandemia.

«Già, vorrei farlo anche io, essere utile».

La valigia dei sogni è piena, inevitabil­e.

«Ho 15 anni, assolutame­nte. Ora spero di poter continuare a fare quello che faccio, di continuare a nuotare divertendo­mi senza pressioni. E’ un augurio più che altro il mio».

«Amo la piscina e vivo al mare Peccato che della mia Taranto si parli solo in negativo»

«Ho 15 anni, spero di poter continuare a nuotare e di farlo divertendo­mi senza pressioni»

E se dovessero aumentare, potrebbe anche smettere?

«Non so come reagirei. Ora non posso dirlo, ma potrebbe succedere».

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