L’ora della verità in casa Mercedes
Ansiosi, frustrati, incompresi. Povere giovani promesse. L’ultimo a tirare giù il mondo (con eleganza) è stato Stoffel Vandoorne. Quando il pilota belga, 28 anni, ha saputo che non correrà con la Mercedes al posto di Hamilton a casa con il Covid si è sfogato in un post: «Mi dispiace di non avere la chance di guidare la Mercedes in questo weekend. Dopo aver passato l’anno viaggiando fra tutti i gran premi e dopo aver dedicato così tanto tempo, allenamenti e impegno per questo, fa male».
Al suo posto ci hanno messo George Russell. Che, stralunato, ieri ci ha tenuto a precisare: «Io al posto di Hamilton? Non è una fiaba e non è così che mi immaginavo la mia prima opportunità con questa auto, in queste circostanze così strane». D’altra parte, il talento non basta. Ci vuole sempre una dose di fortuna. E il tempismo giusto.
STORIA. Quella dei pilota è una vita di attese e incastri giusti. Nel GP di Sakhir Russell avrà la sua chance, ma non è esattamente una favola a lieto fine. Dietro c’è un racconto pieno di malumore. Non più di qualche giorno fa aveva detto: «C’è sicuramente un elemento di frustrazione, ma fa parte della Formula 1. Ci sono sempre state monoposto più veloci ed altre più lente. Nel 2021, purtroppo, penso che la situazione sarà più o meno la stessa». Come dargli torto. In Formula 2 arrivava davanti a Lando Norris e Alexander Albon, in Formula 1 li ha visti salire sul podio. Lui se ne stava con il naso all’insù. Fanalino di coda con la Williams, Russell
è l’esempio di quanto la Formula 1 abbia a che fare con la sopravvivenza: il più veloce vince, gli altri restano indietro. «Ovviamente, da pilota, vorresti dimostrare il tuo potenziale su un terreno uguale per tutti».
TELEFONATA. Però in Bahrein, a 22 anni, Russell potrà dimostrare di essere al posto giusto. E fa niente se quel posto è di Hamilton, per una gara avrà lui gli occhi addosso. «Ora devo solo cercare di assorbire nel più breve tempo possibile le informazioni sulla monoposto e fare il massimo. Non ho grandi aspettative e non penso alla vittoria, voglio solo apprendere».
Per Russell la chiamata di Toto Wolff è arrivata nel cuore della notte: «Erano le due, ed ero in bagno, è stato tutto piuttosto imbarazzante, Toto mi ha detto: “George, sei in bagno?”. Ho detto sì, e poi mi ha aggiunto che Lewis aveva il Covid, e mi ha spiegato che mi voleva alla guida della Mercedes per il fine settimana». Lo aspetta Bottas, che giovane non è più ma ha già messo le mani avanti: «Se George dovesse battermi non mi farebbe piacere, ma so che non è facile salire su una macchina nuova anche se conosce la squadra. Non lo temo». Leclerc sul tema ha le idee chiare: «Pronto a scommettere su Russell vincente».
Wolff ha avvisato il pilota Williams in piena notte. George: «Ero in bagno...»