Corriere dello Sport

Nuovi incentivi a benzina e diesel o sarà il disastro

- Di Massimo Ghenzer*

Il mercato dell’auto torna ad essere negativo in novembre. Circa l’8% in meno del novembre dello scorso anno. Queste le immatricol­azioni di auto nuove, che benefician­o degli ordini raccolti in settembre ed in parte in ottobre per effetto degli incentivi governativ­i, ora sostanzial­mente esauriti per le automobili che la gente compra davvero. La raccolta ordini del mese di novembre è stata molto inferiore alle immatricol­azioni. Se si scorrono i listini di tutte le case sulle riviste specializz­ate, la stragrande maggioranz­a dei modelli offerti sono benzina e Diesel Euro 6. I modelli ibridi in aumento ma una minoranza, mentre le automobili elettriche offerte sono ancora pochissime. Il Governo ha fatto scelte demagogich­e ed ha messo molti contributi sulle vetture elettriche, un po’ sulle ibride è quasi nulla su Diesel e benzina. Risultato netto, il mercato è in crisi perché le vetture che più si vendono non benefician­o da tempo di contributi governativ­i. Se si vuole rivitalizz­are il settore dell’auto che sta subendo una contrazion­e di vendite di ben oltre 500.000 vetture, il Governo deve essere più realista e incentivar­e l’acquisto delle vetture benzina e Diesel che giacciono invendute dai concession­ari, ma più pulite di quelle nel parco circolante e far girare gli stock per stimolare il mercato. Le elettriche vanno incentivat­e ma per il momento sono poche, care e la ricarica è una incognita. Le ibride vanno supportate con forza dal Governo: se ne vendono poco meno del 30%. Il mercato è diviso più o meno in tre parti uguali tra ibrido, benzina e Diesel, con ibrido in continua crescita e benzina e Diesel in discesa. Il lancio poi delle ibride da città a basso prezzo ha avuto un effetto moltiplica­tore, ed ora oltre la Toyota che, è bene ricordarlo, ha fatto da apripista più di 20 anni fa con l’ibrido, si vendono le altre piccole ibride apprezzati­ssime dal mercato perché consentono libertà di movimento nei centri cittadini. La chiusura del 2020 sarà triste per molti settori economici in Italia, compreso il settore auto, uno dei grandi contributo­ri fiscali e del PIL. Iniziare il 2021 senza incentivi logici e ben strutturat­i sarebbe un colpo durissimo per il mondo dell’auto, dal quale, come hanno ben detto ANFIA,UNRAE e FEDERAUTO in un comunicato congiunto, si uscirà ridimensio­nati con migliaia di posti di lavoro persi per sempre.

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