SUAREZ, JUVE INDAGATA
Avviso di garanzia a Paratici e ai legali bianconeri: false dichiarazioni al pm
La titolare dei Trasporti telefonò al prefetto Frattasi per metterlo in contatto con il ds. Poi l’intervento dell’ateneo umbro. I magistrati valutano l’ipotesi di corruzione Il club rischia multa e penalizzazione
Colpo di scena nella vicenda del tentativo del Pistolero di prendere la cittadinanza italiana La procura di Perugia chiama in causa anche la dirigenza bianconera, che secondo le accuse ha cercato una corsia preferenziale
Boom, torna il caso Suarez. Settanta giorni dopo l'indignazione resa pubblica dal pm Raffaele Cantone per quelle che riteneva essere ripetute violazioni del segreto istruttorio, ecco che tornano i riflettori sull'esame farsa del Pistolero e sull'attività dell'Università degli Stranieri. Perché proprio ieri mattina sono arrivate le comunicazioni dalla Procura di Perugia riguardo «l'esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione, per otto mesi, dall’esercizio del pubblico ufficio rispettivamente ricoperto dal rettore Giuliana Grego, dal direttore generale Simone Olivieri, dalla professoressa Stefania Spina e dal componente della commissione “Celi Immigrati”, Lorenzo Rocca dell’Università per stranieri di Perugia, per i reati di rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata all’indebito profitto patrimoniale e plurime falsità ideologiche in atti pubblici». Ma in questa vicenda, a distanza di settanta giorni, cambia anche la posizione della Juventus, che si era sempre dichiarata completamente estranea ai fatti quando dirigenti e legali vennero coinvolti in qualità di testimoni.
LA JUVE. Come noto, all'interno di un'indagine ben più ampia, dalla Procura di Perugia si è arrivati all'individuazione di tutta una serie di anomalie nell'organizzazione dell'esame per il rilascio dell'attestato di conoscenza di lingua italiana B1 a Luis Suarez, necessario per diventare cittadino italiano, quindi comunitario. Passaggio fondamentale per completare il trasferimento dell'uruguaiano alla Juve, mai avvenuto: «In particolare, è emerso che i contenuti della prova erano stati preventivamente comunicati al calciatore, giungendo a predeterminare l’esito ed il punteggio d’esame, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l’Università. Gli accertamenti investigativi hanno consentito, altresì, di comprendere come, nei primi giorni del mese di settembre del 2020, la dirigenza del club torinese si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per accelerare il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove ipotesi di reato a carico di soggetti diversi dagli appartenenti all’università, tuttora in corso di approfondimento», si legge sempre nella nota resa pubblica dalla Procura. Un ruolo chiave nella fase precedente allo stesso esame resta quello dell'avvocato Maria Turco, legale della Juventus, presente in numerose intercettazioni.
PARATICI E IL MINISTRO. Parallelamente sempre dalla Procura di Perugia
è stata notificata un'informazione di garanzia e sul diritto di difesa intestata a Fabio Paratici e all'avvocato Chiappero (e che potrebbe arrivare anche a Federico Cherubini: ieri sera né il dirigente né il club l’avevano ricevuta), ipotizzando il reato di falsa informazione a pubblico ministero (articolo 371 bis codice penale) in occasione delle audizioni rese rispettivamente gli scorsi 11 novembre e 23 settembre. L'ipotesi di reato è emersa in seguito alle indagini che avrebbero accertato il coinvolgimento attivo della Juventus, che si sarebbe mossa «ai massimi livelli istituzionali». Nello specifico si parla di contatti tra Paratici e il ministro Paola De Micheli, che ha ammesso di aver procurato all'amico d’infanzia (Paratici) il contatto di Bruno Frattasi, capo di gabinetto del ministero dell'interno. Si dichiara sostanzialmente estranea ai fatti il ministro De Micheli: «Come dichiarato anche ai magistrati in qualità di persona informata sui fatti, lo scorso settembre Paratici, mio amico di infanzia, mi ha contattata per avere informazioni su come completare la pratica per il riconoscimento della cittadinanza italiana del calciatore Luis Suarez. Non avendo conoscenza della procedura specifica, ho chiamato il capo di gabinetto del ministero dell'Interno, Bruno Frattasi, per anticipargli che sarebbe stato contattato da un dirigente della Juve che aveva bisogno di avere informazioni necessarie per completare la pratica per il riconoscimento della cittadinanza italiana di Suarez. Ogni racconto differente da questi fatti è pura strumentalizzazione che non corrisponde a quanto accaduto realmente, dal momento che non ho nulla a che fare con la procedura d'esame d'italiano di Suarez, oggetto dell'inchiesta». Settanta giorni dopo riesplode il caso Suarez.