Milan, poker con rimonta Hauge super
Un quarto d’ora disastroso poi il ribaltone e la qualificazione Non c’è Ibra e allora ci pensa Calhanoglu a dare la scossa Primo posto ancora possibile
Pioli torna in panchina e si qualifica con un turno d’anticipo Scozzesi avanti 2-0 poi rossoneri spietati
Anche senza Ibrahimovic, ma con Pioli di nuovo in panchina dopo il Covid, e nonostante il doppio svantaggio iniziale, il Diavolo non smette di vincere. E ieri sera, approfittando del successo del Lilla sullo Sparta Praga, si è preso pure la qualificazione alla seconda fase di Europa League con un turno di anticipo. La vera differenza, allora, è che con lo svedese quell’avvio da incubo non ci sarebbe stato. Non lo avrebbe permesso. Non è durato più di un quarto d’ora, ma è bastato perché il Milan riuscisse ad incassare due gol e a correre un altro paio di pericoli. Poi Calhanoglu e soci hanno preso in mano la partita, rimontando e sorpassando quasi con scioltezza. Impossibile non farlo con un Celtic del genere, totalmente inadeguato per questi livelli nella sua fase di non possesso, e trovatosi in vantaggio quasi senza volerlo.
Se non altro servirà come monito per il futuro, a riprova che, quando manca la giusta attenzione, tutte le certezze costruite in questi mesi possono scomparire in un attimo. E questo Diavolo, evidentemente, non se lo può concedere, se intende proseguire la sua cavalcata. L’ulteriore dimostrazione è arrivata dopo la prodezza di Hauge. Pensando di aver risolto la pratica, infatti, i rossoneri hanno staccato la spina con troppo anticipo, cominciando già a pensare alla sfida di domenica con la Sampdoria. E l’effetto è che un Celtic solo all’apparenza già sotterrato ha ripreso improvvisamente fiducia, creando più di qualche brivido dalle parti di Donnarumma, decisivo, peraltro, a togliere dall’incrocio una punizione di Frimpong. Poi il tocco delizioso di Diaz, su assist di Hauge, ha chiuso i giochi. Facendo sì che la settimana prossima a Praga si possa andare davvero con la testa leggera e con la semplice speranza di poter approfittare di un passo falso del Lilla a Glasgow per strappare al fotofinish il primo posto nel girone.
DISASTRO KRUNIC. Come premesso, al fischio d’inizio il Milan si fa trovare colpevolmente con la guardia abbassata. La testa è rimasta negli spogliatoi. Soprattutto quella di Krunic, che commette un doppio erroraccio, regalando al Celtic i due palloni che valgono le reti di Rogic ed Edouard. E per fortuna che Donnarumma mette una pezza su McGregor. A complicare ulteriormente la situazione arriva pure il guaio muscolare di Kjaer. E’ vero che, al suo posto, entra Romagnoli, ma la preoccupazione, a questo punto, è soprattutto per le prossime gare. Gli scozzesi, comunque, sono davvero poca cosa per non pensare ad una reazione del Milan. Ci vuole una scintilla per innescarla, però. Così ci pensa Calhanoglu ad accenderla, disegnando una punizione perfetta, per poi andare a rincuorare Krunic, palesemente condizionato dai due svarioni. Sull’onda arriva pure il pareggio di Castillejo, che banchetta in mezzo all’area, nonostante la superiorità numerica degli avversari.
HAUGE SUGLI SCUDI. Rimesso in carreggiata il match, il Diavolo rifiata, anche se le opportunità per il sorpasso non mancano. D’altro canto, le sbavature in fase di non possesso non scompaiono: resta troppo spazio tra le linee, ma almeno adesso c’è qualcuno (spesso e volentieri Romagnoli) che ci
mette una pezza. Comincia la ripresa e, inevitabilmente, Krunic resta negli spogliatoi, con Tonali al suo posto. Come previsto, il sorpasso rossonero è solo questione di tempo. Se ne occupa Hauge, partendo palla al piede dalla sinistra, tagliando a fette la difesa del Celtic e chiudendo con un preciso diagonale. Non è un caso che le prime tre reti portino la firma dal trio di trequartisti. Sono stati loro, infatti, a ispirare e a finalizzare tutte le azioni offensive, con il norvegese che ha confermato di essere un eccellente innesto, soprattutto con la testa giusta per sfruttare al meglio le occasioni che gli vengono offerte.